Passato e presente, tradizioni e modernità, romanticismo e avventura sono gli elementi che si fondono alla perfezione tra loro e regalano al Marocco un’aura a tratti leggendaria.
Testo e foto di Mauro Parmesani
Quasi 2000 km di strada ci aspettano seguendo la N1 da Tangeri a Dakhla. Un giorno intero per unire idealmente il nord e il sud del Marocco in un viaggio unico e irripetibile.
Un viaggio per scoprire due realtà completamente diverse, che mettono in risalto la bellezza di un paese dalla storia millenaria. Un viaggio tra l’atmosfera europeista e mondana della moderna Tangeri e, la città di frontiera nell’estremo, desertico, sud marocchino.
Uno scenario inusuale, che la monarchia costituzionale della dinastia Alawide, con il Re Mohamed VI, ha saputo coniugare perfettamente tra modernità e tradizioni ancestrali.
Tangeri, tra passato e presente
Tangeri ci accoglie con la sua interminabile “Corniche”, il salotto buono cittadino, con gli innumerevoli palazzi dal sapore antico che si dividono lo spazio con avveniristiche e moderne costruzioni, show room, ristoranti e ritrovi dal richiamo irresistibile.
Cuore pulsante della rinata Tangeri sono l’elegante Avenue Mohamed VI, le imponenti mura del forte di Borj Dar El-Baroud baluardo difensivo del vecchio porto, le candide mura bianche della medina con le case affacciate a strapiombo e la rete intricata di vicoli in cui scorre frenetica la vita di tutti i giorni.
Non per altro è conosciuta come “la città bianca” affacciata sullo stretto di Gibilterra, lungo la punta più occidentale dell’Africa, li dove finisce il Mar Mediterraneo ed inizia l’Oceano Atlantico, a soli 16 km di mare dalla Spagna.
La rinascita Tangerina
Il 1999 segna la data della rinascita tangerina grazie alla costruzione di Tangeri Med, il porto commerciale più grande dell’Africa situato una cinquantina di km più a est nel Mediterraneo.
Esempio da imitare, appunto, dalla lontana Dakhla che, nel prossimo imminente futuro, vedrà la costruzione di un medesimo modello di porto che permetterà di collegare direttamente e, in breve tempo, la costa africana con quella sudamericana.
Tradizioni e romanticismo
Ma per chi ama la Tangeri tradizionale, quella romantica e misteriosa tramandataci da personaggi come Eugène Delacroix, Paul Bowles e William Burroughs (quest’ultimo ispiratore della Beat Generation assieme ai suoi due grandi amici Jack Kerouac e Allen Ginsberg), niente di meglio che passeggiare senza meta tra l’iconica Place de France, l’animato mercato del Grand Socco e la kasbah, cinta dalle antiche mura portoghesi.
Arte e cultura
Infine verso sera, come ogni tangerino doc, non può mancare il rito del the tra le affollate terrazze affacciate sul mare dell’Haifa Cafè, osservando la linea costiera spagnola distante solo sedici chilometri.
E poi, ancora, the place to be, sull’onda della Beat Generation, ci aspetta Piazza Tabor e il mitico El Morocco Club che, sebbene ristrutturato, è pur sempre luogo d’incontro e di fermenti artistici.
A proposito di cultura, due spunti interessanti se la voglia di leggere diventa irrefrenabile. “Giorno di silenzio a Tangeri” dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun è un racconto che parla di un vecchio patriarca che ricorda il suo passato e il presente.
Poi, da non perdere assolutamente “Pasto nudo”, il libro più famoso di “Old Bull Lee” come veniva chiamato William Burroughs. Fu pubblicato nel 1959 e racconta di come uno Stato esercita il controllo sui propri cittadini e, come questi ultimi, mediante la telepatia, possono sfuggirne.
Il faro
Ad ovest della città, si staglia il promontorio di Cap Spartel, con il mitico faro che indica la rotta per lo Stretto di Gibilterra.
Qui si trovano le Grotte di Ercole, l’attrazione principale della zona. In verità l’eroe non vi ha mai abitato ma è romantico pensare che, nella mitologia antica, le colonne rappresentavano l’inizio dell’Oceano Atlantico. L’inizio del mondo sconosciuto.
Nel Marocco del sud
Il nostro viaggio continua nell’estremo sud del Marocco, trasportati dall’immutabile presenza dell’oceano e delle calde sabbie desertiche che Tahar Ben Jelloum describe mirabilmente: “In Marocco il mare e il deserto si sono intrecciati in un vortice di domande, e nessuno è in grado di svelarne il significato molteplice, devastante, impossibile…”.
