Laguna di Caorle: di là dal fiume tra gli alberi, viti preziose

Si sa, Hemingway amava molto queste zone. E passò diversi anni a cacciare anatre nelle botti sulla laguna veneta. L’attirava il paesaggio quasi metafisico, il silenzio, l’esotismo essenziale dei casoni dei pescatori. Ma ne apprezzava anche i vini. I rossi corposi scoperti al fronte ancora giovanissimo, e i bianchi di tocai dai freschi sentori marini. Un viaggio tra Caorle e l’entroterra, da vivere e gustare.

“Partirono due ore prima dell’alba, e dapprima non fu necessario spezzare il ghiaccio sul canale perché erano già passate altre barche. In ogni barca, al buio, in modo che lo si udiva ma senza vederlo, il barcaiolo stava ritto a poppa, col lungo remo.” Adesso ci siamo noi. Sebbene sia giorno, la barca si muova a motore, del ghiaccio nemmeno l’ombra, i canali sono gli stessi. Fra i canneti mossi dalla brezza si alzano coppie di anatre, fuggono gallinelle, nuotano placidi, indifferenti e maestosi nella loro immacolata eleganza, gruppi di cigni.

Dalla costa all’entroterra, natura, storia, vini di pregio

Nella Laguna di Caorle i tipici casoni dei pescatori sono molto diffusi e l’oasi naturalistica di Vallevecchia è un eccezionale ecostistema tutelato. Foto courtesy Consorzio Vini Venezia

La laguna di Caorle, dove la costiera veneta si fa quasi Friuli, è fra le meglio conservate e intatte, anche grazie alla presenza dell’oasi naturalistica di ValleVecchia. La zona protetta si estende per circa 900 ettari verso est fino a Bibione. Un ecosistema complesso e delicato, fatto di acque lagunari, marine e fluviali e vegetazione tipica, in cui dominano canne, tamerici, salicornia veneta. Oltre alle aree umide, vi si trovano una spiaggia dove è ancora possibile vedere le ultime dune dell’Adriatico, un’ampia pineta e il paesaggio agricolo della bonifica.

A un tiro di schioppo, nell’entroterra, appaiono ordinati filari di vigne. Dapprima un po’ dispersi fra distese di cereali e erba medica. Poi man mano che ci si inoltra verso Portogruaro, sempre più fitti. Disegnando così la una sorta di rettangolo di quasi 5000 Km² ricompreso nella parte orientale delle province di Venezia e Treviso, con una ristretta striscia appartenente alla provincia di Pordenone. Per due denominazioni delle cinque tutelate dal 2011 da Consorzio Vini Venezia: Lison DOCG e Lison Pramaggiore DOC.   Ora gli ingredienti del nostro viaggio cominciano a prender corpo.

I canali e le vie d’acqua fanno parte della storia di potenza commerciale della Serenissima. Di cui il vino prodotto in queste terre, già apprezzato dai Romani, era elemento importante. La civiltà dei pescatori: una vita di sacrificio e di fatica. Le bonifiche agrarie, opere idrauliche d’ingegno e occasione di nuove forme di gestione dei terreni. E poi personaggi originali, degustazioni e cibi da ricordare. Di fianco a noi, l’ombra del buon Ernest, a farci da guida spirituale. E quando parliamo di spirito, il senso, ovviamente, è doppio.

Caorle, pescatori tradizione autentica con l’asta silenziosa

Il caratteristico porto dei pescatori arriva fino al cuore antico di Caorle. @gianfranco podestà

Non sono molti i posti in cui la gente sia così legata alla propria terra. I caorlotti da qui non si muovono. Anche quando le ondate di villeggianti lasciano le spiagge, venti e nuvole raffreddano l’aria, ognuno rimane ancorato alla cittadina colorata. Anche chi lavora nel turismo e potrebbe spostarsi altrove e guadagnare di più. Caorle vive di mare e laguna e ce l’ha nel sangue.

Basta entrare nel mercato ittico al pomeriggio e osservare un rituale antichissimo: l’asta silenziosa. L’astatore riceve l’offerta sulle partite di pesce fresco da parte dei potenziali compratori sussurrate all’orecchio. Alla fine chiama quello che ha indicato la cifra più vantaggiosa per il pescatore, e gliela fa ripetere a voce alta. Imparzialità, fiducia e rispetto per il mestiere della pesca.

