Una famosa locuzione latina recita “nomen omen” ovvero “il destino nel nome” e questa regola sembra valida per lo Sri Lanka,
la cui traduzione dal sanscrito è “isola splendente.” Ai visitatori si mostra con un vestito verde natura dai profumi intensi e speziati del tè e dei fiori di loto che si impossessano non solo dell’olfatto, ma di tutti i sensi. Il tour operator Earth Cultura e Natura mette a disposizione dei viaggiatori la possibilità di scoprire l’archeologia di una civiltà con origini millenarie, dove templi e fortificazioni sembrano sbocciare direttamente dalla madre terra che li circonda in maniera rigogliosa. La prima tappa è la capitale Colombo in cui tradizione e modernità sono a braccetto: un esempio è il Fort, avamposto dei tempi della dominazione portoghese e olandese, che ospita un centro commerciale. Merita una visita anche il Pettah Bazar, un mercato che spazia dai generi alimentari alle suppellettili in rame. Presso
Bengala è prevista una sosta al Parco Naturale di Koslanda, qui si trovano comunità a carattere rurale con uno stile di vita arcaico e, proseguendo verso Kandy, ci si imbatte in una piantagione con fabbrica di tè annessa. In questo Paese la varietà di tè più diffusa è il Ceylon: variante nera con retrogusto agrumato e viene coltivato a varie altitudini. L’alta qualità di questo prodotto si riscontra nel “logo del Leone” che identifica la produzione locale. A Polonnaruwa si osservano maestosi capolavori dell’architettura civile e religiosa cingalese, mentre a Sigiriya si passeggia all’interno della “rocca del leone”, una fortezza ricavata nel granito rosso. Infine si passa per Anuradhapura dove è conservato l’albero sacro Bo Tree: si narra sia cresciuto da un ramo del ficus di Bodhgaya (India) dove il Buddha ebbe l’illuminazione.
Testo di Mauro Pinto
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