Tre fra i tanti modi di vivere la montagna invernale, tre “zoomate” su ciascuno di essi. La prima l’abbiamo dedicata al mix tra “sci intensivo”, panorami naturali e ospitalità di qualità offerto dal Dolomiti Superski. Ora — prima di recarci in Svizzera — andiamo in Valle d’Aosta, per scoprire — o ri-scoprire — un paio di località che dimostrano che la montagna in inverno non è solo sci.
Stretti tornanti e forre gelate; tutte le valli della destra orografica della Dora iniziano così. Ma bisogna avere pazienza, perché, come una promessa che si compie, a un certo punto le pareti delle vallate si divaricano e lo spettacolo inizia. È quel che succede anche nella delicata e silenziosa Val di Rhêmes, anzi, qui lo spettacolo è subito quasi straniante, merito della maestosa Granta Parei, la montagna dalla grande parete che corona la testata della valle dandole toni tra il dolomitico e il canadese.
Oggi questo quasi isolamento diventa un valore ma bisogna sapere che sino al secondo dopoguerra, la parte alta della valle, l’attuale intero comune di Rhêmes Notre Dame, restava isolata dal mondo per tutto l’inverno a causa delle valanghe.
La Val di Rhêmes, insomma, può essere ben presa a campione di un turismo invernale “diverso”. Diverso da quello intensivo e anche un po’ stressante delle grandi stazioni sciistiche dello ski-total; diverso perché attento a soddisfare una fetta, minoritaria ma non troppo, di coloro che scelgono di ritagliarsi brevi o lunghi periodi di riposo in inverno. A Rhêmes, infatti, i numeri dello sci sono a… singola cifra: 5 km di piste da discesa, una moderna seggiovia quadriposto, 5 anelli per lo sci nordico, 3 tapis roulant per il parco giochi dei più piccoli.
Lo sbilanciamento a favore dello sci di fondo e, soprattutto, a favore dei più piccoli dice già tutto. Qui viene chi è alla ricerca della tranquillità e dei ritmi adatti alle famiglie. Lo snow park è infatti molto curato, con una vera e propria area giochi sulla neve e con una sezione dedicata ai più grandicelli. Che, quando vogliono dedicarsi allo sci di discesa vero e proprio (c’è la scuola di sci), hanno poi a disposizione, come si diceva, la seggiovia che serve un reticolo di piste di diverse difficoltà.
Il versante orientale della vallata fa parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso e a Chanavey c’è un centro visite del Parco molto interessante, dedicato in particolare agli uccelli e al gipeto. Il Centro sarà aperto nel ponte dell’Immacolata e sotto Natale ma sarà bene verificare date esatte e orari al numero 0165/75301.
Cinque hotel e una manciata tra affittacamere, agriturismi e residences compongono un’offerta ricettiva di discreta qualità all’insegna delle tradizioni valdostane. Alla testata della valle, raggiungibile solo a piedi in estate e con le pelli di foca in inverno, c’è un rifugio-mito degli sci-alpinisti, il Benevolo e citarlo ci permette di accennare a una delle attività-principe dell’inverno in Val di Rhemes: l’escursionismo con gli sci e con le ciaspole, lungo percorsi segnalati e magari con una guida locale. Ma per le passeggiate c’è anche la comoda pista pedonale che costeggia la strada principale e che collega le frazioni; bello in particolare il capoluogo Bruil, con le case in pietra e la chiesetta, cuore di una delle più antiche comunità cristiane della Vallée.
Lo stesso “effetto wow” dell’aprirsi dell’orizzonte della vallata lo si sperimenta arrivando a Cogne. Qui, per la verità, l’effetto è ancora diverso: un progressivo aprirsi delle quinte montane verso una conca verde (bianca in inverno) con il paese che vi si affaccia senza toccarla, quasi come da una balaustra. E con le vette del Gran Paradiso che si lasciano vedere solo nel secondo atto, quando dal centro abitato si volge lo sguardo a destra verso la Valnontey. Benvenuti in una delle Alpine Pearls — 25 località esclusive delle Alpi attente alla sostenibilità e alla mobilità dolce. Cogne — che in settembre ha anche vinto il Green Destination Award — è riuscita sinora a coniugare lo standing di una stazione invernale di alta qualità — qui c’è l’Hotel Bellevue, un Relais et Chateaux tra i migliori d’Italia — e l’understatement dell’autentico villaggio di montagna, apprezzato da molti vip che cercano la tranquillità
A Cogne si scia in pista (9 km con due seggiovie e una telecabina) ma soprattutto si va sugli sci stretti, quelli del fondo di cui la località si proclama giustamente regina con 80 km di piste e ben 12 anelli, con la famosa Marciagranparadiso (2-4 febbraio 2018) e con le gare di Coppa Europa.
Passeggiate “normali” o con le ciaspole qui sono di casa e può capitare di soffermarsi sotto una delle cascate gelate per cui la vallata di Cogne va famosa. Si ammirano così le evoluzioni dei “cascatisti”, alpinisti specializzati nell’arrampicata sulle cascate di ghiaccio che qui hanno anche uno dei loro eventi più seguiti, il Cogne Ice Opening, dal 14 al 17 dicembre. In ogni caso, può essere interessante sfruttare il pacchetto Cogne Outdoor proposto dal Consorzio di promozione turistica, con sette notti e sei giorni di attività all’aria aperta, relax e degustazioni di specialità. A proposito di queste ultime, anche per chi si soffermasse solo per un paio di giorni è fondamentale ritagliarsi lo spazio per un giro nelle stradine del capoluogo, tra botteghe artigiane, piccole macellerie e pasticcerie ricche di delizie; a poco distanza dal centro, buono il ristorante Lou Ressignon dove gustare l’imperdibile Seupetta a la Cogneintse.
Testo di Marco Berchi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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