Il “paese delle case in pietra” è un nome che evoca civiltà antiche e fa pensare a un borgo medievale animato da dame e cavalieri d’altri tempi. Questa specie di secondo nome accompagna Guardia Perticara, situato ai confini tra Potenza e la Collina Materana. Il comune lucano, assieme ad Acerenza, Castelmezzano, Pietrapertosa e Venosa, fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”: il club riunisce i paesi di particolare interesse storico e artistico al fine di salvaguardarli. Infatti, oltre a essere definibile come un monumento a cielo aperto, Guardia Perticara è il luogo dove sono stati ritrovati reperti archeologici risalenti al popolo degli Enotri tra l’ottavo e il quinto secolo a.C. Secondo gli autori greci, l’area occupata dagli Enotri andava dalla Calabria fino al Metaponto e la gente che vi era confluita proveniva dalla regione balcanica, da quella egea e dalla tirrenica. La necropoli ritrovata nel comune lucano offre uno spaccato sugli usi e costumi riguardo i riti funerari del tempo: i corredi ritrovati nelle tombe erano composti da gioielli femminili, da modellini zoomorfi e da vasi che richiamano da vicino i modelli greci. Le celebrazioni del simposio e del banchetto contaminano il rito enotrio, in quanto le
brocche usate per il vino accompagnavano i defunti per renderli partecipi del banchetto con Dioniso. In tal modo giungevano alla salvezza eterna grazie all’ebbrezza. Oggi, grazie al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Basilicata, l’APT e l’Amministrazione Municipale, è possibile visitare la mostra “Guardia Perticara, archeologia di un centro Enotrio” allestita fino al 10 ottobre. Per ulteriori informazioni rimandiamo al link di seguito.
Testo di Mauro Pinto
Foto di Antonio Tamburrino
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