Dakhla, atmosfera di frontiera
Dakhla ci attende con le sue case affacciate sulla laguna, con il turismo di scoperta e con l’atmosfera di frontiera (la Mauritania è a soli 400 km più a sud). Siamo alla Mecca, non certo per il fervore religioso ma, per quello sportivo, con gli appassionati di windsurf e, soprattutto, di kitesurf, che qui trovano uno degli spot migliori al mondo, grazie all’immensa laguna e ai venti costanti.
Il cuore che riunisce la grande tribù dei surfer è senza dubbio l’attrezzatissimo Dakhla Attitude, dove campioni mondiali si allenano costantemente, imitati da decine di principianti.
Nel cielo sfrecciano decine di vele colorate che disegnano evoluzioni impossibili, creando uno spettacolo originale.
La lunga penisola su cui sorge la cittadina si protrae per oltre 40 km, quasi sul Tropico del Cancro, creando uno scenario naturale davvero originale e spettacolare, con il deserto e le dune di sabbia che definiscono il paesaggio.
Un deserto caldo, anzi caldissimo, mitigato però dal venti che soffiano costantemente dal mare. Siamo in un universo dove la natura è assoluta padrona, un luogo di meditazione e di rispetto come afferrma Tahar Ben Jelloun: “Il Sahara non si visita come una medina… bisogna lasciarsi prendere dal suo mistero, dai suoi segreti e, immaginare il sogno dietro le dune sabbiose che, a volte si muovono e a volte rimangono immobili”.
E noi siamo qui, pronti ed emozionati per scoprire questo angolo di Marocco bello e selvaggio senza fretta, con la stessa calma primitiva con cui Bruce Chatwin scriveva che “chi percorre il deserto scopre in se stesso una calma primitiva che, forse, è la stessa cosa che la pace di Dio”.
Nel lusso del resort
Il nostro lussuoso paradiso da cui parte ogni esplorazione è il nuovissimo resort Caravan Dakhla, un perfetto esempio di funzionalità ed eleganza dal cuore green che, nella sua filosofia accomuna esperienze naturali attraverso le bellezze ambientali, lo sport, la meditazione e, perché no, la buona cucina.
Non per altro siamo nella patria delle ostriche che qui vengono coltivate per soddisfare la continua richiesta sia nel paese che in Europa.
Ovviamente gustate in loco oltre che essere più eccitante, risulta estremamente economico, dal momento che un’ostrica viene venduta a meno di 30 centesimi contro i 3-4 euro dell’Europa.
L’infinita distesa del deserto
Le piste nel deserto ci sono e non ci sono ma a Rashid, il nostro driver, non ne servono per orientarsi in questo mare di sabbia. Lui è un sarawi e conosce queste lande come le sue tasche. Ride osservando, tra sobbalzi continui, le nostre facce incredule. “Dove stiamo andando, non c’è più pista, solo sabbia, una distesa infinita di sabbia, tra alte dune di sabbia e pinnacoli che toccano il cielo”.” Dove stiamo andando Rashid?”. “Se hai una meta anche il deserto diventa una strada”, ripete il nostro driver recitando un antico proverbio tuareg.
Seguiamo il letto asciutto della laguna sfruttando le ore di bassa marea. Poi ancora sabbia e roccia per arrivare, infine, su un’altura da dove lo sguardo spazia all’infinito.
Da una parte il deserto, dall’altra la foce del Rio de Oro, la laguna e più lontano la penisola di Dakhla.
Siamo sulla cima del mondo, siamo parte di quell’immensa distesa di sabbia che come afferma Romano Battaglia “costringe chiunque a scrollarsi di dosso quella superficialità che è in ciascuno di noi per assumere un atteggiamento di sfida e cambiamento… il Sahara entra nello spirito e non ci abbandona per tutta la vita”.
Ci sediamo in silenzio ammirando con lo sguardo l’infinito. Nessuno parla perché come afferma un proverbio arabo: ”Parla soltanto quando sei sicuro che quello che dirai è più bello del silenzio”.
E in questo momento nulla è più bello del silenzio. La “Duna Bianca” è la star incontrastata di queste lande, appare in tutta la sua bellezza durante la bassa marea, anche se il momento migliore per ammirarla è nelle prime ore della marea entrante.
Solo allora dall’alto della duna, spesso battuta dal vento,la si può ammirare nella sua iconica bellezza: un perfetto semicerchio di sabbia e acqua smeraldo. Ci sono momenti che si vorrebbe cristallizzare il tempo. Seduti su quella selvaggia Duna Bianca il nostro tempo sembra una vita intera.