Borgo storico marinaro gioiello d’Italia e galleria d’arte open air

Gli scogli flangiflutti scolpiti sulla passeggiata a mare di Caorle catturano l’attenzione. @gianfranco podestà

Non mancano ovviamente bar, ristoranti, negozi a misura di turista, per una località dotata di ben diciotto chilometri di litorale, in parte occupato da bagni moderni e accoglienti. Eppure girando nel centro antico dalla toponomastica veneziana, fra calli e campielli un’eco di tradizioni e storie si coglie. Insieme a profumi e colori. Del resto per il suo patrimonio di palazzi nobiliari, case tipiche, il porto dei pescherecci, l’inconfondibile campanile inclinato e il duomo, ha meritato l’inserimento tra i Borghi Storici Marinari – Gioielli d’Italia.

Stimola la curiosità del visitatore una passeggiata a mare divenuta una delle più belle e originali dell’Alto Adriatico. Da Piazza Vescovado al santuario della Madonna dell’Angelo gli scogli frangiflutti posti a protezione di Caorle sono ormai una galleria d’arte a cielo aperto. Dal 1993 ogni due anni artisti internazionali si danno appuntamento qui per il concorso ScoglieraViva. Scolpendo i massi con soggetti e motivi che rendono questo luogo uno spazio di pura creatività.

In bici verso la grande bonifica

L’idrovora di Cà Corniani è stata fondamentale per la bonifica delle terre nella tenuta. @gianfranco podestà

Una vacanza attiva, un viaggio slow. La bici trova in questa area geografica un territorio ideale, fra mare, lagune, fiumi, canali, campagne sconfinate. Poco lontano da Caorle si può incontrare ed esplorare pedalando un esempio particolare di sviluppo agricolo. Iniziato nel 1851 e proseguito fino ai giorni nostri. Cambiando nel tempo strategie ma con un’attenzione sempre più forte verso l’ambiente e la storia locale. Parliamo di Ca’ Corniani, azienda appartenente a Genagricola. Oggi impegnata in un progetto di valorizzazione che associa agricoltura, arte e cultura.

Con la creazione di un grande centro multifunzionale, comprendente una rete escursionistica, una serie di opere del paesaggio, l’allestimento di sedi museali, spazi per l’organizzazione di eventi. Nello storico insediamento, in parte recuperato e ancora abitato da alcuni dipendenti, si vedono i diversi edifici. Che attorno agli anni 30 ospitavano oltre tremila abitanti. Con tanto di alloggi, scuola, servizio sanitario, centro ricreativo per i lavoratori e le loro famiglie.

Idrovore portentose, poeti itineranti

La poesia del paesaggio, tra campi, filari e canali di Cà Corniani, stimola un poeta locale a intrattenere con le sue odi gli escursionisti. @gianfranco podestà

Poco discosto la Ciclostazione propone il noleggio di biciclette e un’area di sosta. Al suo interno sono disponibili anche spogliatoi e docce. Da qui partono percorsi ciclopedonali che attraversano l’azienda ed i suoi confini, segnati da strisce di impollinazione con fiori di papavero e camomilla. Una meta imperdibile è l’Idrovora di Ca’ Corniani. Costruita per la prima volta nel 1880, ad essa principalmente si deve la grandiosa opera di bonifica concepita per liberare il terreno della tenuta dalle acque della laguna di Caorle e renderlo fertile.

Una delle prime bonifiche private d’Italia. Nella sala si vedono le vecchie pompe con i macchinari di supporto, che dal canale convogliavano l’acqua nella Livenza Morta. Superando un dislivello di alcuni metri. L’edificio, perfettamente manutenuto, conserva l’aspetto dell’ultima ristrutturazione del 1929. Qui intorno pare ancora di udire il rumore dei grandi apparati mescolarsi a quello dei carretti e delle trebbie. A riportarci indietro nel tempo contribuisce un giovane poeta di 84 anni. Che ferma apposta il furgone, apparso fra i campi come dal nulla, per declamarci alcune sue odi dedicate alla bellezza della natura e al fascino femminile. Chapeau!

