Marche: alla scoperta della Val Mivola una terra intrisa di bellezza e spiritualità

Nove borghi incantati  in provincia di Ancona, adagiati tra i fiumi Misa e Nevola,  che emozionano con le placide coste accarezzate dal mare, i tanti tesori custoditi da ognuno e la straordinaria qualità del cibo e dei prodotti tipici

Nove borghi incantati  in provincia di Ancona, adagiati tra i fiumi Misa e Nevola,  che emozionano con le placide coste accarezzate dal mare, i tanti tesori custoditi da ognuno e la straordinaria qualità del cibo e dei prodotti tipici.

Arcevia, Barbara, Castelleone Di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra De’ Conti e Trecastelli sono i nove comuni tra i fiumi Misa e Nevola, in provincia di Ancona, che un anno fa hanno unito le forze per dare vita alla Val Mivola. Un nuovo soggetto turistico, il cui appellativo deriva dalle prime due e le ultime quattro lettere rispettivamente dei nomi dei due fiumi (MIsa e NeVOLA). Quasi a simboleggiare l’unione ideale e la comunità d’intenti di questi nove comuni, pronti a spiccare insieme il volo e ad iniziare una nuova stagione turistica.  

Nove comuni per infinite esperienze

Dall’arte all’artigianato, dalla natura allo sport, dall’enogastronomia alla storia e alla devozione: Val Mivola è un territorio che sorprende ed emoziona allo stesso tempo, offrendo tanto divertimento, storia, cultura e relax a stretto contatto con la natura. Con gli Appennini da un lato, le placide coste accarezzate dal mare dall’altro e, nel mezzo, borghi incantati, unici e caratteristici, Val Mivola è, al tempo stesso, un museo diffuso e un parco naturale. In particolare, i suoi nove comuni sono, ognuno con le sue tipicità, delle perle rare che val la pena visitare. Partiamo dalla montagna e poi, via via, ci spostiamo verso il mare e la costa di Senigallia.

Arcevia ed i nove castelli

Si parte da  Arcevia, l’antica Rocca Contrada con i suoi nove Castelli. Luoghi magici incastonati nel verde dei boschi, circondati da alte mura, dove sembra che il tempo si sia fermato, ma che un tempo sono stati teatro di cruenti scontri tra guelfi e ghibellini per non parlare delle battaglie tra i Malatesta e lo Stato della Chiesa. Avacelli, Castiglioni, Montale, Piticchio, Loretello, Nidastore, San Pietro in Musio, Palazzo e Caudino sono nove fortezze medioevali avamposti di difesa di Arcevia, perfettamente conservate, circondate da muraglie in pietra, torrioni e ponti, dalle quali godere di splendidi panorami e viste mozzafiato.

Barbara con il castello ed il Torrione

In una quindicina di minuti si arriva a Barbara. Si può seguire il percorso della Canalecchia, un affascinante itinerario alla scoperta delle leggende e, perché no, dei “tesori” di questo piccolo borgo. Partendo dal paese, si raggiunge il Ponte del Bombo che prende il nome da un brigante della zona.

Proseguendo ancora si incontrano i Sabbioni, un tratto di strada costeggiato da alte scarpate di sabbia compressa che durante la Seconda guerra mondiale si trasformarono in un perfetto rifugio dai bombardamenti. Si raggiunge infine la Canalecchia, un’antica sorgente circondata da una fitta vegetazione, un luogo ricco di significato per la popolazione del posto perché si narra che qui Santa Barbara salvò la popolazione fermando l’esercito invasore.

Serra De’ Conti ed il percorso di Gio Evan con 10 poesie

Terza tappa a Serra De’ Conti. Qui si viene accolti dal percorso per “occhi vispi” studiato dal famoso poeta Gio Evan e composto da dieci poesie nascoste nei vicoli del centro storico del paese. Con una mappa da ritirare all’ufficio turistico del comune, i visitatori potranno andare alla ricerca delle dieci poesie nascoste nei vicoli del centro storico del paese, alla scoperta degli angoli più suggestivi di questo grazioso borgo.

Sempre nel borgo da non perdere il Museo delle Arti Monastiche, che raccoglie i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena. Attraverso un affascinante percorso teatrale audioguidato che racconta di piccoli avvenimenti quotidiani, si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero, in un periodo compreso tra il XVI ed il XX secolo.

Castelleone di Suasa e la Domus romana dei Coiedii

E ancora storia e antichità a Castelleone di Suasa, dove dimorano i resti di uno dei siti romani più ricchi e interessanti della regione. Il Municipium di Suasa, poco conosciuto dalle fonti antiche, era in realtà un centro importante della valle, soprattutto dal punto di vista commerciale, che visse un periodo di grande splendore tra il II e il I secolo a.C. per poi essere abbandonato nel VII secolo d.C.

L’antico abitato, stretto e lungo, chiuso ai lati dal fiume Cesano e dalle colline, ospitava il vasto anfiteatro costruito alla fine del I sec. d.C., uno dei più grandi della regione, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori. Il Foro commerciale, invece, era una grande piazza delimitata da strade ortogonali e fiancheggiata su tre lati da vaste botteghe e laboratori bordati da portici a pilastri.

Il complesso residenziale più ricco e più noto della città era la Domus dei Coiedii, una ricca famiglia senatoria di Suasa. I resti di tutti e tre i complessi sono oggi visitabili, e permettono un veloce balzo indietro nel tempo.

