Rotta immersiva nel cuore della Calabria che ispira un viaggio vero alla scoperta di terre inesplorate dai flussi del turismo tradizionale. Non è una strada per cicloturisti comuni ma un’esperienza per cicloviaggiatori in cerca di autenticità.
Di Enrico Caracciolo/Viatoribus
La mappa della ciclovia segue una traccia che asseconda il carattere di un territorio dai mille stati d’animo e dall’umore imprevedibile.
Oltre 150 chilometri, infinite curve, discese ardite e risalite, la Ciclovia del Reventino-Savuto è un piccolo paradiso per chi ama scoprire il mondo in bicicletta, ispirato dalla lentezza.
Osservata su carta sembra non avere un senso logico, invece indica le tappe di un viaggio di scoperta nella Calabria più intima, solitaria e schiva.
Il turismo che tutto consuma e stravolge qui non è mai arrivato: valli, montagne e antiche pietre sembrano voltare le spalle al mare che appare come un fondale azzurro e infinito.
Le rughe di questa Calabria non hanno bisogno di lifting per mostrarla diversa da quella che è, vale a dire un pezzo di mondo destinato a viaggiatori in cerca di autenticità.
La Ciclovia del Reventino-Savuto penetra in un mondo fatto di silenzi silani dove il respiro del vento narra vicende e storie di un paesaggio umano che genera nel viaggiatore lo stesso spirito del Grand Tour: “il desiderio di esplorare e scoprire luoghi sconosciuti per allargare le proprie conoscenze e imparare a vivere”.
La ciclovia ha una doppia valenza: va a scoprire un mondo reale inseguendo monti, valli, fiumi, foreste, paesi e genti e poi si snoda in una dimensione sospesa tra passato e futuro, svelando il volto di una Calabria che affonda le radici in un mondo antico e allunga lo sguardo verso il mondo che verrà.
I monti del Reventino sono gli arti della Sila che si stiracchiano verso Catanzaro e il Savuto è la vena d’acqua che simboleggia la fonte di vita per popolazioni che hanno vissuto qui fin dal Neolitico.
Anello magico
Questo percorso costituisce una splendida deviazione dalla direttrice regionale, la Ciclovia dei Parchi, che attraversa la dorsale di infinite “Calabrie”, dal Pollino all’Aspromonte, passando per la Sila e le Serre.
Combinando il tratto della Ciclovia dei Parchi che accarezza la Sila meridionale con la Ciclovia del Reventino-Savuto il viaggio diventa un anello magico di circa 200 chilometri e 4.000 metri di dislivello: meta ideale per ciclisti allenati e cicloturisti contemporanei che possono ingannare la forza di gravità accarezzando i muscoli grazie a comode e-bike.
La strada sembra perdersi tra le pieghe di un territorio che vuole proteggere la sua intimità. La Ciclovia dei Parchi attraversa i boschi incantati della Sila correndo verso Catanzaro e, prima di Gimigliano, incontra la Ciclovia del Reventino-Savuto che, passando per Cicala, piega verso Carlopoli e Panettieri, due villaggi che si abbracciano proprio sul confine tra le province di Catanzaro e Cosenza.
L’Abbazia di Corazzo è una cattedrale silenziosa fatta di pietra e di cielo. Nei dintorni profumo di pani antichi e cagliate che stanno per trasformarsi in formaggi.
Emozionante il passaggio per Serrastretta, la città delle sedie, e per la mistica faggeta del monte Condrò: un sogno che si perde nella quiete boscosa di Decollatura prima di respirare aria di Mediterraneo, vigneti e oliveti tra Conflenti e Motta Santa Lucia.
Pedivigliano, Scigliano e Carpanzano disegnano curve indimenticabili per chi pedala a testa alta flirtando con la forza di gravità fino al valico di Agrifoglio, dove inizia la discesa verso l’operosa Soveria Mannelli.
Da qui si risale ancora verso Bianchi, Colosimi e gli altopiani di Parenti fino a Bocca di Piazza, un “piccolo Tibet” fatto di grandi spazi che annuncia la dorsale e il ritorno sulla Ciclovia dei Parchi.
Perché una ciclovia?
Semplicemente perché solo la bicicletta regala la grande opportunità di spostarsi in silenzio, immergendosi nell’ambiente circostante interagendo con l’essenza degli elementi.
La strada in questo caso è il viaggio e la bicicletta è il mezzo che non impone nessuna barriera col mondo esterno quindi facilita gli incontri, le conoscenze, le esperienze condivise con le persone, il valore più importante di questo territorio. Basti solo pensare a Luigi Vittorio Bertarelli che nel 1894 fondò il Touring Club Ciclistico Italiano (in seguito Touring Club Italiano) che nel 1897 percorse la Calabria in bicicletta.
Probabilmente è stato il primo reporter a pedali che ha raccontato questa terra attraverso le persone: massaie, pastori, poeti, osti, preti e furfanti.