Sulla strada dei casoni, un brindisi all’ultima fiamma di Ernest

Ernest Hemingway in partenza per una battuta di caccia alle anatre sulla laguna di Caorle. foto da wikipedia

Attorno a Caorle ci sono diversi percorsi ciclabili di varia lunghezza e difficoltà. Uno dei più interessanti tocca la laguna e alcuni casoni, le tradizionali costruzioni in canne dei pescatori. Questa zona ne è particolarmente ricca. Gli edifici nella loro essenzialità sono studiati ingegnosamente, fin dall’orientamento. Scelto considerando i venti dominanti. Ormai non vengono più utilizzati come abitazioni stagionali dei pescatori. Ma conservati per affezione dalle famiglie. Che si fanno carico di manutenerli, sostituendo periodicamente le parti più deteriorabili, in particolare le canne palustri dei tetti.

Il modo più suggestivo per vedere i casoni è navigare lungo la laguna e i canali. Alcune barche organizzano escursioni e consentono di avvicinarsi e visitarne qualcuno. Qua e là verso le rive si vedono i ripari di vegetazione dove si mimetizzano in stagione le imbarcazioni dei cacciatori (le “botti”).

Qui si appostava il nostro premio Nobel Papa Hem, che a partire dal 1948 era spesso ospite nella tenuta lagunare del Barone Raimondo Nanuk Franchetti. Aristocratico tanto facoltoso e colto quanto scriteriato e dissipatore, morto all’ospizio dei poveri.  E siccome il celebre Ernest non aveva ancora dato “addio alle armi” della seduzione, nonostante la presenza della moglie ebbe una storia intensa con l’incantevole e nobile diciannovenne Adriana Ivancich.

A questa vicenda e alla laguna di Caorle Hemingway dedicò alcune delle sue pagine più belle proprio in “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Il libro in Italia uscì postumo per la contrarietà della famiglia della ragazza, peraltro suicidatasi qualche anno dopo il suo amante. Vicenda che aggiunge un tocco di melanconia a questi luoghi. Noi le rendiamo omaggio alzando un primo di tanti calici del nostro cammino attraverso i grandi vini della denominazione Lison-Pramaggiore, sapori di una terra unica.

Vini simbolo del territorio e un Consorzio di Tutela attivo e orgoglioso

La zona della Denominazione Lison-Pramaggiore sta all’estremità orientale del territorio tutelato da Consorzio Vini Venezia. Una degustazione al buoio di Lison Classico DOCG è un’esperienza da non mancare. @gianfranco podestà

È principalmente la composizione dei suoli a differenziare i vini prodotti. Dall’entroterra al mare troviamo un’estesa piana che si può dividere idealmente in due macro-aree: la zona dell’alta pianura e quella della bassa pianura.

L’alta pianura ha i suoli tendenzialmente ghiaiosi, che obbligano le radici delle viti ad esplorare gli strati profondi. Lo sforzo della pianta è ripagato dalla produzione soprattutto di vini bianchi, freschi, eleganti, aromatici con importanti note floreali e di frutta bianca. Nella bassa pianura i suoli sono composti da materiali più fini, principalmente argille e limo. Dando origine a vini rossi strutturati, con importanti note di frutti rossi, e a vini bianchi aromatici, pieni, strutturati e che si prestano bene all’invecchiamento. La fascia intermedia, delle risorgive, si sta dimostrando ideale per il nuovo nato del Consorzio: il Pinot grigio Rosato Doc Venezia.

Un brindisi davanti al casone per celebrare i grandi vini di Lison-Pramaggiore. @gianfranco podestà

Qualche dato per intenditori, appassionati, o semplici wine lover come il sottoscritto. Il “giovane” Consorzio Tutela Vini di Venezia conta attualmente oltre 2.700 produttori, tra soci diretti e indiretti, per un’area che va dalla Pedemontana veneta alle isole della laguna veneziana, coprendo una superficie di circa 4.939 Km² nelle province di Treviso e Venezia. In tutto, come accennato, le Denominazioni tutelate sono cinque: DOC Venezia, DOC Lison-Pramaggiore, DOC Piave e le DOCG Lison e Malanotte del Piave.