Testo e foto di Mauro Parmesani
Informazioni utili:
Il Marocco o Regno del Marocco, è una monarchia costituzionale guidata dal 1999 dal sovrano Mohammed VI della dinastia Alawide. Il Paese si affaccia a nord sul Mediterraneo e a ovest sull’Oceano Atlantico, si estende per oltre 460.000 kmq ed è attraversato dalle catena del Rif nella zona mediterranea e dell’Atlante verso sud-ovest,con vette che superano i 4000 metri come il Jebel Toubkal di 4 167 (quarta più alta montagna africana).
La parte meridionale del paese è caratterizzata dal deserto del Sahara. La popolazione attuale è di circa 37 milioni, il 60% della quale vive nelle grandi città. I gruppi etnici prevalenti sono i berberi e gli arabi.
Come arrivare:
Il modo migliore è con i voli di linea della Royal Air Maroc da Casablanca. Da novembre dovrebbe iniziare un volo diretto Marrakech-Dakhla della Air Arabia. In macchina la strada pur essendo molto ben tenuta,è monotona, specialmente dopo Laayoune oltre che essere interessata da un sostenuto traffico di camion da e per il sud.
Quando andare:
Prevalentemente in primavera, autunno ed inverno.
Clima:
Il paese è caratterizzato da diverse micro aree climatiche. Ce ne sono ben cinque: Oceanico, Mediterraneo, Montano, Continentale temperato e Desertico. Tangeri rientra in prevalenza nel clima Mediterraneo, mentre Dakhla in quello Desertico.
Dove dormire:
Caravan by HabitasDakhla
Dove mangiare:
Ristorante Levante presso Caravan Dakhla, fusion tra cucina latinoamericana e marocchina.
Pescador Restaurant a Westpoint Dakhla pesce a volontà. Imperdibili le ostriche al naturale.
Pink Flamingo presso DakhlaAttitude il trionfo del pesce e dei crostacei (specialmente aragoste).
Fuso orario:
Un’ora in meno rispetto l’Italia
Documenti:
Il passaporto in corso di validità.
Vaccini:
Nessun vaccino le condizioni sanitarie del paese sono ottime.
Lingua:
Lingue ufficiali sono l’arabo e il berbero. In tutto il paese è comunemente parlato il francese, nelle regioni del nord e del sud lo spagnolo. L’italiano, e parlato, in particolare, a Marrakech.
Religione:
La religione di stato è l’Islam di corrente Sunnita Malikita e, il Re, è l’Amir al Mu’minin, ovvero il Comandante dei Credenti. Veglia sul rispetto dell’Islam ma, è anche garante degli altri culti. Infatti, l’ebraismo è ufficialmente riconosciuto, così come la comunità cristiana protetta da bolla reale.
Valuta:
Il Dhiram marocchino che vale al cambio mediamente 1 euro= 10 Dh.
Elettricità:
220 in tutto il paese con prese come le nostre o al più schuko.
Abbigliamento:
A Tangeri oltre all’abbigliamento casual, non va dimenticato qualche capo elegante per le serate mondane. A Dakhla abbigliamento da deserto e da mare.
Shopping:
C’è da perdere la testa per le tante cose da comperare, sia per abbellire la propria casa, con lampade, statue, quadri, tappeti e tanto altro. Non per altro il Morocco Style è diventato sinonimo di eleganza e di cultura africana. Senza tralasciare se stessi, grazie a creme, oli, essenze ed ancora collane in argento ed oro monili, tessuti, vestiti giusto per fare qualche esempio.
Suggerimenti:
L’antica Tingis fu araba, poi portoghese ed infine inglese che ne fece la base della flotta mediterranea, infine per la sua importanza strategica, dal 1923, sino all’indipendenza del Marocco nel 1956 (escludendo l’occupazione franchista tra il 1940-45) fu sottoposta a uno statuto internazionale. Meno travagliata la storia di Dakhla fondata dagli spagnoli con il nome di Villa Cisneros nel 1502 grazie a una bolla papale anche se, nel corso dei secoli, la Spagna perse il controllo della zona. Ripreso però nel 1884 grazie alla spedizione del comandante, esploratore e scrittore spagnolo Emilio Bonelli che rifondò la città. Infine, dopo l’abbandono del Sahara occidentale degli spagnoli e diverse contese territoriali, non del tutto assopite, Dakhla è a tutti gli effetti territorio marocchino.
Link utili:
Per saperne di più si può consultare il sito.