Croazia da vedere | Spalato e il palazzo di Diocleziano

Spalato, la ridente cittadina sull’altra costa adriatica, ha un’origine piuttosto insolita che la differenzia da tutte le altre: è nata nel palazzo dell’imperatore romano Diocleziano. Nel lontano 295 d.C., infatti, fece iniziare la costruzione seguendo i dettami dell’epoca, secondo i quali i Romani edificavano da secoli accampamenti e città, cioè un disegno geometrico formato da un rettangolo diviso da due corridoi disposti a forma di croce. La realizzazione di tale opera richiese dieci anni, durante i quali Diocleziano presiedette ai lavori molto spesso, facendo continuamente la spola tra Roma e Spalato. Diocleziano, imperatore romano, ma di origine dalmata nacque a Salona o Dioclea nel 243 d.C., esauriti i suoi compiti di consolidamento dell’impero, nominò suo successore Massimiano Galerio e si ritirò dal potere per trascorrere in pace nella terra nativa gli ultimi anni della sua vita. Il grandioso palazzo fu eretto vicino a Salona – antica capitale della Dalmazia romana, fondata nel 78 a.C., con un lato prospiciente il mare usato come residenza per l’imperatore e la sua corte, il resto occupato dalla guarnigione e numerosi magazzini. Dopo otto anni di vita serena, anche se spesso turbata dalle continue vicissitudini dell’impero romano, Diocleziano vi morì di morte naturale.

Aveva quasi settanta anni. Nacque così il problema di come usare quella fastosa residenza, data la notevole dimensione – 30.000 metri quadrati – e dopo molte incertezze, divenne accampamento militare, quindi fabbrica di panni, e ancora mercato pubblico. Molto più tardi scacciati i commercianti, ad opera dell’imperatore Giulio Nepote, ebbero inizio ripetute escursioni di Avari e Slavi che costrinsero gli abitanti di Salona a rifugiarsi e barricarsi entro le sue mura: venne così alla luce Spalato, nome derivato forse da “ex palatio”. Oggi i turisti che arrivano dal mare possono ammirare il lungo atrio a colonne dell’antica residenza. Basta osservare con attenzione la facciata, in cui sono state fuse le recenti abitazioni fin quasi a mimetizzarsi, per rendersi conto che le vetuste strutture volute da Diocleziano, così incastrate alle altre, sono divenute immortali. Una volta all’interno si percepisce subito il concetto militaresco originario: le massicce mura perimetrali, le alte torri quadrate, la porta Aurea, la porta Ferrea, la porta Argentea e quella Bronzea, rappresentano la forte personalità di Diocleziano. L’ala nord era occupata dai soldati addetti alla vigilanza e da un nutrito stuolo di famigli e schiavi che provvedevano ai servizi, oggi, nonostante siano passati diciotto secoli e al loro posto ci siano moderni cittadini, la corte centrale fiancheggiata da colonne corinzie, è intatta, come se il tempo non fosse trascorso. Lì accanto, la scala di pietra e l’antica sfinge egizia di granito nero posta a guardia del mausoleo di Diocleziano, attualmente funzionante come cattedrale. Il modo migliore per ammirare le antiche mura del palazzo è salire sul campanile che, dall’alto dei suoi settanta metri, domina la città, il mare e le colline. Il panorama è superbo, specialmente guardando dalla parte del porto, dove la vita pulsa intensa.

La città si è estesa a macchia d’olio, con moderni ed efficienti quartieri, alberghi, negozi; ciò nonostante il cuore resta sempre tra le mura, là dove erano i quartieri personali dell’imperatore. Un intricato dedalo di stretti vicoli con archi, colonne e capitelli invita il visitatore alla scoperta, alla ricerca del passato. Passeggiando tra le mura senza l’assillo delle automobili si può stare tranquillamente in mezzo alla strada ad ammirare un monumento o a parlare con un amico. Il palazzo del Comune, in stile gotico veneziano, ora sede del museo etnografico, dà un’impronta tutta particolare alla piazza principale che, specialmente la sera, è molto frequentata dalla Spalato bene. La cittadina, essendo stata dominata da Avari, Ungheresi, Veneziani, Dalmati e Austriaci, racchiude diversi stili architettonici, evidenti specialmente entro le mura del palazzo, che fanno del luogo un centro di grande interesse per tutti gli amanti dell’arte. Non poteva mancare un museo archeologico che custodisce una interessante collezione di reperti romani dell’antica Salona. Tra i monumenti storici di maggior valore, testimoni di trascorse civiltà, va citato il Battistero, ricavato dal tempio di Giove; il campanile romanico del 1200; la chiesa di San Giovanni Battista, occupante l’area del vecchio tempio di Esculapio e le Procuratie, maestosi palazzi abitati dalle alte autorità della repubblica veneta. Spalato però, oltre ad essere un grande museo a cielo aperto è una moderna cittadina balneare, attrezzata per accogliere qualsiasi tipo di turismo. È consuetudine del visitatore trascorrere qualche ora seduto comodamente in uno dei caffè situati sulla terrazza esterna delle mura, ammirando il bel panorama che tanto amò Diocleziano. Sotto, lungo il Molo Tito, c’è il grande passeggio dei cittadini che, nella frescura della sera si ritrovano e ogni volta che s’incontrano, si salutano secondo la tradizione veneziana. Andare a Spalato non significa soltanto inebriarsi di sole e mare, ma arricchire lo spirito di sensazioni irripetibili. La sete di conoscenza e di conquista dei Romani ha lasciato prove tangibili della loro grandezza: opere che sfidano il tempo e da cui l’uomo moderno ha tratto tutti i benefici.

Testo di Simonetta Bonamoneta © RIPRODUZIONE RISERVATA | Foto web

Vai alle info utili

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.