Ostra: la città della musica

Ostra è una imperdibile tappa all’insegna della spiritualità: nel Santuario della Madonna della Rosa è possibile ammirare la raccolta di tavolette votive che vi sono conservate, una testimonianza di autentica devozione popolare in una forma artistica molto intensa e suggestiva.

Cuore del paese è la suggestiva piazza dei Martiri: un salotto elegante, che nel periodo estivo si offre come suggestivo palcoscenico all’aperto, per le tante manifestazioni culturali, spettacoli teatrali e, soprattutto, eventi musicali. Una lunga tradizione lega questa cittadina alla musica classica e lirica e “l’Opera in piazza” è diventato un appuntamento imperdibile e irrinunciabile del cartellone delle manifestazioni estive.

Sempre ad Ostra, da scoprire il piccolo Teatro La Vittoria, un’affascinante struttura a ferro di cavallo la cui costruzione attuale risale al 1863. Il palcoscenico venne costruito rigorosamente in legno d’abete secondo i dettami dell’acustica del senigalliese Cortesi. Vincenzo Nini, invece, dimorando per sei mesi consecutivi all’interno del teatro, mise a punto il complesso e ingegnoso macchinario di scena, tutt’oggi funzionante e visitabile.

Ostra Vetere: l’antica Montenovo

Nel cuore della Val Mivola, Ostra Vetere, anticamente denominata Montenovo, è un suggestivo borgo stretto tra mura medievali tre-quattrocentesche lungo le quali si aprono tre porte.

In Contrada Molino non può mancare una visita alla “Casa di Terra”. Una abitazione di terra e paglia degli inizi del ‘900 (tra le più visitate delle Marche settentrionali),  che rappresenta un interessante esempio di architettura povera. Questa pratica, molto diffusa nella Marche soprattutto nella zona media collinare, consisteva nell’utilizzo di terra resa plastica con l’aggiunta di acqua, impastata con i piedi o battuta con pertiche snodate, a cui si aggiungevano ciottoli di fiume e paglia, materiali che servivano a rendere l’impasto solido. Gli edifici così costruiti prendevano il nome di “atterrati”.

Corinaldo: passeggiata lungo la cinta muraria medievale

Proseguendo per la costa adriatica si incontra Corinaldo, piccolo gioiello circondato da una poderosa cinta muraria di quasi un km rimasta pressoché intatta dal ‘400.  Il comune è inserito tra i Borghi più Belli d’Italia  ed è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Il centro storico medievale si sviluppa in vicoli stretti in cui perdersi per poi ritrovarsi nel mezzo di incantevoli piazze.

Tra i luoghi più suggestivi, la imponente scalinata di impronta medievale chiamata “La Piaggia” con 100 scalini che dalla Porta del mercato sale dritta al cuore del paese. A metà si trova il Pozzo della Polenta al centro della “Contesa del Pozzo della Polenta” antica rievocazione storica in costume in programma la terza domenica di luglio. Questo è anche il borgo che ha dato i natali a Maria Goretti la santa e martire che promise il Paradiso al suo assassino.

Trecastelli: tre municipalità un unico comune

Penultima tappa a Trecastelli. Un comune nato nel 2014 dalla fusione  delle tre precedenti municipalità (Ripe, Castel Colonna e Monterado) che si  avvalora dell’identità storico culturale dei comuni da cui trae origine. Merita una visita il Museo dedicato alla pittrice  Nori de’ Nobili, che custodisce un’ampia selezione delle opere di questa grande viaggiatrice onirica e rappresenta uno dei pochi musei interamente al femminile.

Le cinque stanze che ospitano circa settanta dipinti rappresentano ognuna un periodo specifico della vita di Nori, tratteggiando l’intero percorso artistico e il travagliato vissuto della pittrice. Il Museo Nori de’ Nobili rappresenta il punto di partenza per la riscoperta critica della pittrice marchigiana, a lungo ingiustamente dimenticata nel panorama artistico contemporaneo.

Senigallia: la città della fotografia

Infine Senigallia. Questa cittadina, con la sua ampia spiaggia di velluto lunga ben 14 chilometri e l’affascinante Rotonda sul Mare, rappresenta la località balneare per eccellenza. A Senigallia, nominata Città della fotografia (grazie in particolare ai grandi fotografi senigalliesi Mario Giacomelli e Giuseppe Cavalli, il primo di nascita ed il secondo di adozione), merita una visita il Palazzo del Duca, dove si trovano le opere di Mario Giacomelli, nato e vissuto in città: una collezione permanente di circa 80 fotografie che racconta l’universo poetico ed artistico di Giacomelli.

Per i più fervidi ammiratori del fotografo, poi, immancabile è l’itinerario che ricostruisce il legame tra alcuni suoi scatti e le colline della sua amata città natale: il percorso ad anello, che si sviluppa per circa 10 km in una vasta zona della campagna circostante in direzione di Ostra, permette di indagare il rapporto dell’artista con le sue radici, il suo passato e la sua terra.

Insomma ce n’è per tutti i gusti e quindi la Val Mivola vale sicuramente una visita in ragione di una offerta turistica ricca e vivace e l’infinità di itinerari e altrettante imperdibili esperienze.

Foto di apertura: Corinaldo con in primo piano una distesa di lavanda.

Articolo di Tiziano Argazzi. Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com.