Un’inchiesta di Altroconsumo ha indagato i cambiamenti strutturali adottati dagli stabilimenti balneari a causa di Covid-19. Ne è risultato un aumento medio della tariffa giornaliera del 12%

Come si stanno organizzando gli stabilimenti balneari italiani per affrontare la stagione estiva? Quali i costi per gli utenti finali? La necessità di ripensare la fruizione degli spazi è un tema che ha mobilitato già da questa primavera gli stessi gestori di stabilimenti balneari.
Non a caso ricordiamo tutti il dibattito, dai toni pungenti o spiritosi, sulla opportunità di ricorrere al plexiglass sulle spiagge per assicurare il distanziamento sociale.
È evidente che le misure necessarie per il contenimento della diffusione del virus inevitabilmente andranno a generare nuovi costi e porteranno a mancati guadagni rispetto agli anni precedenti.
Allo scopo di approfondire la materia Altroconsumo ha svolto un’indagine all’inizio di giugno attraverso interviste telefoniche ai titolari di 117 stabilimenti lungo la Penisola.
Distanziamento sociale in spiaggia

L’intervista ha riguardato anzitutto le misure adottate per garantire la protezione dei propri clienti e dello staff. Nessuna tra le strutture intervistate ha installato divisori in plexiglass sulla spiaggia, ma in tutti i lidi sono rispettate le distanze fra gli ombrelloni (minimo dieci mq di spazio per ognuno).
Sotto l’ombrellone ai clienti è permesso di non indossare la mascherina; è tuttavia obbligatorio utilizzarla al bar della spiaggia o quando si interagisce con altre persone. In alcuni bagni è stata chiusa l’area giochi per i bambini; in altri l’ingresso è stato contingentato. Inoltre, in alcuni lidi non è possibile ricevere ospiti esterni allo stabilimento (questa consuetudine peraltro era già in uso in alcune strutture).
Interessanti alcuni aspetti emersi dall’indagine. In alcune località, ad esempio a Cervia, i bagnanti dispongono di uno spazio fra i 12 e i 25 mq per ombrellone come negli anni precedenti. Nella classifica per il maggior spazio dedicato a ogni ombrellone, al secondo posto si colloca Castiglione della Pescaia (10-18 mq), seguito da Anzio, Porto Recanati, Litorale Palermitano (10-16 mq); infine, Finale Ligure (10-12 mq) e la Penisola Sorrentina (n.d).
Altre misure che i gestori hanno dovuto adottare sono la disponibilità di gel igienizzante per le mani, l’inserimento di segnaletiche e informative specifiche sulla spiaggia e nei bar. Provvedimenti che comportano costi aggiuntivi per l’imprenditore, oltre alla riduzione delle entrate a causa della minore disponibilità di ombrelloni.
Incremento della tariffa giornaliera

Secondo l’indagine, le tariffe praticate per il mese di agosto per un ombrellone e due lettini, rispetto a quelle dell’anno precedente, hanno visto un incremento tariffario medio del 5% per l’abbonamento mensile, del 15% per il settimanale e del 12% per il giornaliero.
A Finale Ligure i bagnanti pagheranno il 35% in più per la tariffa giornaliera. Sempre a Finale Ligure, tra le mete considerate, si registra anche l’unico caso di riduzione della tariffa per l’abbonamento mensile (-13%); questa scelta è dovuta probabilmente per fidelizzare i clienti che trascorrono nella località l’intero mese.
Considerando la media della variazione annuale dei costi di ogni località balneare, troviamo al primo posto la Penisola Sorrentina con un aumento medio del 32%, seguita da Finale Ligure con un +16%; segue Anzio che registra un incremento del 14%, Castiglione della Pescaia con un +9%; infine il Litorale Palermitano che ha aumentato i prezzi solo dell’1%.
Inevitabile d’altra parte che i nuovi interventi strutturali abbiano determinato un conseguente aumento dei costi. Misure d’altra parte indispensabili, visto l’abbassamento della guardia porta alla nascita, in alcune situazioni, di nuovi focolai. Il refrain che dovrà accompagnarci nell’estate 2020 sarà dunque: stiamo all’erta e scegliamo le situazioni ambientali che possano garantirci la migliore sicurezza.
testo di Licia Zuzzaro |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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