Tra le varietà locali impiegate troviamo lo storico Raboso Piave, il Glera, il Tocai Friulano (ora Lison), il Refosco, il Manzoni Bianco, il Verduzzo, mentre tra gli internazionali sono maggiormente presenti il Merlot, il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e lo Chardonnay. Il Pinot Grigio è la varietà di punta del nord-est, da qui nasce l’85% della produzione nazionale, di cui il 45% esportato in tutto il mondo.

Per cantine nella Denominazione Lison Pramaggiore: una bella avventura

La qualità è denominatore comune fra gli associati al Consorzio Vini Venezia. @gianfranco podestà

Dal mare fino a lambire le Prealpi è un concerto di vini le cui note non cessano di suscitare piacevoli ricordi, anche a distanza di tempo. Le cantine sono molte, dal piccolo produttore indipendente alla grande casa di respiro internazionale. Impossibile citarle tutte, ma comunque son tutte meritevoli di essere conosciute ed esplorate. Ecco qualche assaggio e qualche annotazione.

Andiamo un po’ a random, ma partiamo subito forte con due Lison Classico DOCG. Ecco allora Savian Vini, con vigne in Lancon di Annone Veneto (VE). Un 100% di uve tai (ex tocai) bio. Annata 2021: giallo paglierino, floreale e con note di frutta secca ed esotica al naso, al palato ancora frutta ma piacevole sapidità.

Si sale di gradazione assaggiando il Lison Classico DOCG 2021 dell’azienda Ai Galli di Pramaggiore (VE): l’uvaggio è sempre tai in purezza, si accentuano nel colore note verdognole e il bouquet si fa ampio e articolato. L’assaggio manifesta notevole equilibrio con un interessante retrogusto di mandorla. Eccoci tra le vigne di Lison per un freschissimo omonimo Classico DOCG 2021 dell’Azienda Agricola Bellotto, giallo dai toni intensi, profumi delicati, sapore asciutto e vellutato.

Il “cassone padovano” è l’antico sistema di impianto introdotto dai Benedettini. Alcune delle vigne di Villa Bogdano, tuttora in produzione, risalgono a fine ‘800. @gianfranco podestà

Mare, echi di mare, con Cantina La Frassina di Caorle. Un Lison dal profumo intenso, con sentori di tiglio, acacia, glicine, ma al gusto aromi di mela golden e pera. In più, alla bocca di chi scrive, una nota salina in chiusura molto accattivante. Lo spazio è poco; doveroso però segnalare alcuni altri produttori, fra i tanti da non perdere

Capitolo rossi: per un Refosco dal Peduncolo Rosso bio comme il faut ecco Terramusa a Pramaggiore (VE). Quindi di nuovo al bianco, con i fratelli Boron a Loncon di Annone Veneto (VE), La Frassinella a Lison (VE), Le Carline, bio e veg, a Pramaggiore (VE), Ornella Bellia sempre a Pramaggiore, cantine San Osvaldo a Loncon di Annone Veneto (VE), cantine ViVo di Salgareda (TV).

Il Lison 150 di Borgo Stajnbech. @gianfranco podestà

E in chiusura un paio di citazioni, questa volta senza consultare il vecchio Ernest, anche se qualcosa suggerisce che sarebbe d’accordo. Villa Bogdano di Lison, perchè nasce nel 1880 e ospita vigneti storici di grande interesse viticolo-enologico della varietà autoctona tocai.

Queste viti sono coltivate a “cassone padovano”, antico sistema di allevamento usato dai monaci Benedettini ormai in disuso, testimonianza della storia ancora viva del luogo. Alcune piante, tuttora in produzione, risalgono alla fine dell’800. L’altra azienda è Borgo Stajnbech a Belfiore di Pramaggiore (VE). Perché l’enologa di famiglia sembra una ragazzina appena uscita dalle superiori e si rivela invece tecnica capace e valente. Giovani che fanno ben sperare per il futuro del vino italiano.

