Uzbekistan, viaggio nella leggenda

Uzbekistan: uno straordinario scrigno che custodisce preziosi tesori architettonici ed artistici nel cuore dell’Asia centrale nel quale risuonano echi del passato, miti e leggende.

Una terra di incomparabile fascino e bellezza, i cui deserti sono stati attraversati per secoli da tribù nomadi ed eserciti. Antico crocevia di commerci lungo la Via della Seta che collegava l’impero romano a quello cinese. L’Uzbekistan è anche patria di Amir Temur, un condottiero che conquistò gran parte dell’Asia centrale fondando l’Impero timuride; il conquistatore più feroce della storia, del quale il drammaturgo Christopher Marlowe nell’opera “Tamerlano il grande” cantò la brama di dominio, la crudeltà e le inquietudini.

La ferocia del condottiero è racchiusa nel suo stesso nome, “Temur”, che in turco significa acciaio, mentre nel resto del mondo è passato alla storia come “Tamerlano”, ossia, in maniera dispregiativa, “Temur lo zoppo” per via di una ferita ad una gamba che si era procurato in uno dei suoi viaggi e che lo aveva reso claudicante. La sua statua a cavallo campeggia sulla banconota da 500 Som e nella piazza che porta il suo nome, nella capitale Tashkent, dalla quale si irradiano le vie principali. Omaggi che il popolo uzbeko ha tributato a colui che creò uno dei più grandi imperi della storia, diede sviluppo all’arte e fece costruire a Samarcanda e in altre città edifici monumentali di grande pregio. Sono proprio Khiva, Bukhara e Samarcanda, intrise delle storie affascinanti della Via della Seta a impressionare maggiormente i visitatori con moschee, medresse e meravigliosi musei.

Khiva, lungo l’antica Via della Seta, è una piccola gemma incastonata nel deserto di Kyzylkum. Secondo il mito, il fondatore della città sarebbe stato Sem, il figlio di Noè, che in quest’area scavò un pozzo che venne chiamato Kheivak, da cui si dice derivò il nome Khiva. Le sue mura custodiscono intatto il centro storico dell’ultimo khanato indipendente dell’Asia centrale e il primo sito uzbeko ad essere stato designato patrimonio dell’Umanità: l’Ichon-Qala, la città vecchia. Varcare le mura di fango, che al tramonto si accendono di bagliori arancio, è come fare un viaggio nel tempo fra minareti, cupole ed edifici testimoni di una ricca tradizione architettonica orientale: la Medressa di Mohammed Rakhim Khan, che risale al XIX secolo, considerata una fra le più grandi scuole coraniche, la Moschea Juma con 218 colonne in legno che sostengono il tetto, la Fortezza Kuhna Ark, residenza dei sovrani di Khiva, il mausoleo Pahlavon Mahmud, considerato fra i luoghi più belli della città con un incantevole cortile e splendide decorazioni a piastrelle, il Palazzo Tosh-hovli, il cui nome significa casa di pietra, all’interno del quale si possono ammirare le decorazioni più sontuose di Khiva.

Attraversando il deserto di Kyzylkum per qualche ora si arriva a Bukhara, città con più di duemila anni di storia sull’antica Via della Seta e con un centro storico ricco di edifici millenari minuziosamente restaurati. La Moschea Kalon si distingue per il grande minareto, costruito nel 1127 alto quarantotto metri, sopravvissuto per quasi nove secoli senza restauri. Il minareto fu il primo monumento ad essere abbellito con piastrelle smaltate di colore azzurro in quattordici fasce, tutte diverse l’una dall’altra, un tipo di decorazione che si diffuse in tutta l’Asia centrale sotto Amir Temur. Antiche testimonianze della zona commerciale della città sono i bazar coperti, ancora sormontati da cupole. Tra questi si trova la moschea Maghoki-Attar, considerata la più antica dell’Asia centrale.

Incantevoli le medresse: le cupole azzurre della Mir-i-Arab, una delle più straordinarie dell’Uzbekistan, soprattutto alla luce del tramonto; Ulugbek, risalente al 1417 e la più antica dell’Asia centrale; Abdul Aziz Khan con una sala delle preghiere, oggi museo, dal soffitto della quale scendono stalattiti di alabastro. Uno dei simboli della città è il Chor Minor, dallo stile di ispirazione indiana, il cui nome significa “quatto minareti” per le quattro torri decorative di forme differenti. Permeato di leggenda è il mausoleo Chashma Ayub, datato tra il XII e il XVI secolo: il nome significa “fonte di Giobbe”, poiché si narra che in questo punto Giobbe colpì il terreno con il suo bastone e ne fece sgorgare acqua. Nella parte sud-orientale del deserto del Kyzylkum, a nord di Bukhara e Samarcanda, compare come un miraggio il lago Aydarkul che ricopre di acque cristalline un’area pari a circa 3000 chilometri quadrati. Nella zona circostante, ricca di fauna, accampamenti di yurte fanno da base per esplorare il territorio a dorso di cammello.

