Zurigo, come una bella signora stravagante

Zurigo è la piccola capitale dell’omonimo cantone svizzero, ma una delle città più importanti del mondo nota come la patria delle banche, dell’oro e dei soldi. E’ da qui che la Svizzera si guadagna e regola la vita sua e mondiale. Una città spesso un po’ grigia e fredda che all’arrivo della bella stagione si trasforma come d’incanto in una grande stazione balneare, diventando allegra e attraente. Accorrono migliaia di turisti, oltre ai numerosissimi “business men” classici, rampanti, originali, magari coi tempi stretti e l’agenda piena, un po’ insensibili all’allegria della città ricca di folla multicolore, che passeggia sui viali del lungolago, nei vicoli dei vecchi quartieri, lungo la Limmat, la Bahnhofstrasse e nei mercati dei fiori.

Zurigo è cresciuta troppo” affermano alcuni. E aggiungono: “E’ assurdo che una città elvetica superi i limiti di una tranquilla miniatura provinciale”. Certo, perché le cifre parlano chiaro: 400 mila abitanti nella sola Zurigo e in totale con i dintorni rappresenta il 15% della popolazione del paese. Qui si respira un’aria internazionale con ritmi e mentalità non più tipicamente svizzeri, dove anche il dialetto tanto difeso come patrimonio culturale si sta perdendo: una realtà che i zurighesi cercano di nascondere, ma tutto questo non turba minimamente il visitatore, sempre attratto dalle infinite suggestioni della città con il suo paesaggio vario e piacevole, tra storia e natura che si abbracciano con i due fiumi che l’attraversano, gettandosi nell’omonimo lago.

Un concentrato di qualità della vita e offerta culturale di richiamo mondiale, dove i ristoranti con giardino sfiorano il record e la vita notturna è ricca di sorprese. Una città in cui si può anche affittare un tram anni Trenta per organizzare un party personale, tra i viali alberati e le piccole stradine con fontane bisbiglianti del centro storico, mentre artisti e musicanti di strada improvvisano pittoreschi spettacoli nelle accoglienti piazzette, nei cortili silenziosi, nelle strade con ricchi negozi d’antiquariato, di moda, di arredamento, paradiso per i cacciatori di shopping.

Anche dal lato culinario Zurigo offre specialità nazionali e internazionali, vantando il più antico ristorante vegetariano d’Europa o il primo ristorante gestito da ciechi che funziona al buio. Anche l’offerta artistica è infinita, tra 50 musei e più di 100 gallerie, con l’Operhaus ritenuto uno dei principali palcoscenici di musica operistica e danza o il Tonhalle annoverata in Europa per acustica tra le sale da concerto d’avanguardia. Vanta anche eventi internazionali che richiamano numerosissimi visitatori o feste tradizionali, come le sfilate sul fiume delle corporazioni dei mestieri o manifestazioni sportive, tra cui l’importante meeting di atletica leggera che si svolge in agosto, per finire con il magico evento del più grande mercato di Natale d’Europa.

A Zurigo si fa il bagno nel lago, circondati da un panorama impressionante, oppure si nuota nel cuore del centro storico nella Limmat, dove c’è da sempre anche uno stabilimento balneare per signore e uno per gli uomini, fin quando al tramonto entrambi aprono i battenti a tutti senza distinzione, per concludere la giornata nel modo più romantico, mentre alle prime luci della sera si trasformano in bar e ritrovi e il lago è vivacizzato da barche, barchette e battelli, come quello a vapore il “Rapperswil” che quest’anno compie 100 anni con grandi festeggiamenti, per il giro del lago fino alla bella omonima cittadina medievale, meta preferita da artisti e sportivi.

Quest’anno un’altra novità ha un po’ sconvolto la normale routine di Zurigo: 30 metri di gru che da aprile accompagna con la sua presenza le giornate dei cittadini e dei turisti e lo farà ancora fino alla fine dell’anno, per il suo ultimo saluto prima della demolizione, onorandola così di una morte gloriosa. Quest’installazione artistica di Jan Morgenthaler svetta imponente dal Limmat Quay, provocando infinite polemiche, ma sembra che alla fine abbia quasi convinto tutti che l’atmosfera portuale di adesso non è poi tanto sgradita e come tutte le cose stravaganti un vero pellegrinaggio si raccoglie quotidianamente sotto quest’immenso mostro che ricorda un King Hong di ferro come a proteggere la città…e forse quando sarà tolto per sempre qualcuno lo rimpiangerà.

Testo e foto di Simonetta Bonamoneta RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM

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