Dormire & Mangiare

Casanovaresort – via Prati nuovi, 3 San Michele al Tagliamento (Ve) – frazione Cesarolo

Il Casanovaresort è situato in posizione strategica fra Caorle e Bibione a ridosso della laguna. courtesy Casanovaresort

In un’oasi verde lambita dal Canale dei Lovi, tra Bibione e Caorle, la famiglia Canevarolo ha ampliato l’attività nel settore agricolo aprendo questo agriturismo davvero originale. Si tratta di sei unità abitative ispirate ai tipici casoni, ben distanziate e indipendenti, arredate elegantemente in stile country e con tutte le comodità, compreso wi-fi.

Ciascuna ospita 4+1 posti letto, sdraie e seggiole in giardino. Viene servita in un edificio a parte una sostanziosa prima colazione, con dolci fatti in casa. Disponibili sauna e idromassaggio per un perfetto relax, e bici per esplorare il territorio. Casanovaresort è raggiungibile anche in barca, e dà la possibilità di attracco su Canale dei Lovi, collegato alla laguna. L’agriturismo su richiesta organizza ricevimenti supportati da un ottimo servizio catering.

Il Fogher – Viale Madonna dell’Angelo, 3 Caorle (VE)

Ricca grigliata di pesce al Fogher, con il pescato del famoso mercato ittico di Caorle. @gianfranco podestà

A ridosso della passeggiata a mare che conduce al Santuario, dal 1968 un indirizzo affidabile per gustare il pescato locale. Negli antipasti gran varietà, a seconda della stagione, ma non mancano sarde alla caorlotta, e in saor, con polenta. Molto apprezzati canestrelli e canocchie alla brace, capesante tenerissime. Fra i primi piacciono molto gli gnocchi casalinghi con sughi diversi.

Un trionfo di branzini, orate, passere e altri pesci offerti in giornata dal celebre mercato ittico di Caorle (una garanzia), per la grigliata. Bella carta dei vini, con un’ovvia predilezione per i Lison-Pramaggiore, in particolare del Consorzio di Venezia.

Cason Dal Doge – Strada Passo Falconera, Caorle (VE)

Al Cason dal Doge si mangia quello che in giornata arriva dal mare e dalla laguna. Ma è sempre un piacere. @gianfranco podestà

Questo non è un’imitazione, ma un casone autentico, e trattoria verace capitanata dal vulcanico Gianluigi (Gigi) Benetelli. Pesce freschissimo, in parte pescato dallo stesso patron. Quello che c’è c’è. Non è il caso di fare i difficili, perché si verrà sempre ripagati da sapori schietti, di una volta. Chi scrive ha avuto la fortuna di gustare una pasta con un sostanzioso sugo di mare, comprendente tra l’altro vongole, cozze, scampi, che saltavano nel piatto.

E poi ombrine della mattina messe alla piastra con fette di polenta bianca. I vini del Consorzio hanno fatto il resto. Per venire qui bisogna telefonare, non sempre è aperto. Il proprietario sulle prime può sembrare un po’ burbero, ma se gli state simpatici è una miniera di vicende e aneddoti. In più potrete conoscere un vero cavaliere templare, espertissimo di storia medievale.

La tavernetta del Tocai – Via Fornace, 93 Pradipozzo (VE)

Tradizione e un tocco di fantasia sono lo stile in cucina alla Tavernetta del Tocai. Un delizioso involtino vegetale di entrata ricavato da un sottile velo di sedano rapa. @gianfranco podestà

Simpatico ristorante e pub, nei dintorni di Portogruaro, il nome già ci dice che qui il vino del territorio viene preso sul serio. Ma la cucina non è da meno, con piatti ispirati alla tradizione locale associando un tocco innovativo. Noi abbiamo assaggiato negli antipasti una delicatissima tartare di manzetta con un sapiente concerto di verdure.

Non mancano ricette di mare, che sta a pochi chilometri. Fra i primi risotti e pasta fatta in casa. Per i secondi notevole, ad esempio, la faraona CBT con rouchè di interiora, coscia croccante e riduzione di sedano rapa. A cui giocoforza abbinare un rosso: Raboso o, meglio, secondo i gusti di chi scrive, un Refosco. Tuttavia, non assaggiare qui almeno un calice di Lison DOCG sarebbe un sacrilegio.

Consorzio Vini Venezia

Caorle Turismo

Testo e foto di Gianfranco Podestà | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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