Goût de/Good France, ambasciatori del gusto di domani

Goût de/Good France dal 14 al 22 ottobre porta nel mondo la cucina francese premiando la regione Centro Valle della Loira, ambasciatore lo chef green e due stelle Christophe Hay. “Chef dell’anno 2021” secondo Gault & Millau, incarna l’impegno di questa sesta edizione per una cucina responsabile e sostenibile.

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Chef di Goût de/Good France

Questo è il momento della rinascita. Dunque non c’è miglior simbolo della regione Centro Valle della Loira, culla del Rinascimento, per celebrare l’evento internazionale del 2021. L’edizione di Goût de/Good France che apre nuovi sguardi sulla gastronomia del domani, attingendo alle particolarità locali, al territorio e agli artigiani.

L’obiettivo di Goût de/Good France, che ritorna con il sesto appuntamento dopo un anno di stop obbligato, è di sostenere gli chef nel loro nuovo ruolo di ambasciatori di una gastronomia più responsabile. In termini di salute, ambiente ed educazione al gusto.

Una cucina sensibile, cosciente e potente, che porta un messaggio universale alle generazioni future: la salvaguardia della terra e delle sue ricchezze.

La nuova gastronomia francese, etica e sostenibile, in mostra nel mondo

Preprazione di uno dei piatti serviti per la presentazione di Goût de/Good France 2021 al ristorante di Cristophe Hay, ambasciatore dell’evento internazionale

Celebrando l’universo della ristorazione nel suo aspetto più bello e più ricco, Goût de/Good France 2021 intende valorizzare la Francia nel mondo e più in particolare il patrimonio culturale e culinario della regione Centro Valle della Loira.  Forte di una gastronomia ritenuta a ragione simbolo importante dell’arte di vivere alla francese.

Questa nuova edizione mobiliterà gli chef per preparare e servire “cene alla francese” in diverse ambasciate e consolati dei 5 continenti. Al centro di questi momenti di emozione, di scambio e di condivisione, il grande patrimonio di prodotti della Valle della Loira e l’anima di coloro che rendono così ricca questa terra unica: agricoltori, viticoltori, orticoltori, pescatori, allevatori.

Centro Valle della Loira, premiato il giardino di Francia

Dalle scale ellittiche leonardesche del Castello di Chambord vista della sala dove è allestita un’interessante mostra temporanea

Conosciuta come “il giardino di Francia” e per essere il paese di Rabelais, la regione Centre-Val de Loire è nota per l’eccellenza dei prodotti, la ricchezza della sua storia, e il modo dolce di vivere. La gastronomia del Centro Valle della Loira è nata sulle tavole degli antichi re del Rinascimento e attinge dalla natura rigogliosa dei boschi e dei fiumi.

Il giardino di Francia è una vetrina delle eccellenze francesi, dell’arte del bien vivre ed è molto amata dal turismo, anche italiano.

La gastronomia locale è intimamente connessa alla vita culturale. Per questo è protagonista negli eventi e negli incontri del Festival Nouvelles Renaissances 2021, che celebra la creatività in tutte le arti.

I giardini e gli orti dominano le campagne della Valle della Loira, anche intorno al Castello di Chambord è stato creato un orto da cui si raccolgono primizie e ortaggi dimenticati.

Il programma di questa nuova edizione culturale prevede una serie di incontri ed eventi a fianco dei protagonisti della gastronomia e del vino della Valle della Loira.

Strettamente legati al programma a Goût de/Good France 2021, questi eventi hanno lo scopo di offrire uno sguardo sul modo di vivere, sostenibile e responsabile di tutta la regione, attingendo alla sua storia e alle sue risorse.

Christophe Hay, chef due stelle e green ambasciatore di Goût de/Good France

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Ambasciatore dell’edizione 2021 di Goût de/Good France è il due stelle Michelin Christophe Hay

Ambasciatore dell’edizione 2021 di Goût de/Good France, il due stelle Michelin Christophe Hay deve il suo amore per la terra e il sogno di diventare cuoco ai ricordi d’infanzia. Cresciuto in un villaggio della Loire i suoi nonni allevavano mucche da latte e coltivavano 130 ettari di terreno. Da qui i profumi, le sensazioni, le emozioni da cui trae ispirazione.

Nel suo ristorante di Montilvault, La Maison d’à Coté, lavora quotidianamente a stretto contatto con i produttori del territorio. Propone una gastronomia locale e stagionale, il cui obiettivo è quello di valorizzare e sostenere le ricchezze agro alimentari della sua terra.

Questo significa ad esempio riabilitare il pescato della Loira, sostenendo gli ultimi pescatori, utilizzare la selvaggina della Sologne, promuovere e recuperare le varietà antiche coltivate nel suo orto.

Allevamento di Wagyu

I suoi piatti “signatures” sono composti da ricchezze regionali e si ispirano al patrimonio storico e culturale della regione come la “Carpe à la Chambord”.