Sulle orme di Amir Temur si giunge a Samarcanda, città Patrimonio dell’Umanità con una storia di oltre 2700 anni. Qui, nel Mausoleo di Gur-E-Amir, sono custodite le spoglie del grande conquistatore che proprio a Samarcanda fece portare dalla tomba di Susa, in Iran, una parte delle ceneri di San Daniele affinché la città acquisisse importanza anche dal punto di vista religioso. Molto suggestivo è Shah-i-Zinda, uno spettacolare viale sul quale si affacciano mausolei decorati da alcune delle più belle piastrelle smaltate del mondo musulmano. Gioiello dell’impero di Amir Temur è la Moschea di Bibi-Khanym, dal nome della moglie cinese del conquistatore, un tempo tra le moschee più grandi del mondo islamico.



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Non lontano dalla moschea, una delle più straordinarie piazze del mondo, Registan, incorniciata da tre maestose medresse datate tra il 1400 e il 1600: Ulugbek, sul lato occidentale, è la più antica e fu costruita sotto l’impero di Amir Temur; Tilla-Kari, al centro, è caratterizzata da un cortile con giardino e una moschea con elaborate decorazioni in oro; Sher Dor, sul lato orientale, ha un portale d’ingresso abbellito da figure di felini. I tre imponenti edifici decorati con maioliche dalle mille sfumature di azzurro sono le medresse più antiche esistenti ai nostri giorni. E’ suggestivo ammirarle nel silenzio della sera, sovrastate dalla luna luminosa nel cielo stellato, quando una sapiente illuminazione esalta i colori delle maioliche e le forme di cupole e archi.

Tashkent è invece una capitale moderna, nodo principale dei trasporti dell’Asia centrale, nella quale si armonizzano presente, passato e tradizione. Qui, nel Museo-Biblioteca Moyie Mubarek, è custodito il Corano di Osman, ritenuto il più antico Corano del mondo. L’enorme opera, rivestita in pelle di daino risale al VII secolo e fu portata a Samarcanda da Amir Temur. Ma l’Uzbekistan non è solo un viaggio attraverso il tempo, attrazioni naturali e monumenti di sorprendente bellezza. E’ il sapore della sua cucina, nella quale spicca il Plov, il piatto nazionale composto da riso e verdure saltate in padella, cucinato in maniera diversa in ogni zona del Paese. Ed è anche la cordiale ospitalità dei suoi abitanti e le politiche di apertura verso i turisti che il governo di questo millenario Paese ha concretizzato in una facile procedura elettronica di ottenimento del visto e nella recente istituzione della Tourist Police, con agenti dalle divise verdi pronti ad assistere con discrezione, cortesia e competenza i visitatori.

Testo di Nadia Ballini e foto di Luca Bracali|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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Informazioni utili

Informazioni sul sito dell’Ambasciata dell’Uzbekistan a Roma

Come arrivare: Dall’Italia è possibile viaggiare verso l’aeroporto di Tashkent  con la compagnia nazionale Uzbekistan Airways.

Quando andare: il periodo migliore per visitare l’Uzbekistan va da aprile a metà di giugno e dall’inizio di settembre agli ultimi giorni di ottobre. Aprile è il mese della fioritura del deserto, mentre in settembre e ottobre troverete i mercati pieni di frutta. Periodo perfetto per chi viaggia in alta quota luglio e agosto, quando le bufere di neve sono pressoché assenti.

Dove dormire: A Tashkent; Tashkent Palace Hotel 56 Buyuk Turon

a Samarcanda; Asia Samarkand Hotel 50, Kosh-Havuz st., Samarkand

Fuso orario: + 4 ore rispetto all’Italia tutto l’anno.

Documenti: a partire dal 01 febbrario 2019 sarà abolito il visto per entrare in Uzbekistan per i cittadini italiani (e di tutta l’Unione europea). L’accesso senza visto è permesso per un periodo massimo di 30 giorni.

Lingua: uzbeco e russo.

Religione: la maggioranza della popolazione è musulmana sunnita, oltre a una minoranza ortodossa e musulmana sciita.

Valuta: som usbeco.

Telefono: per chiamare l’Uzbekistan dall’Italia è necessario digitare il prefisso: +998.

Abbigliamento: il clima è continentale; vestitevi a strati per affrontare le forti escursioni termiche notturne e chi parte per escursioni non dimentichi l’abbigliamento tecnico da montagna.

 

 

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