Placido specchio d’acqua, il Lago D’Orta o Cusio è separato dal Lago Maggiore dal crinale del Mottarone, e dalla Valsesia da una corona di basse montagne. Sulle sue sponde gioielli da svelare, dimore di design e ville moresche.

Di origine glaciale, il lago D’Orta ha la rara particolarità fra i bacini alpini di possedere un emissario a nord, il Nigoglia, presso Omegna.
Il lago attira un turismo internazionale che ne apprezza il fascino romantico, la tranquillità, la natura ben conservata. E ospita sulla riva sinistra il celebrato gioiello secentesco di Orta, su cui affaccia l’Isola di San Giulio.
La riva destra

Sulla riva destra, la meno blasonata e battuta dai turisti, ma apprezzata a livello internazionale per le tante aziende che dagli anni cinquanta producono rubinetteria di raffinato design esportata in tutto il mondo, ci sono angoli scenografici e località da scoprire.
E diverse ville immerse nel verde di parchi secolari, alcune dall’architettura ardimentosa, come quella che svetta mostrando un profilo a forma di rubinetto. Alla sponda più quieta e laboriosa si può accedere dall’alto visitando il settecentesco Santuario della Madonna del Sasso, a Boleto, posto su un panoramico sperone di roccia, e scendere fino al grazioso paese di Pella. Proseguendo sulla provinciale, anche con una piacevole passeggiata, si raggiunge Ronco, sentieri acciotolati e buen ritiro di molti stranieri.
Pella, la dolce

Recenti ricerche archeologiche indicano la presenza qui di insediamenti già nell’Età del Ferro. Ma lo sviluppo del borgo antico si ha in epoca medievale e successivamente, tra l’Ottocento e i primi del Novecento. Entrando dalla passeggiata sul lago, lungo una suggestiva pedonale acciottolata, si apprezzano edifici storici e una diversa prospettiva, forse ancor più scenografica, dell’Isola di San Giulio.
Fra le case si nota facilmente il torrione, ultima testimonianza di un poderoso sistema difensivo costruito durante il Medio Evo. Più oltre, verso l’imbarcadero, dove culmina la passeggiata, Piazza Motta pare un salottino vista lago.
Casa Fantini lake time

Quasi tutto il lato sinistro è occupato dalle pertinenze di Casa Fantini/Lake Time, un originale e fascinoso mélange fra un hotel cinque stelle e una dimora di charme. Volutamente solo 11 camere – 5 Superior, 4 Prestige, 2 Suite – tutte con vista lago.
Un bel giardino all’inglese avvolge l’elegante piscina, i lettini e alcuni tavoli all’aperto. La parte moderna nelle sue linee calde e rigorose si integra armoniosamente con la parte ottocentesca. Al piano terreno dell’edificio antico, affacciato sulla piazza, il Blu Lago Cafè è il bar dell’hotel per una pausa rilassante con selezioni di prodotti d’eccellenza; all’interno, o comodamente seduti presso la pedana esterna.
Colazioni e relax

Casa Fantini/Like Time rappresenta certamente un unicum nell’hotellerie italiana. Non solo si tratta di un concept hotel, ma la sua identità si fonda sulla ricerca di una formula legata al tempo e al lago. Dunque una casa dove lasciarsi andare allo scorrere delle ore, affidandosi ad un’accoglienza discreta e puntuale, liberi di godere ogni angolo comune percependo il silenzio rigenerante e il karma di un lago fra i più romantici d’Europa.
Uno dei tratti caratteristici è anche la cura meticolosa dei dettagli, e il desiderio di introdurre gli ospiti alla creatività della storica azienda Fantini Rubinetterie, situata poco oltre le mura di cinta dell’hotel. È stata infatti la giovane Daniela Fantini a voler creare la Casa nel solco dei valori di famiglia, gentilezza e ospitalità, e a far sì che ogni anno le stanze e le suite abbiano rubinetterie nuove e diverse, seguendo l’evoluzione del design aziendale.
Creatività e territorio

La cucina ricercata ma mai eccessiva, affidata al giovane e talentuoso chef Paolo Bullone che sa come coniugare creatività a valorizzazione delle produzioni territoriali, coccola gli ospiti fin dai pani, torte e brioches fragranti del mattino, alle seduzioni della cena, magari al lume di candela con le luci dei monti e dell’isola spennellate sulle acque calme del lago.
Per un gruppo di amici o per una famiglia numerosa o due famiglie che vogliono condividere le vacanze, fino a 22 persone, Casa Fantini si può avere in esclusiva per vivere un soggiorno come a casa ma con tutti i servizi di un luxury hotel.
Celebrato da poeti e letterati

La bellezza del lago D’Orta è stata celebrata da poeti e letterati. Così ad esempio Balzac: “Un delizioso piccolo lago ai piedi del Rosa, un’isola ben situata sull’acque calmissime, civettuola e semplice […]”. Per Piero Chiara: “Orta, acquarello di Dio, sembra dipinta sopra un fondale di seta, col suo Sacro Monte alle spalle, la sua nobile rambla fiancheggiata da chiusi palazzi, la piazza silenziosa con le facciate compunte dietro le chiome degli ippocastani, e davanti l’isola di San Giulio, simile all’aero purgatorio dantesco, esitante fra acqua e cielo”.
Nessuna lapide lo ricorda, ma tra i grandi personaggi che Orta ha ospitato si annovera una delle figure cardine della filosofia contemporanea: nel 1882 un pomeriggio, al Sacro Monte, Nietzsche incontrò la giovanissima Lou Salomé e iniziò l’amore per lei.
L’isola e il serpente