La Loira offre una formidabile diversità ittica, secondo la stagione nel menu si trovano i diversi pesci di Sylvain Arnoult, uno degli ultimi pescatori professionisti della Loira. Da tempo Hay ha deciso di non servire più pesce di mare.

Nei suoi piatti il rispetto e la valorizzazione della biodiversità sono sempre presenti. Come per il boef Wagyu allevato da Yvan Dersoir. La sua cucina trasmette emozioni e trasmette il valore e il talento degli abitanti della regione.

A due passi dal ristorante lo chef ha creato un orto di 3000 mq coltivato in permacultura da Alain Gaillard, produttore anche di zafferano.  Un’equipe affiatata e la condivisione degli stessi principi fanno il resto.  

Uno dei piatti signature di Christian Hay, è la rivistazione di un antico piatto, la carpa della LOira aLa Chambord, il castello è a due passi dal ristorante, con tartufo uncinatum, salsa al vino Cheverny e gambero.

Promotore di una gastronomia del cambiamento, Christophe Hay ha anche fatto della trasmissione e dell’educazione al gusto per i giovani una sua priorità.

Dedica parte del tempo e delle sue attività alle nuove generazioni del Centro Valle della Loira, a cui fa conoscere i prodotti e il mondo che li circonda.

L’impegno etico e a favore della sostenibilità, oltre all’acquisizione di una stella verde, gli sono valsi il titolo di “Chef dell’anno 2021da parte della guida Gault & Millau.

Grandiosi i progetti per il 2022, Cristophe Hay si sposterà a Blois al  “Fleur de Loire”, un unicum sulle rive della Loira dove troveranno posto il ristorante, il bistrot, un corner di pasticceria, l’hotel a 5 stelle con 44 camere e 11 suite e una Spa Sisley.

Abitare nel bosco

Il cestino per due consegnato nei Loire Valley Lodges per la prima colazione, da recuperare con la carrucola e da godere in terrazza magari dopo l’idromassaggio. Dentro? Pani con noci e integrali, pan brioche, succo di mela naturale, acqua aromatizzata, confetture, burro, salmone. Il caffè, tè o tisane sono a disposizone in ogni lodge.

Ma la cucina non è tutto, la Valle della Loire regala altre meraviglie. A due passi da Montilvault c’è il Castello di Chambord con le sue scale ellittiche leonardesche, il grande parco, e oggi anche un interessante orto.

A un’ora e mezza di macchina si può provare l’emozione di dormire in un bosco incantato scegliendo il Loire Valley Lodges. 18 bungalow sopraelevati fra piante secolari e innocui animali per una full immersion nella natura.

L’alba dalla terrazza di uno dei Loire Valley Lodge. Ogni Lodge è decorato da un artista diverso, ed è sopraelevato. Sculture contemporanee sono disseminate nel parco. Una gallery a cielo aperto. Un percorso benessere è proposto per riconnettersi totalmente con la natura.

Un concetto unico di hotel per due, dove la natura e l’arte contemporanea si uniscono per un eccezionale soggiorno sensoriale: ogni lodge è stato decorato da un artista e sono l’uno diverso dall’altro. Nelle parti comuni bellissima piscina, spa, ristorante e wi-fi (assente volutamente nei lodge).

Colazione emozionale con un ricco cestino recuperato con una carrucola, da gustare sulla terrazza, dotata anche di vasca idromassaggio. Il Loire Valley Lodges è anche un ottimo punto di partenza per scoprire la Sologne, il Sancerre, Orleans, Tours e tutta la valle della Loira.

La cucina fantasiosa e coscienziosa di Julien Mèdard

Lo chef Julien Mèdard, una stella Michelin. La sua cucina si ispira ai prodotti locali ed è attenta allo spreco.

Persi fra vigneti, borghi, e castelli ci si ritrova in percorsi alla scoperta di un territorio unico, da incontrare intorno agli chef stellati come Gaetan Evrard nel cuore de la Touraine. Oppure nell’Orleanais alla scoperta della cucina di Catherine Delacoute o ancora presso Sancerre, eletto villaggio preferito dai francesi nel 2021, rappresentato da chef Julien Mèdard. 

Insieme alla moglie Delphine che vi accoglie a L’ardoise du Marchè, piacevole ristorante ricavato in una antica casa di Boulleret, Mèdard, che quest’anno ha ottenuto la sua prima stella, propone una cucina innovativa e sostenibile.

Fra le preparazioni sono le verdure a regnare sovrane e il rispetto per l’ambiente è un principio naturale, il preambolo di una gastronomia consapevole e coscienziosa. La sua cucina invita ad entrare in un mondo sensoriale fatto dei profumi e sapori che la regione offre. Quasi fosse un alchimista dei fornelli, capace di trasformare la materia prima eccellente in audaci combinazioni.

