Barcellona, indirizzi utili per una fuga gourmet

Con mia sorella, eravamo partite alla volta di Barcellona per due giorni di shopping sfrenato. Alla fine lo shopping c’è stato, certo, ma il nostro soggiorno ha poi preso una piega inaspettata: il cibo!

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Mangiare fuori a Barcellona è sempre un’esperienza esaltante ©Shutterstock

Facciamo qualche passo indietro, prima di arrivare al sodo della questione e rivelarvi degli indirizzi gourmet che potrebbero farvi svoltare durante un weekend nella capitale catalana.

Conoscete la mia passione per i viaggi, però non abbiamo mai parlato della mia avversione per la burocrazia.

Quando ormai pianifichiamo un viaggio, il mio entusiasmo si spegne inesorabilmente nel momento del check-in online, dando un rapido sguardo alla documentazione richiesta.

Per una gita breve in Spagna, oltre alla documentazione Covid, richiedono il Modulo di controllo sanitario ed il cosiddetto PLF – noto anche come Passenger Locator Form.

Non mi dilungherò in spiegazioni che non so dare – di solito delego l’incombenza al mio compagno di viaggio – quindi, cliccate sui link e … goodluck!

Il volo Ryanair è come al solito molto economico e devo dire che inizio ad apprezzare le mascherine a bordo, visto che tutti intorno a noi sembravano avere rinite e/o bronchite.

Io mi difendo cambiando posto, quando possibile, e lanciando sguardi micidiali a chiunque tossica o tenti di abbassare sotto il naso la FFP2 o chi per lei.

Arriviamo a Barcellona ed usufruiamo di un servizio molto comodo, in teoria: l’AEROBUS Barcelona.

Un bus di collegamento tra i due Terminal dell’aeroporto El Prat, a Plaça Catalunya e viceversa.

H24 e 365 giorni l’anno. In pratica, eravamo sbarcate in Spagna in un giorno di scioperi e manifestazioni.

Il Bus c’era comunque, ma passava a singhiozzo ed era stracolmo.

Al ritorno tutto è andato molto più liscio: capolinea sotto l’albergo, comodi sedili, mezz’ora di trasferimento senza traffico, per un costo irrisorio, neanche 6 € a testa.

L’Hotel merita una menzione speciale. L’ H10 di Plaça Catalunya è un comodo tre stelle nel centro nevralgico della Città, da qui si srotolano le strade principali di Barcellona: il Passeig de Gràcia, la Rambla e la Rambla de Catalunya.

Insomma, da questa Piazza, con un buon paio di scarpe puoi arrivare quasi ovunque. L’Hotel è pulito, confortevole e lo staff particolarmente gentile e disponibile.

Tra upgrade della camera, bottiglia di vino e welcome cocktail in omaggio, ci siamo sentite accolte e coccolate, senza nessun tipo di raccomandazione.

Ma veniamo a noi, ed agli indirizzi foodie che dovrete tenere bene a mente.

Vi prometto un crescendo di profumi, colori e sapori! Prima sera. Tapas con una vecchia amica.

Bar Lobo

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Bar Lobo a Barcellona ©Viviana Biffani

Un luogo cool, dove sorseggiare una sangria, spizzicando tapas e guardandosi intorno. Nonostante si trovi a pochi passi dalla Rambla, i clienti sono per lo più locali.

Non aspettatevi una cucina memorabile, per quanto mi riguarda, ho apprezzato molto i carciofi fritti e le tipiche croquetas con baccalà. Mentre mia sorella chiacchierava con un’amica che non vedeva da quindici anni, io piluccavo, ascoltavo e mi godevo l’atmosfera.

Dopo mesi di clausura, un po’ di movida risvegliava in me eco lontane di serate in mezzo alla gente. Questo bar vale bene un aperitivo rinforzato, seduti dentro oppure fuori, in una piazzetta che ricorda molto le notti parigine.

Secondo giorno. A pranzo, un piacevole fuori programma.

La Plassohla

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Una ricca insalata al ristorante Plassohla, Barcellona ©Viviana Biffani

Svegliarsi a Barcellona sotto una pioggia battente è come trovare il sole ad Oslo, in autunno.

Ti vesti la mattina, ancora ottimista nonostante il cielo plumbeo, ed opti per la giacca senza maniche ed un K-way leggero, tanto sei in Catalunya, mica in Norvegia.

Dopo un’ora di camminata per il quartiere gotico, ti ritrovi zuppo ed intirizzito, bramoso di una cioccolata calda ed un pile.

Con questo spirito, si era fatta l’ora di pranzo.

Alziamo gli occhi e ci troviamo di fronte ad un ristorante dalle grandi vetrate. Entriamo timidamente per capire se possa piacerci, e ci rendiamo conto che l’ambiente è accogliente e soprattutto, riscaldato. Ci lasciamo conquistare dal tepore e ci accomodiamo fiduciose.