E come ricordava Augusto Guido Bianchi, allora caporedattore del Corriere della Sera, che seguiva le avventure di Bertarelli, “se parlate con uno dell’Alta Italia della Calabria, questi vi svolterà paurosamente il capo e vi parlerà di briganti, di cappelli a cono, di tromboni… “.
Sotto questo aspetto il viaggio di L. V. Bertarelli dovrebbe insegnare qualche cosa a noi dell’Alta Italia, e cioè che la sicurezza laggiù non potrebbe essere più grande e che un ciclista può viaggiarsene solo, sicurissimo di trovare ovunque ospitalità”. Dopo oltre un secolo non è cambiato nulla.
Un viaggio di senso
Quel paesaggio umano che tanto ha affascinato viaggiatori d’altri tempi conserva la stessa anima che si manifesta con tanti volti diversi. Sono 14 i comuni abbracciati dalla ciclovia.
Più precisamente sono 14 comunità che grazie a questo progetto possono raccontarsi tutte insieme, ognuna con le proprie storie. La ciclovia è un fil rouge che indica la strada in una Calabria inaspettata dove le radici e le tradizioni non sono dimensioni conservative ma fonti di ispirazione per menti visionarie, mani operose, cuori aperti.
Benvenuti nella terra del saper fare, dunque del saper vivere. Il viaggio a pedali in questo fazzoletto di Calabria diventa un viaggio di senso, una strada privilegiata dove la bellezza non è solo contemplazione ma sentire sulla pelle il calore dell’ospitalità, i profumi e i sapori di una cucina che è genuina come la gente di Calabria. Piazze, fontane, bar, panchine, chiese, botteghe artigiane, osterie sono le tappe quotidiane di un viaggio straordinario.
Informazioni utili:
La ciclovia dei parchi
Entra nel cuore della Calabria percorrendo la dorsale interna dalle falde del Monte Pollino a Reggio Calabria. Benvenuti sulla Ciclovia dei Parchi, un nastro d’asfalto che regala grandi emozioni lungo un percorso meraviglioso e che unisce quattro aree protette: il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale della Sila, il Parco Naturale Regionale delle Serre e il Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Ben 545 chilometri tra terra e cielo alla scoperta di terre autentiche: foreste, fiumi, laghi ma anche borghi, piccole comunità e luoghi da vivere a ritmo di ruote e pedali. La Ciclovia dei Parchi è la strada che arriva in fondo alla penisola, laggiù dove finisce l’Italia su una strada che si srotola tra un’incredibile varietà di paesaggi, culture, tradizioni; una strada, un viaggio, per tante “Calabrie”.
Per saperne di più si può consultare il sito.
Scheda tecnica
Distanza: 152 km (200 km con il tratto della Ciclovia dei Parchi). Dislivello: 3.590 m (4.240 m con il tratto della Ciclovia dei Parchi).
Tipo di strada: asfaltata (tranne il breve tratto in faggeta a Serrastretta).
Bici consigliate: strada, gravel, e-bike.
Comuni attraversati: 14 (19 con il tratto della Ciclovia dei Parchi).
Province: 2 (Catanzaro e Cosenza).
Note: la Ciclovia del Reventino-Savuto si distacca e si ricongiunge alla Ciclovia dei Parchi sviluppandosi sul versante occidentale della dorsale calabra. Si tratta di un percorso decisamente ondulato che richiede una buona condizione fisica, si consiglia pertanto l’utilizzo di e-bike per chi non è allenato.
Periodo consigliato: primavera e autunno. Tra maggio e giugno, settembre e ottobre in considerazione del fatto che il percorso si snoda tra i 500 e i 1.550 metri di altezza in ambienti collinari e montani.
Proposta di viaggio: per vivere la Ciclovia del Reventino-Savuto nella sua interezza suggeriamo un itinerario ad anello in senso orario. Per la sua centralità gli autori della guida hanno scelto come punto di partenza e arrivo Soveria Mannelli attraversando in successione i territori di Bianchi, Colosimi, Parenti; da Spineto si imbocca la Ciclovia dei Parchi passando per Villaggio Racise (da qui possibile bretella diretta verso Panettieri), Villaggio Mancuso, Albi, Taverna, Sorbo San Basile, Fossato Serralta per poi riprendere la Ciclovia del reventino-Savuto nel comune di Cicala proseguendo alla volta di Carlopoli, Panettieri, Serrastretta, Decollatura, Conflenti, Motta Santa Lucia, Pedivigliano, Scigliano, Carpanzano e nuovamente Soveria Mannelli.
L’itinerario può essere suddiviso in 4 tappe. Scegliendo una base fissa nella parte centrale del tracciato può inoltre essere percorso con diversi anelli giornalieri.
Tutte le informazioni, descrizione del percorso, contatti sul territorio indispensabili per organizzare il viaggio si trovano sulle web app dedicata alla Ciclovia.
Testo e foto di Enrico Caracciolo| Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com