I presepi di Napoli sono i più suggestivi e tradizionali e San Gregorio Armeno, nel cuore della città, ha uno spirito romantico inconfondibile.
“Te piace ‘o presepe?”. Il modo pacato, dolce e carico di sincero amore con il quale il grande Eduardo De Filippo recitava questa battuta nella commedia “Natale in casa Cupiello”, può riassumere, in modo esemplare, il legame e l’affetto che unisce i napoletani a questo simbolo religioso. Il presepe, per i fedeli cristiani, è la rappresentazione della nascita di Gesù. Le prime tracce risalgono all’epoca di San Francesco d’Assisi: in quel tempo, la scena della Natività era molto semplice e includeva, principalmente, le figure di Maria e di Giuseppe mentre accudivano il figlio appena venuto al mondo.
I secoli passano e la sua diffusione è inarrestabile, tanto che nel XVIII secolo nascono delle vere e proprie scuole come quella genovese, bolognese e napoletana. Proprio a Napoli iniziò, tra le famiglie benestanti, una competizione su chi costruisse il più bello. Per realizzarli non si badava a spese: le statue, in alcuni casi, occupavano intere stanze e venivano ricoperte da gioielli e tessuti pregiati. Non era riprodotta più solo la grotta della Natività, ma vi erano anche personaggi della società di quei tempi, tra i quali il vinaio, il pescatore, il pastore e la meretrice.
Le classi meno abbienti iniziarono ad averlo nelle proprie abitazioni solo nell’Ottocento: di certo, lo stile era meno sfarzoso, ma per fortuna, lo si incominciava ad apprezzare di più per il suo significato spirituale che per quello materiale. Proprio nella città partenopea, ancora oggi è molto forte la tradizione religiosa legata al presepe: è difficile trovare qualcuno che festeggi il Natale senza esporlo nella propria casa. E poco importa se viene realizzato in modo semplice ed essenziale o appariscente e ricco di decorazioni.
La suggestione che si prova nel vederne uno e nel riflettere su ciò che esso rappresenta, sprigiona una forza possente, capace di sconvolgere emotivamenteanche l’animo più freddo. Sotto certi aspetti, la sua preparazione ha un qualcosa di mistico, perché rappresenta un momento di unione e di incontro, che coinvolge l’intero nucleo familiare in un clima di gioia e di allegria. Questa sorta di rito prende il via, puntualmente, l’otto dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione: anche se il caso non lo richiede, in questa rappresentazione sacra, ogni anno viene aggiunto un piccolo particolare, non solo per il gusto di arricchirne il paesaggio, ma anche perché, per molti, è una sorta di gesto di ringraziamento per l’anno appena trascorso insieme alle persone care. Trovare oggetti legati a questo tema religioso non è difficile: basta fare una passeggiata nell’affascinante centro storico di Napoli, un intricato dedalo di vicoletti, ricco di storia, cultura, antiche tradizioni e divertimento. Qui si avverte in tutta la sua energia la vera anima e il folclore popolare.
Nelle immediate vicinanze dall’imponente Duomo, luogo di culto celebre anche perché al suo interno si compie il miracolo di San Gennaro, è situata la piccola e caratteristica San Gregorio Armeno. Questa è la strada degli artigiani, traboccante di simpatiche botteghe dedite all’arte presepiale, che si tramanda da generazioni: aperte tutto l’anno, riescono a regalare la sensazione del Natale anche nel caldo e torrido periodo estivo. Ma è con l’avvicinarsi del 25 dicembre che l’atmosfera si fa più suggestiva. Ai napoletani si aggiungono tantissimi turisti: un fiume impetuoso di persone, che rende difficile anche il solo passeggiare, tanto che a volte diviene necessario imporre il senso unico per i pedoni. In questo angolo di Napoli, aleggia uno struggente spirito romantico, che diviene ancor più magico al giungere della sera, quando l’oscurità viene schiarita da un mare di luci colorate sparse ovunque, mentre un gioioso e incessante vociare risuona tra le stradine circostanti. Anche il delicato senso dell’olfatto sarà premiato, perchè nell’aria si innalza un tripudio di invitanti e irresistibili profumi dei dolci tradizionali natalizi, come struffoli, roccocò e mustacciuoli.
Seguendo la direzione verso la quale si muove la folla, e non potrebbe essere altrimenti, si percorre la stradina stando praticamente incollati gli uni agli altri. I due lati di San Gregorio Armeno sono interamente ornati dalle sempre affollate botteghe, con le loro grandi e allegre vetrine. Nel camminare, si avvertirà la strana sensazione di sentirsi osservati da una moltitudine di occhi. No, non sono quelli dei curiosi qui accorsi, bensì, quelli delle statuine di terracotta dei personaggi realizzati in maniera estremamente realistica. Veri e propri capolavori, molte dei quali lavorati a mano e curati, con straordinaria pazienza, nei più piccoli particolari. Altri splendidi tesori in bella mostra sono le casette in sughero o cartone, gli elementi paesaggistici in generale, ma anche presepi già pronti. Difficilmente si potrà resistere alla tentazione di acquistare qualche oggetto. Ce ne sono talmente tanti da avere solo l’imbarazzo della scelta. E si può essere certi che, quando si tornerà a casa, si sarà felici di aver con sé opere di incredibile bellezza, che le mani sapienti dei maestri artigiani hanno trasformato in preziosi scrigni che custodiscono secoli di tradizioni e cultura.
Testo e foto di Gabriele Laganà |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Info utili
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Dove dormire: proprio a San Gregorio Armeno, al numero 21, sorge “Il Campanile”, elegante e ospitale bed and breakfast, situato in un edificio del 1500. I prezzi partono da 70 euro a stanza.
Dove mangiare: nel centro storico di Napoli ci sono tantissimi locali dove gustare del buon cibo. Uno di questi è “L’Antica Pizzeria da Michele”, in via Sersale 1/3/5, traversa di Corso Umberto. Ambiente simpatico e ospitale, serve ottime pizze per tutti i gusti, preparate con ingredienti di prima qualità.
Shopping: tante ed eccellenti sono le botteghe presepiali presenti a San Gregorio Armeno. Da segnalare “Il mondo dei pastori”, in via San Gregorio Armeno 46, che propone oggetti di ottima fattura.
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