C’erano una volta gli anni Quaranta, la “grande migrazione afroamericana” e una delle metropoli più popolate d’America, centro nevralgico dei movimenti migratori d’oltreoceano e scintilla delle più importanti contaminazioni musicali della storia. C’era una volta il blues che incontrò il jazz sulla strada verso New Orleans, c’era Muddy Waters, c’erano i suoi “figliocci” Rolling Stones e c’era la mitica Chess Records.
C’era infine un unico grande scenario a ospitare tutto questo, un luogo in cui la storia della musica trovò, dagli anni Trenta in poi, un terreno fertile su cui crescere: c’era una volta, e c’è ancora, la città di Chicago, una delle pochissime località al mondo a poter vantare un genere musicale che ne porta il nome, il Chicago Blues. Nato dal celebre “Delta Blues”, la musica dei delta del Missisipi che scuoteva con chitarre e armoniche passionali la regione che va da Memphis a Vicksburg, il Chicago Blues si diffuse a macchia d’olio a partire dagli anni Cinquanta, rappresentato nel mondo da artisti del calibro di Muddy Waters, Buddy Guy, Little Walter e Sonny Boy Williamson, nonché dai primi Rolling Stones, che presero il nome proprio da una canzone di Waters. Chicago oggi è la città più popolata dell’entroterra americano e la terza metropoli statunitense, una capitale all’avanguardia sotto ogni punto di vista.
Tra gli imponenti grattacieli e gli oltre 45 ponti mobili, ancora oggi la musica blues si muove, si espande e invade le strade, suonata dal vivo praticamente dappertutto e festeggiata, insieme al jazz e alla house music (che nacque proprio qui negli anni Ottanta del Novecento) in festival eccezionali, che ogni anno richiamano pubblico da ogni parte del pianeta. La prima tappa obbligata in città per chi vuole sentire sulla pelle della sana musica black è la House of Blues, al 329 N Dearborn Street, un vero e proprio luogo di culto per gli amanti delle sette note, che qui potranno assistere a un concerto diverso ogni sera e ammirare uno dei palchi dedicati alla black music più importanti del mondo. Altro locale immancabile in un tour a Chicago è il Buddy Guy Legends al 700 South Wabash, live club del mitico blues man, oggi energico settantenne, che spesso sale sul palco insieme alle band che si esibiscono quasi ogni sera, accogliendo i visitatori che giungono da tutto il mondo. Lo stesso Buddy Guy è la voce narrante di un audio guida turistica dedicata ai luoghi della musica di Chicago, scaricabile gratuitamente da internet e leggibile su ogni tipo di dispositivo. L’itinerario, che parte proprio dal suo locale, attraversa in lungo e in largo la città attraverso i luoghi simbolo della “musica nera”, dalla Central Station (detta anche Black Ellis Island), protagonista della grande migrazione del secolo scorso, alle rive del lago Michigan, dove si trova la casa di Muddy Waters.
Oggi una parte della 43rd Street, la strada in cui abitò a lungo, porta il nome di “Honorary Muddy Waters Drive”. Altri luoghi suggestivi in cui ascoltare buona musica dal vivo in città, sono il Millennium Park, che offre concerti di musica jazz e classica, e il Chicago Cultural Center, edificio anticamente progettato per ospitare una biblioteca, che oggi è uno dei poli culturali più importanti della metropoli. Una menzione speciale merita infine la mitica Chess Records, casa discografica che negli anni Cinquanta e Sessanta scritturò artisti del calibro di Chuck Berry, Etta James e i già citati principi del blues, tra cui gli stessi Rolling Stones. L’influenza che questa singola industria musicale ebbe sull’evoluzione della musica mondiale ha dell’incredibile, come testimonia il film Cadillac Records del 2008, che racconta nei dettagli un fondamentale capitolo della storia della musica. Oggi l’edificio che ospitava l’etichetta, che si trova nel South Side, al 2120 S Michigan Ave è un grande museo dedicato alla musica, che in estate offre quotidianamente concerti dal vivo.
Testo di Alessandra Narcisi © RIPRODUZIONE RISERVATA | Foto web
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