Etiopia, Cristianesimo sotto il cielo d’Africa

In Etiopia sulle antiche tracce del Cristianesimo. Non tutti ne sono a conoscenza ma in questo Paese quella ortodossa è l’unica Chiesa cristiana autoctona africana. Ecco perché.

Testo e foto di Stefano Pensotti

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Etiopia, Lalibela ©Stefano Pensotti

Un viaggio nel tempo. Il tempo che riporta alle origini del Cristianesimo in Etiopia, nella prima metà del IV secolo, e alle sue radici storiche che risalgono al tempo degli Apostoli.

Un viaggio tra le ambe e le montagne che superano i 4000 metri, nella cultura e nelle tradizioni dell’Etiopia Copta, tra le stupefacenti basiliche di Lalibela intagliate in un unico blocco di roccia a simboleggiare spiritualità e umiltà.

Un viaggio con i pellegrini in cammino lungo le strade, dalle prime luci dell’alba e fin dopo il tramonto, avvolti nelle loro shamme bianche ed accompagnati dall’immancabile bastone del viandante, scalzi, verso mete per noi irraggiungibili e sconosciute, come fossero anime senza pena dirette ad una meta indefinita.

Fede e tradizioni

Uomini e donne avvolti nella candide shamme di cotone. Bambini nascosti agli occhi estranei dalle vesti degli adulti per evitare il male, sacerdoti in preghiera con enormi croci copte benedicenti.

Dal campo dei pellegrini il profumo di caffè e di cibi poveri da prendersi con le mani. Fede e tradizione, preservata forse dai suoi alti altipiani che la dividono dal resto dell’Africa e dal mondo.

Una fede antica che arrivò qui già nel I secolo d.C. propagandosi rapidamente nel Corno d’Africa. Templi e tradizioni qui si riferiscono alla prima cristianità, agli scritti dell’Antico Testamento.

Lalibela le più grandi sculture rupestri dell’Africa, chiese e cappelle, decorazioni e splendidi affreschi sono stati conservati dal fervore dei credenti e dai numerosi sacerdoti eremiti. Fervore che é rimasto immutato nei secoli.

Il progetto fotografico

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Etiopia altopiano del Tigrai ©Stefano Pensotti

È un progetto fotografico sviluppato in più anni (1995-2019) nella regione del Tigrai, a nord dell’Etiopia. Lavoro antropologico che vuole restituire attraverso l’indagine dell’unica religione autoctona del centro Africa, la Chiesa Etiope Ortodossa Tewahedo.

Questa, nonostante l’Etiopia sia stata soggetta negli anni a numerose dispute socio-politiche con Paesi europei come l’invasione di Mussolini dal 1936 al 1941 e con altri confinanti della Somalia e dell’Eritrea, è riuscita da sempre a preservare la storia del Paese e le sue istituzioni religiose, divenendo la Chiesa Ortodossa Etiope una guida spirituale a beneficio del popolo.

Cristianesimo africano autoctono

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Etiopia, Lalibela ©Stefano Pensotti

La Chiesa Ortodossa Etiope si struttura nel IV secolo d.C. ed è l’unico caso di cristianesimo “africano” autoctono. Nata con la conversione al cristianesimo del re axumita Ezanà e poi di tutto il regno, quella ortodossa etiope è l’unica Chiesa cristiana autoctona africana, di antica tradizione e di diretta derivazione apostolica.

Secondo i testi della Chiesa etiopica, il Cristianesimo giunse in Africa sub sahariana già nel I secolo d.C. per merito di un funzionario del re axumita battezzato da san Filippo l’evangelista, uno dei sette diaconi.

Poi si propagandò rapidamente nel Corno d’Africa all’epoca dominato dall’antico Regno di Axum, tanto che alla caduta dell’Impero romano d’Occidente il Cristianesimo contava un gran numero di proseliti soprattutto nei grandi centri urbani del Corno d’Africa e dei Paesi mediterranei.

Nei polverosi altopiani dell’Etiopia settentrionale, nella Regione del Tigrè, si trova la più antica chiesa cristiana costruita in Africa, nel sito archeologico di Yeha.

