Una giornata insolita trascorsa allo Space Center Kennedy in Usa per gli amanti dello spazio.
Chi di noi non ha mai sognato di essere un’astronauta o almeno una volta non si sia immedesimato in un eroe interplanetario guardando film come Guerre Stellari, Star Trek o Apollo 13? Chi non si è mai incantato davanti alla meraviglia delle immagini della terra viste da un satellite o dall’oblò della stazione orbitante? Chi non ha mai pensato che magari un giorno la nuova “casa” degli umani sarà Marte, Venere o ancora un altro pianeta di una galassia tutta ancora da scoprire?
Se siete tra queste persone allora una possibilità di provare queste forti emozioni anche restando sulla terra esiste, passando una giornata all’insegna della esplorazioni spaziali e toccando con mano le dotazioni che hanno portato l’uomo sulla Luna. Infatti esiste un posto dove l’evoluzione delle esplorazioni umane fuori dell’orbita terrestre, dai primi lanci alle ultime sonde che stanno esplorando il nostro sistema solare ed anche più in là, qui è attualità ed il suo nome è Kennedy Space Center in Florida. Si trova a Cape Canaveral e al solo pensiero di arrivare qui e anche solo di pronunciare le parole che costituiscono il suo nome ci fanno subito emozionare e il pensiero vola a quanto di più straordinario l’uomo sia riuscito a fare superando quella barriera invisibile che è al di là del cielo.
Il Kennedy Space Centre può essere considerato una via di mezzo tra un parco giochi e un centro di divulgazione scientifica; si trova all’interno di un lembo di terra posto di fronte alle coste della Florida non molto distante da Orlando.
Solo a guardarla da una cartina sembra piuttosto un’isola, dove comunque i collegamenti con la terra ferma sono ricavati attraverso veri e propri pontili che solcano le acque marine e dai quali, in effetti, si comprende come ciò renda molto semplice il presidio ed il controllo degli accessi. Che si tratti di un posto quasi mistico lo si capisce da lontano, da molte miglia prima di arrivare, in quanto ad un certo punto tutto si fa disabitato e la strada conduce esclusivamente al perimetro della base; nell’avvicinamento si ha la netta sensazione di dirigersi in un posto allo stesso tempo fantastico ma anche molto sorvegliato. A dare il benvenuto, visibile chiaramente già 20 km prima di arrivare all’ingresso, vi è l’enorme hangar conosciuto come Vehicle Assembly Building (VAB), che non a caso ha mantenuto praticamente fino a poco fa il primato di edificio più grande del mondo. Basti pensare che è alto 160 metri e all’interno del suo volume potrebbe entrare 4 volte l’Empire State Building! Il logo NASA, la bandiera degli USA, nonché il portone a sette sezioni dai quali abbiamo visto in tv o al cinema uscire i razzi spaziali è li ad attendere quanti passano, fieri e maestosi come solo poche realizzazioni umane al mondo sanno comunicare al solo sguardo.
La giornata qui è certamente intensa, quindi arrivare all’apertura delle ore 9 è senz’altro la cosa più opportuna da fare essendo consapevoli che c’è da sfruttare ogni minuto e per i sognatori, vi assicuro, che uscire alle 18 rappresenterà una sfida grande quanto un lancio lunare! All’ingresso del parco, unitamente all’acquisto del biglietto, sono disponibili visite guidate, un pranzo con l’astronauta o perfino l’esperienza unica di sostituirlo almeno per un giorno; in questo caso si parte con un briefing pre lancio, il training esattamente come quello ufficiale dei professionisti dello spazio fino alla simulazione di una missione completa. Qui gli astronauti ci sono davvero, e vi sembrerà incredibile poterci parlare e poterli toccare con mano, in fondo questa è davvero casa loro! Di conseguenza se visitando il Rocket Garden, dove fanno bella mostra di sé i diversi razzi originali utilizzati nelle varie missioni, vi si avvicinerà un uomo e vi accompagnerà verso la rampa di accesso utilizzata nei lanci, e vi aiuterrà ad entrare in una capsula vera, come fecero i primi astronauti, non è un sogno, ma una realtà.