I fornitori, tutti del territorio, contribuiscono ad elevare il livello della sua cucina. Come l’uovo perfetto di Benjamin, il filetto di bue de la Maison Chevreau o il crottin fresco de la Maison Blain. Per tutto l’ispirazione è la natura. I vini sono selezionati dal suo sommelier Stéphane Morand.

Le crottin frais de la Maison Blain, il tipico formaggio di capra è servito da Jiulien Médard in versione moderna: crottin stagionato, succo di leone al curry Bretone

Mèdard propone una cucina attenta, consapevole e di “utilizzo totale”. Piacevole la cooking class con la carota di cui, si scopre, non si butta via nulla.

Il Crottin e il Sancerre

Vino Sancerre del Domaine Fouassier, Le Clos de Bannon 2019 servito in magnum con l’Uovo Bio de Benjamin, nella cottura perfetta, porcini del Berry e Fois Gras du Gers a L’Ardoise du Marchè.

Nella campagna di Sancerre, a Thauvenay, bello scoprire come nasce il famoso crottin de Chavignol nella fattoria didattica e di produzione La Bete Noire. Impossibile sfuggire a una degustazione di vino in una delle tante cave, come quella condotta dai giovani e intraprendenti fratelli del Domaine Fouassier. Che ha però radici antiche e che lavora in coltura biodinamica.

Fondato nel 1742, attualmente in mano a Benoît e Paul, passa di padre in figlio da ormai dieci generazioni. I Fouassier sono infatti tra le famiglie con una più lunga tradizione vinicola nella zona. Interessante il processo di macerazione in anfore per una piccolissima produzione di nicchia.

L’entrata de la Maison du Sancerre, dove scoprire tutti i segreti del vino locale e degustare le tante etichette

Ma sempre per rendere onore ai grandi vini del Sancerrois, merita una visita la Maison du Sancerre, dove si possono assaggiare i vini di diversi produttori. È anche possibile vivere l’esperienza in 4 D di un viaggio nel cuore del Sancerre, e la vendemmia fino alla cantina.

Gradevole una passeggiata fra i vigneti, a piedi o in bici, oltre a un giro per il paese coronato da una cena all’Auberge Joseph Mellot per un’immersione nei piatti e vini locali.  La notte si può dolcemente trascorrere fra le vigne al Panoramic Hotel.

A casa della Tarte Tatin

Passando per i piacevoli e tipici borghi della Sologne (Vailly sur Sauldre, Aubigny sur Nère, Brinon sur Sauldre) a Lamotte-Beuvron si incontra la Maison Tatin.

Il grande edificio del XIX secolo appartenuto alle sorelle Tatin, dopo un anno di ristrutturazione da Hotel Tatin è diventato La Maison Tatin. Calda e accogliente come una casa di campagna, ma raffinata ed elegante con camere a tema, con le sale dove ovviamente assaggiare la sua famosa Tarte, inventata per uno sbaglio qui 130 anni fa, ma anche degustare la vera cucina della Sologne. E infine godersi il relax assoluto nel giardino o nella bella SPA dove rigenerarsi fra la doccia sensoriale e trattamenti con prodotti biologici ed eco-responsabili.  

La Tarte Tatin è nata da uno sbaglio ed è diventata famossa in tutto il mondo. Qui a Maison Tatin trovate l’originale.

A Gien da visitare la Faïencerie de Gien, manifattura di ceramiche che celebra nel 2021 i 200 anni di attività. E’ un po’ come entrare in un mondo fantastico di ciotole plasmate a mano o a macchina, ma sempre rifinite artigianalmente, finemente decorate, destinate a collezioni proprie o a grandi firme.

La ricerca dell’eccellenza combinata con la creatività ha portato la Faïencerie de Gien ad avvalersi dell’etichetta “Entreprise du Patrimoine Vivant”.

Mani esperte decorano le ceramiche di Gien: sembra di enrare in un mondo fantastico dove nascono meraviglie che si ritroveranno sulle tavole più prestigiose

Per finire, una sosta a Montargis, la piccola Venezia del Gâtinais, con i suoi 17 ponti, i canali, e le deliziose abitazioni a graticcio a pelo d’acqua. Qui passò Giovanna d’Arco: una targa lo testimonia proprio vicino alla storica pasticceria pralineria Mazet, dove dal 1903 si producono delizie.

Squisite praline, mandorle ricoperte di caramello (la ricetta, conosciuta dal 1636, è rimasta invariata), o ricoperte di cioccolato; poi cioccolatini, e altre meraviglie. Montargis è luogo di peregrinaggio di cinesi in omaggio a Den Xiao Ping che da giovane qui lavorò e a cui è dedicata anche una piazza con statua.

A Montargis d’obbligo una sosta da Mazet per assaggiare le famose praline la cui ricetta è rimasta invariata dal 1636. Negozi a Parigi e in tutto il mondo. Ma qui c’è la sede storica

Explore France – Goût de/Good France 2021

Testo di Teresa Scacchi foto Teresa Scacchi e archivio |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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