La struttura dell’edificio risale al IV secolo d.C., all’incirca nello stesso periodo in cui l’imperatore romano Costantino legalizzò il cristianesimo (313 d.C) per poi convertirsi allo stesso sul letto di morte nel 337 d.C.

Gli Etiopi, in Africa, erano liberamente cristiani prima che lo diventassero ufficialmente Roma e Costantinopoli. Ciò testimonia la sorprendentemente e precoce conversione al Cristianesimo del regno di Axum.

Questa che è cosa poco conosciuta dovrebbe far riflette i fan delle “radici cristiane dell’Europa”, presepe annesso, e chi è convinto che gli africani siano nient’altro che pagani e convertiti dalla razza superiore bianca.

Nello studio “Beta Samati: discovery and excavation of an Aksumite town” pubblicato su Antiquity, gli scienziati illustrano la scoperta di una chiesa 30 miglia a nord-est di Aksum, la capitale del regno di Aksumite, un impero commerciale emerso nel I secolo d.C. e che avrebbe continuato a dominare a lungo gran parte dell’Africa orientale e dell’Arabia occidentale.

Successivamente, dal Regno di Axum la penetrazione del cristianesimo arrivò in Nubia prima per poi giungere sulle coste mediterranee dell’Africa.

L’Africa e le numerose credenze locali

Le errate convinzioni in merito a Cristianesimo ed Etiopia sono generate dal fatto che in Africa vi è una vasta gamma di credenze tradizionali, usanze religiose uniche per popolazioni e regioni geografiche specifiche, tramandate di generazione in generazione per via orale dagli anziani ai più giovani, in cui non vi sono leader come Guatama Buddha, Cristo o Maometto, e nemmeno missionari con l’intenzione precipua di propagare la fede o di fare proselitismo.

La Chiesa Etiope Ortodossa Tewahedo, unico caso di cristianesimo “africano” autoctono, ha avuto un ruolo importante ponendosi quale guida spirituale del popolo e fattore aggregante per l’identità del Paese.

E di forte identità si deve parlare se si considera che l’Impero d’Etiopia, fondato nel 1137 dai popoli del Tigrè e dell’Amhara, riuscì a respingere gli eserciti arabi e turchi, ad avviare amichevoli relazioni con diversi Paesi europei, ad evitare (altra sola eccezione la Liberia) la colonizzazione (ad eccezione del breve periodo in cui la stessa Etiopia fu annessa all’Africa Orientale Italiana).

È bene anche ricordare che l’economia dell’Etiopia è tuttora basata sull’agricoltura che occupa circa l’80% della popolazione attiva.

Dopo il crollo degli imperi coloniali intorno alla metà del XX secolo, l’Etiopia rimase fino al 1974 uno dei tre soli Paesi al mondo governati da un imperatore.

L’importanza di Lalibela

Il baricentro pulsante della Chiesa Tewahedo è nella regione Amara tra ambe e montagne che superano i 4000 metri, nel minuscolo villaggio di Lalibela con le sue 11 stupefacenti basiliche rupestri intagliate nella roccia tra il XII e XIII secolo a simboleggiare spiritualità e umiltà.

Migliaia di fedeli ogni anno si mettono in cammino da regioni remote, attraversando valli e montagne selvagge, in un pellegrinaggio da Bibbia Nera di centinaia di chilometri a piedi, per arrivare a Lalibela, la Gerusalemme d’Africa.

Uomini, donne e bambini arrivano sin qui per chiedere una grazia, avvolti nelle candide shamma di cotone bianco, bivaccano attorno alle Basiliche avvolti dal fumo dei fuochi e dall’odore dell’incenso. Un viaggio nel tempo che si ripete generazione dopo generazione.

Testo e foto di Stefano Pensotti|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Una lunga esperienza di fotoreportage da Europa Asia ed Africa. I suoi servizi sono stati pubblicati da riviste italiane e straniere, il suo lavoro esposto in italia e all’estero. Ha pubblicato 11 volumi fotografici editi da diversi editori in Italia, Francia, Libia ed Inghilterra.I n 35 anni ha viaggiato in oltre 50 paesi in Europa, Africa ed Asia, per la produzione di servizi fotografici o accompagnando piccoli gruppi di fotografi.

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