
Avere 50 anni e non dimostrarli: questa è l’età della funivia Freccia nel Cielo, inaugurata a Cortina nel 1968, di proprietà della famiglia Vascellari. Una costruzione ardita e innovativa per quei tempi, frutto del lavoro manuale di tecnici e operai, che sfidarono la montagna e resero celebre l’impianto. A raccontarne magistralmente l’impresa, la passione e la volontà di riscatto per un territorio che voleva emanciparsi, ci hanno pensato Marco di Marco, giornalista, e Andrea Bagnoli, architetto, coautori di un bellissimo libro “Una famiglia, tante imprese, una storia”, dedicato alla Marmolada, Regina delle Dolomiti e alla Freccia nel Cielo, corredato di numerose foto d’epoca.
La funivia, che un tempo era un capolavoro dell’ingegneria di montagna, parte dal piazzale dietro lo stadio del ghiaccio e raggiunge Cima Tofana a 3.244 metri, la terza cima più alta delle Dolomiti, dopo aver superato le due stazioni intermedie: Col Drusciè (1.778 metri) e Ra Valles (2.470 metri). fino a raggiungere Cima Tofana a 3.244 metri, la terza cima più alta delle Dolomiti. Che meraviglia! Mentre la cabina si incunea tra spuntoni di roccia e strapiombi, abbiamo l’impressione di poter toccare le montagne con un dito.
In occasione della festa per i 50 anni della Funivia è stato presentato ufficialmente anche il progetto di miglioramento dell’impianto, in vista anche dei Campionati mondiali di sci alpino del 2021, che si terranno a Cortina. Freccia nel Cielo si rinnova, con un nuovo look per la stazione a valle, mentre si velocizzano il transito e la portata. Questa “innovazione punta all’aumento di qualità nel servizio proposto anche attraverso il miglioramento del comfort del turista durante il trasferimento fra Cortina e Col Druscié in tutte le stagioni; i tempi di attesa per la salita si ridurranno e potranno essere trasportate più persone verso la prima stazione intermedia. Da un’unica cabina con una capienza di circa 70 persone si avvicenderanno cabine da 10 posti ciascuna”.
Il progetto, fortemente voluto dalla famiglia Vascellari, porta la firma dell’architetto Claudine Holstein e dello studio G22 Projects e mira alla riqualificazione di tutto l’impianto nel rispetto dell’ambiente. Sul piatto anche problematiche vecchie, come la viabilità e la burocrazia, e nuove, come la candidatura di Cortina alle prossime Olimpiadi Invernali del 2026. La montagna ampezzana ha delle difficoltà, ma l’entusiasmo non manca, come testimonia Kristian Ghedina, discesista e atleta di punta della Nazionale Azzurra, uno che le piste delle Tofane le conosce bene. Questo straordinario comprensorio richiama migliaia di turisti durante tutto il corso dell’anno, sia per la bellezza delle Dolomiti, Patrimonio Unesco, sia per la qualità degli impianti di risalita che sono oggetto di costante e severa manutenzione.
Se al giorno d’oggi la montagna sembra non aver segreti, in realtà necessita sempre di preparazione e prudenza; qualità che non mancavano alle intrepide guide alpine locali che conquistarono le vette ampezzane prima dell’avvento delle funivie. Proprio per ricordare le loro gesta si è dato vita alla mostra Per Aspera ad Astra, inaugurata a Cima Tofana il 22 luglio e aperta fino al 23 settembre 2018, in collaborazione con le attuali guide. Le fotografie su cui si basa la mostra saranno visibili, sia al secondo piano della stazione di Cima Tofana, sia nella città di Cortina, in un tentativo di “ricreare quel connubio fra la valle, che ha dato i natali a quegli impavidi scalatori, e le cime, che li hanno resi famosi”. Gli appassionati di storia, infine, potranno visitare l’interessantissimo museo dedicato alla Grande Guerra, in Marmolada, che raccoglie numerosi cimeli.
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Testo di Cinzia dal Brolo. Foto di Nicola Sauro | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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