Al centro come in un quadro l’isola di San Giulio, che racchiude innumerevoli testimonianze di storia e di civiltà. Secondo la leggenda l’isola un tempo era dominata da un grosso serpente che aveva distrutto ogni cosa. Ma quando Giulio, un Santo viaggiatore che comandava alle onde, alle tempeste, agli animali feroci e agli uomini, si avvicinò al lago, stese la mano e quindi il suo mantello sull’acqua e salendovi quasi fosse un’imbarcazione si diresse al largo senza bagnarsi, il serpente sparì.
Poi Giulio guardò l’isola che gli apparve come un’immensa roccia nuda. Stanco e vicino alla morte volle eleggere quel luogo come sua ultima dimora e decise di costruirvi la sua centesima ed ultima chiesa. Il mito del serpente (o del drago) sarebbe oggi soltanto argomento buono per spaventare marmocchi capricciosi, non fosse per l’enorme vertebra ritrovata nel 1600 e conservata nella sacrestia della Basilica di S. Giulio.
Meglio lasciar trattare la questione a chi di enigmi e bambini se ne intende, avvero al compianto Gianni Rodari, nativo di Omegna, un tempo polo industriale e oggi gradevole cittadina all’estremo nord del lago, e al suo C’era due volte il Barone Lamberto ovvero I misteri dell’isola di San Giulio.

La riva sinistra e Orta elegante e antica
Orta è un superbo ed antico paese che si affaccia sull’omonimo lago, quello che i Romani chiamavano Cusio, proprio di fronte alla misteriosa e mistica Isola di San Giulio. L’impianto architettonico di Orta tradisce origini medievali, con le strette viuzze acciottolate, i tetti di beola grigia, i colorati gerani alle finestre e le case serrate tra loro a costituire un unico gioiello.

La piazza Motta prospiciente il lago è contornata da palazzi signorili, tra i quali il cinquecentesco “Palazzotto”, che fu l’antica sede dell’Università della Riviera, la quattrocentesca “Casa dei Nani” e risalendo una magnifica scalinata, la Chiesa dell’Assunta. I colori dominanti del luogo sono l’azzurro del lago ed il verde dei boschi circostanti, che va a perdita d’occhio e connota il paesaggio in maniera inequivocabile: alberi secolari, dalle chiome imponenti, arricchiscono i parchi ed i numerosi giardini.
Villa Crespi e il Sacro Monte

Molte le ville padronali, alcune dal disegno originale. Come Villa Crespi, all’ingresso della cittadina. Si tratta di una splendida dimora moresca edificata nel 1879, dominata da un imponente minareto. Ispirata dai viaggi di Cristoforo Benigno Crespi, cotoniero di successo che rimase incantato dal fascino di Baghdad, ospita oggi un hotel ed un ristorante pluristellato, degni di un maraja. E’ la maison di Antonino Cannavacciuolo che accoglie nelle belle sale con i superbi menu della sua cucina.
Tutta l’area del lago assume rilevanza ambientale ed in modo particolare la “Riserva Naturale Speciale” del Sacro Monte, sopra l’abitato di Orta, nella quale natura ed architettura si fondono meravigliosamente: qui sono visitabili venti cappelle (secoli XVI e XVII) che con 376 statue in terracotta policroma e 900 affreschi narrano la vita di San Francesco d’Assisi, in un’atmosfera di struggente religiosità.
Sopra al lago

La sponda sinistra ci avvicina al Lago Maggiore. Ne approfitteremo per vedere i “Muri dipinti” a Legro. Le pitture parietali esterne di case e mura hanno come tema il cinema, in onore dei tanti registi che ad Orta e sul suo lago hanno ambientato film di successo. Poco oltre si arriva a Miasino. Qui Villa Nigra è una delle dimore più rappresentative della riviera di Orta. Il primitivo edificio a corpo unico risale alla fine del Cinquecento e fu ampliato tra il 1681 e il 1725: furono aggiunti una nuova ala e un corpo a duplice loggiato al primo e al secondo piano verso il giardino.

Ad inizio Ottocento la villa fu acquistata dai Nigra, ricchi proprietari terrieri. E fu l’architetto Carlo Nigra, autore di numerose pubblicazioni d`arte, nonché di grandi opere di restauro, ad apportare le ultime modifiche. In attesa di completare del tutto i lavori di recupero dell’intero stabile il Comune di Miasino, che ne è proprietario, ha voluto ampliare la fruizione di questo spazio eccezionale, affidando alla Taverna Antico Agnello il compito di deliziare il palato dei visitatori.
Info utili
Per maggiori info su Casa Fantini Lake time, visitare il sito ufficiale.
Testo Teresa Scacchi e foto Teresa Scacchi|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com