Viaggio in Sri Lanka tra mare e natura: il cuore verde dell’Isola Splendente

Una manciata di ore di volo e il terminal Milano Malpensa si trasforma nella colorata vita di Colombo, in Sri Lanka. Qui la natura sgorga da radici millenarie: linfa vitale capace di intessere lo spirito dei luoghi, e di noi stessi, del legame con Terra, un rapporto originario di cui in Occidente abbiamo perso dimestichezza.

In Sri Lanka esistono 9 parchi nazionali: Bundala, Gal Oya, Horton Plains, Kaudulla, Minnerya, Uda Walawe, Wilpattu, Yala e Yala East. Luoghi come Sinharaja Forest Reserve, ricercata dagli appassionati di birdwatching e Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1989, costituiscono un ormai esile frammento di foresta pluviale vergine non ancora estinto. Serpenti, coccodrilli, oltre 50 varietà di pesci percorrono i labirinti di lagune e foreste immense, che, tuttavia, oggi a stento riescono ancora a proteggerli. Aquile, farfalle, merli, pipistrelli immensi nei cieli della sera insieme ai fragili, elegantissimi fenicotteri illuminati dal tramonto sono solo alcuni dei mille occhi che si intravedono nel fitto di una jungla che si estende a perdita d’occhio, facendo perdere le tracce attraverso sentieri sfocati nell’ombra. In Sri Lanka sopravvivono circa 92 specie di mammiferi e 435 di uccelli, di cui 26 endemiche: 42 le specie, fra cui i leopardi, a rischio di estinzione.

Sri Lanka: una terra antica, dove seguire i percorsi mistici di tradizioni religiose che non possono non contaminarsi, affondando una nell’altra, nel pericolo e meraviglioso rischio di un senso del sacro che si immerge nella potenza della natura, superba e immensa.
Qui l’umanità, pura e cruda, si riscopre nel volto millenario dei contadini: mani che affondano nella terra e che, faticosamente, cercano di coltivare il coraggio di immaginare il futuro attraverso le colture tradizionali. Assaporando un boccone, si mastica la Terra: con la sua fatica dolorosa, l’ineffabile speranza.
La cucina, ricca di spezie, forte di una semplicità orgogliosa, testimonia il viaggio attraverso secoli di storia dove si intrecciano guerre e commerci. Il singalese, lingua ufficiale insieme a inglese e tamil, è lo specchio delle dominazioni, oltre che della complicata politica che ha dominato lo Sri Lanka, Paese in cui le diversità sono purtroppo giunte a esiti dolorosi per l’intera popolazione. Ceylon, il cui nome ufficiale restò in vigore fino al 1972, lacrima dell’India, come viene considerata a causa dell’estrema vicinanza al territorio indiano, dopo un ventennio di lotte fra singalesi e tamil, oggi gode di una fragile pace: un’atmosfera preziosa in cui percepire la sostanza di una vita differente, che scandisce il ritmo di un battito ancestrale.

Il 70% della popolazione segue il buddhismo Theravada, predominante insieme alla religione induista, seguito dall’Islam e una percentuale cristiana. In Sri Lanka capita di frequente di incontrare imponenti templi buddhisti intrecciarsi con le tradizioni dell’Induismo. Nel Tempio del Dente a Kandy, uno dei luoghi più sacri del Paese, le preghiere si innalzano nel cielo attraverso il denso fumo dell’incenso: una nube fitta nella luce tremula delle candele votive, mentre i tamburi risuonano senza sosta, immerge i viaggiatori in un’atmosfera di profonda spiritualità. La delicatezza gentile dei fiori di loto da lasciare ai piedi di statue immense, che ancora più chiaramente indicano la piccolezza umana, si mescola ai sari candidi delle donne richiamate dall’ora della preghiera al tramonto. La magia diviene intensa, nella sera percorsa dall’intenso baccano della moltitudine di merli e pipistrelli in volo tra gli alberi.

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