Sarà in quel momento, che rendendosi conto di quanto poco spazio avessero a disposizione, e ascoltando i racconti di chi con quella capsula ha fatto un giro fuori dall’orbita, si avrà la certezza che non è solo fantascienza, ma che davvero l’esplorazione dello spazio è una solida realtà. Il cinema IMAX, all’interno del parco, trasmette in 3D le proiezioni di immagini inedite NASA, illustrate dalle voci di Leonardo di Caprio, Tom Cruise e Tom Hanks; sarà l’unica cosa che vi darà l’illusione di trovarvi in un film o in un romanzo. I video sulle teorie di Robert H. Goddard, Herman Oberth, Konstantin Tsiolkovsky e Wernher von Braun sono la voce della storia di chi ha consentito i lanci dei primi razzi e i passaggi che avrebbero rivoluzionato il mondo: dalla navicella sovietica Sputnik a quella statunitense Explorer fino al primo uomo sulla Luna. La corsa del primo uomo nello spazio fu vinta dai russi con Yuri Gagarin entrato in orbita il 12 aprile 1961 ma ciò fu lo spunto per lo storico discorso con cui i l presidente Kennedy, nel maggio successivo annunciò’uomo sulla Luna entro la fine del decennio.
Fu così che gli sforzi si concentrarono sul programma Gemini i cui risultati furono utilizzati dal programma Apollo che finalmente, nel luglio del 1969 consenti a Neil Amstrong di calpestare la superficie lunare. Qui è tutto stupefacente, ma indimenticabile e quanto mai impressionante è la visita all’ hangar che accoglie il razzo Saturn V famoso appunto per essere il vettore che ha consentito tutto ciò, usato per le altre 17 missioni. Dopo i moltissimi successi e anche alcune tragedie (Challenger 1986 e Columbia 2003) il programma Shuttle è terminato da pochi mesi e anche grazie a questo si possono vedere qui i superstiti (Atlantis, Endevour ed Explorer) che si stanno preparando per diventare le prossime attrazioni del parco ed essere esposti nei più prestigiosi musei del mondo. In ogni caso essere così vicino ad uno Shuttle tanto da poterlo quasi sfiorare (sempre sotto l’occhio vigile delle guardie…) è qualcosa che non lascia indifferente nessuno dei visitatori tanto che il più delle volte allontanarli per fare posto al gruppo successivo è cosa molto ardua!
Anche se la loro missione apparentemente è finita questi veicoli hanno ora un nuovo compito entro l’orbita terrestre come divulgatori scientifici e racconteranno la storia, gli sforzi ed i risultati ottenuti in questi anni. Però stiamo passeggiando alla NASA, sulla terra, e se non vi è ancora passata la voglia di spazio, di galassie, di pianeti e il vostro orizzonte è, ormai, solo l’universo, allora c’è solo un’ultima cosa da fare: partire ed entrare in orbita! Si proprio così, basta accomodarsi nel simulatore (la Shuttle Launch Experience) e godersi l’esperienza di cosa si prova durante un lancio a bordo della navicella. Si tratta dell’applicazione dell’esperienza NASA, messa a punto dai suoi ingegneri, scienziati e astronauti che hanno voluto racchiudere in questo strumento le sensazioni quanto più simili a quelle che si hanno in un viaggio vero e proprio.
Si sale a bordo di un simulatore da oltre 20 milioni di dollari, si ascoltano le indicazioni del centro di controllo di Cape Canaveral, si viene letteralmente incollati al sedile da un’energia incredibile fino a che non sarà Houston a comunicare che siamo in orbita. Qui il corpo si fa più leggero, e allora sarà solo la cintura a trattenere in postazione all’interno della navicella.
La sete e la voglia di ricerca che ha sempre contraddistinto l’uomo ha nella Nasa la sua ultima frontiera. Quella di chi, come ripetono qui, “where the sky isn’t the limit – it’s just the beginning” e forse tra i piccoli visitatori del Kennedy Space Center si nasconde già il futuro astronauta o il primo uomo che calpesterà il suolo di Marte. Ancora increduli se sia stato tutto vero oppure una finzione ci allontaniamo a malincuore da questa base, con la certezza che un sogno per un giorno è diventato realtà.
Testo e foto di Paolo Moressoni
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