Barbados: un sogno a occhi aperti. Onde altissime si infrangono su alte scogliere che scendono a strapiombo da tappeti di velluto verde. Nonostante l’apparenza non siamo in Gran Bretagna, ma a Brabados. Un fazzoletto di roccia corallina cucito fra il mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico. Un viaggio tra le onde sulla tavola da surf.
La “piccola Inghilterra”, chiamata così amichevolmente dagli occidentali, è una colonia britannica resasi indipendente soltanto nel 1966. Sul suo suolo, infatti, il caratteristico stile inglese e la tradizione afro caraibica degli abitanti convivono armoniosamente dando vita a un originalissimo mix culturale. Calypso, cricket, limbo, guida a sinistra, spiagge infinite e rito del tè caratterizzano quest’isola situata a est delle piccole Antille. Alla fine, infatti, appare come uno spicchio di campagna londinese piantato nel cuore del Caribe. La costa meridionale, spartita equamente tra il mar dei Carabi e l’Oceano Atlantico è il paradiso del turismo organizzato. Proprio su questa costa ci si possono trovare hotel esagerati il cui numero di stelle è davvero fuori scala. Il vento è un’altra attrattiva della costa sud. Qui gli amanti del wind surf e del kite cercano caparbiamente l’onda perfetta da cavalcare. Oltre al lusso, sulla costa, è possibile anche imbattersi in ambienti che restituiscono lo stile tipico delle isole caraibiche.
All Bay è uno di questi. Un km di spiaggia raccolta da due imponenti costoni di roccia. Con ancora negli occhi questo spettacolo naturale si riparte per raggiungere Bottom Bay, l’antitesi di Faul Bay, una piccolissima caletta corallina. Qui le dimensioni ridotte conferiscono al posto un’atmosfera intima, si potrebbe dire quasi famigliare. Le poche palme che ornano la spiaggia sono fornite di noci di cocco e Andrew, un simpatico ragazzo del luogo, si arrampica su di esse per raccoglierne i frutti e darne da bere a turisti e surfisti tutto per pochi spiccioli. Da Bottom Bay, puntando a Nord attraversando la costa atlantica, una sosta bisogna dedicarla a Constet Bay un tipico villaggio di pescatori. Sui volti dei suoi abitanti si possono leggere i segni dei racconti del mare che amano narrare. Da qui il paesaggio si fa improvvisamente selvaggio. Vento e acqua hanno colpito le rocce in maniera originale fino a formare un capolavoro di erosione naturale. Gli scogli spuntano dall’oceano come giganteschi funghi che gareggiano per altezza con le palme che affollano la spiaggia. I primi coloni ad arrivare in questa zona furono scozzesi. Decisero di dedicare a Sant’Andrea, santo patrono della loro terra, il loro piccolo paradiso sull’isola.
E qui, fra morbide colline coltivate a perdita d’occhio si trova una delle più antiche case patronali di tutti i carabi. Saint Micol Sciby, 1650, in stile giacobino l’edificio custodisce una straordinaria collezione di mobili d’epoca. L’intero paesaggio è dominato solo dal verde delle canne da zucchero. Oltre alle coltivazioni intensive l’interno dell’isola ci riserva alcune sorprese. Ogni tanto, infatti, in qualche valle incuneata tra una piantagione e l’altra, è possibile immergersi in piccole zone di foresta. Prima dell’arrivo dei coloni, l’isola ne era completamente ricoperta. Se si è fortunati, in queste oasi, si può anche incontrare il cercopiteco grigio verde, una scimmietta africana introdotta 350 anni fa dai coloni, come fosse un animale domestico. Il destino di queste scimmie è oggi causa di diatriba tra animalisti e scienziati. Gli animali, infatti, in soprannumero, vengono monitorati e catturati ed esportati per diventare cavie da laboratorio per la ricerca medica..
Sulla costa est la punta di diamante è Bridge Town, la capitale di Barbados. Un traffico da grande metropoli. E’meta giornalmente della maggior parte dei lavoratori di Barbados. Proprio come Londra, una statua del capitano Nelson veglia sulla città. Qui bisogna assolutamente concedersi una crociera inconsueta sull’Atlantis, un sottomarino da 28 posti. Un mezzo di questo tipo permette, a chi non avesse mai messo la testa sotto l’acqua, un’immersione nel mar dei Carabi. A pochi chilometri da Bridge Town c’è la cittadina di Oistins, tipica urbanizzazione caraibica. Ospita il più famoso mercato del pesce di tutta Barbados. Il venerdì e il sabato, poi, la cittadina ospita le migliori feste dell’isola. Si può ballare a ritmo di soca, calypso e country e si possono consumare ottimi piatti di pesce a prezzi onestissimi. O ancora ci si può fermare in originali rum shop a bere originali cocktail.
Spostandosi verso nord il paesaggio cambia ancora. I locali sulle spiagge di sabbia a perdita d’occhio sono allietati dalle steel band. A North Point la natura ci offre uno spettacolo imperdibile. Qui l’oceano Atlantico e il mar dei Carabi si incontrano ingaggiando anche una battaglia epica. Le correnti spingono onde altissime anche 10 metri a schiantarsi sulla costa. E questi incessanti schiaffi d’oceano hanno scavato rocce profonde in cui si aprono enormi finestre naturali. In cima a North Point c’è un posto curioso, un luogo di frontiera costruito ai confini del mondo. E il bar di Laura Maria, forse è il posto di ristoro più cosmopolita della terra. Le sue pareti sono tappezzate di biglietti da visita, di foto, di documenti scaduti, banconote provenienti da ogni nazione. Gli avventori che si fermano qui sono invitati a lasciare una traccia del loro passaggio. Entrare è un po’ come leggere la storia del pianeta degli ultimi trent’anni. Chissà quante vite si sono intrecciate in questo luogo, che rappresenta bene Barbados.
Testo di Roberta Gallo | Foto web
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