Siamo nella Bassa Modenese, nel territorio di Bomporto. È una terra di nebbia, cicale e falò, dove in estate la campagna si asciuga in un silenzio vaporoso, spazzato dagli insetti, dove l’inverno nasconde alberi, case e vigne in un grigiore persistente, evocato durante il resto dell’anno con un senso di appartenenza che la gente di qui si cova dentro. Sarà che in questi luoghi non ci sono attrattive che gridano per essere visitate, sarà il colpo d’occhio uguale in ogni direzione, se passeggi tanto nei centri storici quanto fra i campi lo sguardo rallenta. Anche il fiume Panaro scorre lento, in un’aria con pochi rumori e piena di aromi che vanno distinti, più che di profumi. Allora non ti stupisci che in questa culla così slow, e per molti mesi immobile, sia nata la dedizione necessaria a distillare l’anima della vite nell’aceto balsamico. Qui le storie di dedizione e tenacia sono tante. La più bella, forse unica nel suo genere, è proprio sotto l’argine del Panaro, a pochi metri da un ponte di ferro anche lui color nebbia. C’è una casa padronale senza grandi insegne, un porticato che dà su un prato verde, un boschetto. La casa è un’osteria. Ce ne sono tante: qui è terra di osterie, ballo liscio una volta e adesso balli di gruppo.
Eppure la Lanterna di Diogene è un’osteria diversa. Nata nel 2006, ha lo stesso nome della Cooperativa Sociale fondata pochi anni prima da un gruppo di amici con un sogno comune: da un lato allevare animali e coltivare la terra, trasformando i prodotti nei piatti tradizionali della miglior cucina modenese; dall’altro costruire un’attività in cui potessero lavorare ragazzi e ragazze diversamente abili. Quel sogno realizzato, e al contempo in divenire, adesso è lì. In un ambiente rustico e caldo, i ragazzi del Centro di Terapia Integrata per L’Infanzia La Lucciola servono ai tavoli, illustrano con passione i piatti ai clienti e aiutano lo chef Fabio Sarti nella preparazione di primi e secondi piatti che nella zona fanno scuola. In sala, accanto ad una bella libreria a portata di cliente e a un buffet di antipasti dove trionfano le verdure, sono in mostra in una vetrinetta oggetti in feltro e ampolle di aceto balsamico tradizionale, frutto del lavoro dei ragazzi a La Lucciola. In questa struttura, nata molti anni prima dell’osteria (nel 1987), i ragazzi e i bambini in difficoltà vengono aiutati a crescere anche attraverso esperienze quali la cura dell’orto e degli animali, la produzione del feltro a partire dalla lana, la partecipazione alla vendemmia e alla pigiatura dell’uva per l’aceto balsamico, in un percorso dalla terra fino alla cucina e alla tavola dell’osteria.
Da questo punto di vista, l’acetaia della struttura è senz’altro uno dei fiori all’occhiello, anche per l’alto valore simbolico. Francesco Guccini e Caterina Caselli cantavano “Per fare un uomo ci voglion vent’anni”. Vent’anni. Lo stesso tempo necessario a produrre un buon aceto balsamico. Si imparano l’attesa e la pazienza, le trasformazioni lente, la delicatezza e l’ascolto. Esperienze uniche per i ragazzi del Centro, che imparano a lavorare per un altrove così lontano nel tempo, e intanto crescono. “Per fare un uomo ci voglion vent’anni” è stata cantata durante il concerto per l’Emilia del 2012, dopo il terremoto che ha colpito queste terre. Il sisma ha pesantemente danneggiato gli edifici e l’acetaia de “La Lucciola”, rendendo inagibile la sede della struttura. Ciononostante, le attività dei ragazzi proseguono in tre piccole casette prefabbricate. Fortunatamente il sisma ha risparmiato l’osteria La Lanterna di Diogene, il cui ruolo (anche economico) è adesso ancora più importante per il sostentamento del Centro. Sedersi ai tavoli dell’osteria è quindi non solo un modo per gustare il meglio della cucina locale, ma anche per condividere i frutti del lavoro di un gruppo di ragazzi disabili, le loro storie e le loro parole.
Dove: La Lanterna di Diogene – Via Argine, 20 – Solara di Bomporto (Modena) t.059801101. Prenotazione caldamente consigliata. Sono previste diete speciali per celiachia e intolleranze alimentari. La formula adottata è il menù a prezzo fisso.
Apertura: pranzo dal lunedì alla domenica | cena mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica.
Testo e foto di Devis Bellucci
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