Proseguiamo oltre la demarcazione ultima della Via Francigena, sullo spartiacque segnato dal passo del Monginevro e lasciamo alle spalle le mete del prellegrinaggio italiano quali l’Abbazia di Novalesa, tesoro indicusso di arte e spiritualità, e la Sacra San Michele, complesso monumentale che ispirò Umberto Eco per “Il nome della rosa”. Ecco Briançon, importante centro del traffico intralpino, che propone a turisti, ricchi menù gastronomici del Sei e del Settecento e li invita a riscoprire i forti sapori del territorio delle Hautes-Alpes come caillettes alle erbe, brasato di agnello marinato nel vino, cavolo rosso ai marroni, gallette alle noci, la toupina (ossia un miscuglio di toma e resti di formaggi) e rézule per dolce, sfogliata di composta alle pere. Nei mesi estivi, il sole riscalda le ore della meridiana di Place du Temple, decorata secondo la tecnica italiana dell’affresco sulla facciata della Collegiata. Fuori dalla fortificazione, fatta erigere dal militare francese Vauban nel XVII secolo e diventata nel 2008 Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, la strada collega la città alta a tappe importanti di una cristianità radicata, dove si erigono basiliche di valore architettonico indiscusso e monasteri dove il silenzio sembra parlarci: due grandi esempi sono la Cattedrale di Embrun, quarto Tesoro religioso di Francia, sorta in un borgo a strapiombo sulla Durance e il Santuario di Notre-Dame du Laus, dove un ostello ospita i pellegrini più devoti. In prossimità di Forcalquier, già nel territorio della più pittoresca Alta Provenza, sorge su un monticello il priorato di Salagon: testimonianza dell’arte romanica. All’interno della chiesa le decorazioni dipinte rosso puro realizzate dalla contemporanea Aurélie Nemours. quattrocentesche che ben si accostano alle vetrate di colore.
Sempre all’interno del sito di Salagon il “giardino dei semplici” è il terreno destinato alla coltivazione delle piante campagnole, mentre un tipico esempio di hortus conclusus contiene piante alimentari come cereali, aiuole medicinali e erbe utilizzate per antichi sortilegi. Il “giradino delle fragranze”, più in disparte, si presenta come uno spazio botanico di piacere, mentre quello dei “tempi moderni” dispone di piante utili e ornamentali più sensibili al freddo che svernano sotto una serra accanto a una piccola foresta di querce bianche. Arrivati poi nel centro di Forcalquier, nelle vicinanze dei caratteristici Bistrots des Pays, ecco sorgere le Counvent des Cordeliers (ossia il Convento dei Francescani del XIII secolo) e accanto l’Università Europea dei Sentori e dei Sapori, vale a dire un centro di formazione e di ricerca all’interno della quale, in occasione di workshop, ciascun partecipante può elaborare un profumo ideale, scegliendo un’ alchimia personale di essenze. Prima di arrivare ad Arles, tappa ultima di un cammino ramificato, o nellla conosciuta Avignone, una serie di altri siti di interesse architettonico, storico e spirituale attirano inevitabilmente l’attenzione dei turisti più infiammati offrendo loro la visione di scorci deliziosi e una percezione di forte religiosità.
Testo e foto di Raffaela Cuccu
Per maggiori informazioni consultare il sito delle Hautes-Alpes o chiamare il t. +33 04 92 31 57 29
Tra i Bistrot nelle vicinanze di Forcalquier: Le Bistrot de Pierrerue – maryvonne.kutsch@orange.fr t.+33 04 92 75 33 00
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