Civita di Bagnoregio. La città che muore

Il borgo destinato a scomparire

civita-di-bagnoregioCosì come le anime volano in cielo lasciando dietro di loro la scia del ricordo, anche alcuni paesi sono tristemente destinati a scomparire. È questo il caso di Civita di Bagnoregio (VT), “la città che muore”.

Vederla in foto e trovarsela davanti agli occhi dal vivo non è esattamente la stessa cosa. Civita di Bagnoregio è lassù su un’altura alquanto precaria e ai suoi piedi solo rocce di tufo e argilla. Il verde acceso in primavera e i colori caldi in autunno circondano i calanchi e a vederla così nessuno si aspetterebbe, un giorno, di non trovarla più.

Quasi un’equilibrista: Civita di Bagnoregio vive ogni giorno nel suo delicato up and down tra vita e morte. Si, perché il destino del borgo è quello di scomparire. Ancora pochi anni, dieci, massimo venti e poi verrà il suo giorno. Il Borgo è condannato a subire l’azione erosiva degli agenti atmosferici, che lo modellano e gli sottraggono ogni anno centimetri di vita.

Fondata 2500 anni fa dagli Etruschi, Civita sorge su una delle più antiche vie d’Italia, importante nodo di congiunzione tra il Tevere e il lago di Bolsena. Una delle maggiori testimonianze del passato etrusco è il cosiddetto Bucaione, un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell’abitato, e che permette l’accesso, direttamente dal paese, alla Valle dei Calanchi.

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Si parla tanto di “città che muore”, ma in realtà Civita sta ritornando a vivere. Il turismo, sia italiano che straniero, è in continua crescita e permette al borgo di mostrarsi in tutta la sua particolarità. Tanti i motivi che attraggono i visitatori, il suo destino in primis. In più, oltre a panorami e paesaggi meravigliosi, ciò che colpisce è l’atmosfera del borgo, che appare come un luogo “musealizzato”, un esempio – tra i pochi in Italia – di villaggio tardo-medievale rimasto immutato nel tempo.

di Ilaria De Pasqua |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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