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Ristorante Plassohla, Barcellona ©Viviana Biffani

Vanda decide di rimanere leggera con un’insalata, io mi lancio nel menú medio día: tre portate, acqua e pane, tutto incluso a soli 24 euro.

La fortuna del viandante, il pranzo è saporito, colorato e non scontato.

Le mie tre portate si fanno mangiare prima con gli occhi e poi con il palato, arrivo al dolce con la voglia di tuffarmi nella crema alla vaniglia dove occhieggia una pera al vino tinto, decisamente gustosa.

Anche nella spartana insalata scelta da mia sorella, si intravede un tocco di passione.

Secondo giorno. A cena, Jamón iberico de Bellota comprato al Corte Inglés e vino offerto dall’hotel. I 15 km di scarpinata ed il lauto pranzo, richiedevano a gran voce una serata di relax.

Terzo ed ultimo giorno. Il Gran Finale.

El Nacional Barcelona

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Ristorante El Nacional, Barcellona ©Viviana Biffani

Mancavano solo poche ore al nostro volo di ritorno, come ottimizzare tempistiche e calorie?

Contro ogni nostra buona abitudine, optavamo per un aperitivo mattutino, in attesa di un pranzo che si profilava ai massimi livelli. 

Non che avessimo un grande appetito, ma il posto era troppo bello per non regalarsi almeno un pan con tomate: El Nacional è un open space di vetrate fantasmagoriche, piante giurassiche e buon gusto.

Un multiverso di tendenze gastronomiche, bella gente e design ricercato, che rapisce lo sguardo e coccola il palato.

Quattro diversi corner che soddisfano ogni orientamento gastronomico:

  • La Braseria. Per chi della carne non può fare a meno.
  • La LLotja. Pesce fresco cotto come preferisci: forno, brace, vapore, fritto, piastra.
  • La Taperia. Il luogo perfetto, per tapear en Barcelona. E non aggiungo altro, olè!
  • La Parada. Un ristorante veloce, dove gustare delicatessen di ogni tipo, dai formaggi, alle insalate, dai succhi naturali al gelato artigianale.

Noi ci siamo limitate alla bruschetta tipica ed una bottiglietta d’acqua, perché, avevamo capito che non era tanto ciò che ordinavi, ma il fatto stesso di essere li dentro, che ti faceva sentire un gran figo.

Petit Comitè

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Ristorante Petit Comite Barcellona ©Viviana Biffani

Se pensavamo di aver toccato il cielo con un dito, spiluccando al Nacional, varcando le porte del Petit Comitè ci siamo sentite come le debuttanti al primo ballo in società.

Il ristorante non è pretenzioso, l’atmosfera è cordiale e discreta, lontana anni luce dal brusio frenetico della città, ed è pure in pieno centro. Nell’aria annusi quel ‘non so che’ di esclusivo, che ti fa stare dritto sulla schiena, riesumando tutto il bon-ton di cui sei capace.

Sulle spine, già prefiguri le prelibatezze che degusterai, però cerchi di mantenere quell’atteggiamento blasé della serie: non è che oggi abbia proprio appetito…

E così, il tuo ospite, nonché amico di lunga data, ti chiede quale specialità catalana preferisci assaggiare.

Tu non sai cosa rispondere, perché in realtà vorresti provare tutto. Poi opti per un piatto di Vieiras con verduras y jamón ibérico, ovvero capesante – le tue preferite – con verdure e prosciutto tipico.

Ma prima del piatto principale, arrivano irresistibili amuse-bouche offerti dallo chef stellato, pane appena sfornato con olio sopraffino, crocchette di prosciutto indimenticabili.

Le capesante sono un burro che si scioglie al contatto col tuo palato, ed inevitabilmente spazzoli via tutto, alla faccia del bon ton.

Poi, cerchi di recuperare un po’ di contegno. Quando ti chiedono se desideri un dessert: rispondi prontamente che no, assolutamente, tu non mangi dolci. Sei sazia, per carità.

Pensi di essertela cavata egregiamente, ed ecco che intravedi sulla carta: la nostra crema catalana. E pensi: quando mai mi ricapita?

Ti lanci con impeto infantile su quella nuvola soffice di zucchero e maestria culinaria, ormai incurante dell’opinione altrui. Poi ti giri, e vedi che tua sorella sta tuffando il cucchiaino in una Texturas de chocolate 70% e non ti senti più sola.

Grazie Jordi, per un invito a pranzo indimenticabile, per la tua squisita compagnia e per aver distolto lo sguardo, al momento giusto.

Testo e foto di Viviana Biffani|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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Viviana Biffani

Sognatrice per vocazione, viaggiatrice per coincidenza. Racconta con sana ironia di spiagge, compromessi matrimoniali e onde oceaniche. Leggi i suoi racconti di viaggio.

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