I luoghi cult della città in un percorso per rivivere gli ultimi trent’anni di storia della musica.
Berlino è una città unica al mondo, dalla storia controversa e oscura, che ancora oggi ha attorno a sé l’aura inquietante della Guerra Fredda, del Muro, di una metropoli distrutta e poi ricostruita a tempo di record. Berlino è anche il luogo in cui le idee, la cultura e l’arte, per troppo tempo schiacciate da un regime, anziché spegnersi hanno continuato ad ardere per poi esplodere quasi violentemente con la fine della guerra invadendo ogni angolo della città.
Ancora oggi passare da Berlino Ovest a Berlino Est dà la sensazione di attraversare due città distinte. Ma c’è un percorso che più di altri unisce le due metà ed è quello che ha a che fare con la storia della musica. Il fervore artistico berlinese è da trent’anni a questa parte uno stimolo indescrivibile, che ha attratto i più grandi musicisti del mondo e ha segnato i percorsi artistici di tanti, forse tutti coloro che sono passati di qui.
La rivoluzione berlinese è partita proprio dalla musica e per l’esattezza dal Punk e dai suoi derivati, che negli anni Ottanta si diffusero a macchia d’olio creando una falla nel rigido sistema del regime totalitario tedesco e innescando un cambiamento socio-culturale che si rivelò poi fondamentale.
Testimonianza di ciò sono ancora oggi i molteplici centri sociali attivi in città, dei veri e propri centri culturali che uniscono la musica ad altre forme d’arte come il teatro, la fotografia e la performance. Due nomi su tutti: il Zapata, sito all’interno della celebre dimora di artisti Tacheles e l’Acud, un edificio straordinario dotato anche di teatro e cinema interno.
Un tour “musicale” berlinese non può che partire dal numero 155 di Hauptstrasse, nel quartiere Schöneberg a Berlino Ovest, dove in un appartamento senza pretese al secondo piano vissero per diversi anni David Bowie e Iggy Pop. Proprio qui nacque la celebre “Trilogia di Berlino”, un trittico di album scritti dal Duca Bianco con la collaborazione di Iggy e l’influenza della musica innovativa e controcorrente che attraversava la città in quell’epoca: il krautrock, il post punk, l’industrial e le sperimentazioni pop elettroniche dei geniali Kraftwerk, che citano l’incontro con i due artisti nel brano “Trans-Europe-Express”.
A Schöneberg venne scritta la famosissima Heroes, hit mondiale contenuta nell’omonimo album che divenne un vero e proprio inno dei berlinesi una volta liberati dall’oppressione del regime della DDR..
I dischi della trilogia vennero realizzati con la collaborazione di Brian Eno, altro artista rapito dal fervore culturale di Berlino al punto da farne la propria sede di lavoro e di vita per diversi anni. Heroes venne registrata nei mitici Hansa Studios a Potzdamer Platz, tutt’oggi attivi e, se si è fortunati, accessibili per una visita. Nelle sale degli Hansa hanno preso forma alcuni dei migliori lavori di Iggy Pop, Depeche Mode e U2, il cui album “Achtung Baby” del 1990 venne realizzato proprio qui, sotto la supervisione dell’onnipresente Brian Eno.
I Depeche Mode adoravano i rumori quotidiani della città al punto da scendere spesso a Potzdamer per registrare i “suoni” dell’ambiente metropolitano. Una volta raccolto sufficiente materiale, risalivano in studio e campionavano quella che erano soliti chiamare la ”voce viscerale” di Berlino, mixandola poi con i brani registrati.
Alla città era molto legato anche Michael Jackson, che riservò a Berlino alcune delle sue esibizioni più importanti, come ad esempio il mega concerto del 1988 a Berlino Ovest, seguito da centinaia di persone anche al di là del Muro grazie alla filodiffusione dell’audio voluta appositamente dall’artista, con una serie di altoparlanti che puntavano volutamente verso Est. Alla fine del live ci furono dei pesanti scontri tra le guardie di frontiera e i cittadini accorsi per sentire Michael, che incoraggiati dalle melodie di Jackson iniziarono ad urlare in coro ”The Wall must go” e tentarono di scavalcare il Muro. Tristemente nota alle cronache è un’altra vicenda berlinese vissuta dal Re del Pop, che alcuni anni più tardi mostrò al mondo il più piccolo dei suoi figlii facendolo oscillare pericolosamente da un balcone del lussuoso Hotel Adlon sulla Unter den Linden, appena al di là della Porta di Brandeburgo.
Per visitare questi e altri luoghi berlinesi simbolo della storia della musica, è possibile ricorrere a visite guidate come ad esempio il Fritz Music Tour, una passeggiata in mini van o a piedi della durata di quattro ore, per ripercorrere con il supporto di una guida esperta le orme indelebili degli ultimi trent’anni di storia del rock.
Testo di Alessandra Narcisi
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