Tre Cime Dolomiti: le leggende della montagna

Scenari da favola in Veneto. Sono 4 i percorsi da seguire sulle montagne del Consorzio Turistico Tre Cime Dolomiti. Tutti affascinanti e con le loro antiche leggende.

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Tre Cime di Lavaredo ©Nicola Bombassei

Come descrivere un luogo che pare incantato? A volte la strada giusta è farlo attraverso le leggende. Per spiegare, ad esempio la diffusione di un particolare fiore o la formazione stessa delle cime si ricorre, infatti, a racconti popolari che si tramandano da generazioni, anche se a volte con sfumature diverse.

Questo vale anche per il territorio che fa parte del Consorzio Turistico Tre Cime Dolomiti in Veneto. E così tra una leggenda ed un’altra si può scoprire un territorio meraviglioso fatto da montagne imponenti, laghi dalle acque cristalline, paesaggi suggestivi e silenzi profondi e poetici.

Cadini: gli asceti di pietra

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Cadini di Misurina ©Nicola Bombassei

Una antica leggenda racconta di un gruppo di asceti che aveva deciso di vivere in mezzo alle montagne, sopra la Valle dell’Ansiei, nel luogo dove oggi sorgono i Cadini di Misurina.

Questi uomini, che adoravano il Sole, al tramonto erano soliti ad innalzare le mani verso il cielo come forma di preghiera. Durante una di queste orazioni vennero trasformati in giganti di pietra non per punizione ma per permettere loro di sfuggire alle tentazioni terrene.

Leggende, si dirà. I più romantici non possono non notare che le cime dei Cadini appaiono come mani giunte in preghiera circondati da altre vette ammantate da neve

Sono diversi i percorsi, di grado di difficoltà differente, che si possono seguire in questo territorio. Sul versante meridionale è possibile effettuare una rilassante passeggiata panoramica lunga circa 10 km che mette in collegamento il Rifugio Col de Varda a 2.115 metri d’altitudine (raggiungibile attraverso la seggiovia), e il Rifugio Città di Carpi a 2.110 metri s.l.m.

Nel corso dell’escursione lo sguardo viene catturato della imponente catena delle Marmarole, dal Sorapìss e dal maestoso Cristallo fino alle Tofane.

Si cammina tra pini mughi e radure fino a Forcella Maraia, una sella prativa da cui si può ammirare in tutta la loro maestosità le cime dei Cadini.

Le lacrime del re 

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Lago di Sorapis, Dolomiti ©AdobeStock

Altro luogo incantato è quello che include il gruppo dei Sorapis, costituito dal massiccio centrale che comprende a sua volta la Punta Sorapis, la Fopa di Mattia, la Croda Marcora e le Tre Sorelle.

Ai suoi piedi si trova lo spettacolare Lago di Sorapis, un bacino lacustre dalle incredibili e meravigliose acque turchesi. La leggenda racconta che Misurina, una bambina viziata e capricciosa, chiese a suo padre, un re gigante chiamato Sorapis, di procurargli lo specchio Tuttosò. Si trattava di uno strumento attraverso il quale la piccola poteva soddisfare la sua infinita curiosità. E così il padre, per accontentare la figlia, si mise alla ricerca dello specchio.

Alla fine lo trovò. Lo specchio era in possesso della fata del Monte Cristallo. Quest’ultima lo diede al re ad una condizione: il sovrano doveva trasformarsi in una grande montagna che potesse dare ombra al suo giardino. La piccola Misurina senza alcun dubbio accettò lo scambio. E così il papà si trasformò nella montagna. Ma pianse. Pianse così tanto che le sue lacrime formarono il Lago di Misurina.

Chi è allenato può compiere il Giro del Sorapis: si tratta di una intensa quanto piacevole due giorni dedicati al trekking. Lungo il cammino è possibile effettuare due pernottamenti, uno al Rifugio Vandelli, punto di partenza dell’anello, e uno al Rifugio San Marco.

Altro itinerario impegnativo, ma fattibile in giornata, è quello che da Passo Tre Croci arriva a Forcella de Marcuoira. Si tratta di un percorso ad anello lungo poco più di 13 km con un dislivello di circa 1000 metri.

Tanna, la fredda regina delle Marmarole

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Tre Cime di Lavaredo ©Nicola Bombassei

Una leggenda vuole che le Marmarole siano abitate dai Croderes, esseri privi di sentimenti. La loro regina si chiama Tanna. Quest’ultima, però, un giorno rinunciò al suo incarico e, per amore, decise di lasciare le Marmarole. Una nuova vita aveva inizio per lei. Ma le cose cambiarono presto. Il suo sposo abbandonò lei e il figlio.

Dopo diverse peripezie, il figlio ferito dal suo stesso padre morì cadendo in un crepaccio. La sua giovane sposa, presa dalla disperazione, si lasciò morire sul suo corpo. A quel punto Tanna, ormai accecata dall’odio per gli uomini, decise di ritornare ad essere la regina delle Marmarole.

Una suggestiva escursione per andare alla scoperta di questo territorio può partire dagli impianti di risalita del Monte Agudo. Da qui si sale in seggiovia fino alla sommità del monte boschivo a 1.573 metri s.l.m. dove si trova l’omonimo rifugio e si prosegue prima verso Col dei Buoi e successivamente verso Pian dei Buoi, un vasto altopiano che offre una meravigliosa vista panoramica sulle Dolomiti dell’Oltrepiave e del Centro Cadore.

Il percorso non presenta particolari difficoltà ma è decisamente impegnativo per gli oltre 23 km di lunghezza e il dislivello complessivo di circa 1.400 metri.

La stella alpina delle Tre Cime

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Stambecchi,Tre Cime di Lavaredo ©Nicola Bombassei

Anche le Tre Cime di Lavaredo hanno la loro leggenda. Quest’ultima, seppur con versioni diverse, è legata alla stella alpina.

Si racconta che quando le Dolomiti emersero dalle acque, scesero sulla terra degli spiriti buoni che diedero vita a fiori e piante.

L’unica terra su cui non cresceva niente era la montagna di Lavaredo. L’essere diversa dagli altri rendeva triste la montagna. Ma le cose cambiarono una notte. L’eco del suo pianto giunse fino alla fata Samblana che, intenerita dalle lacrime, si levò  nel cielo, prese tra le mani una piccola stella lucente, la depose tra le rocce della più alta delle Tre Cime di Lavaredo e la trasformò in un fiore stellato dai petali vellutati bianchi come la neve.

Così anche la grande montagna ebbe il suo fiore.  Chi vista questo territorio può compiere il giro delle Tre Cime di Lavaredo. Punto di partenza è il Rifugio Auronzo, a 2.320 metri di altitudine.

Da qui inizia il percorso ad anello: si passa per il Rifugio Locatelli a 2.405 metri s.l.m. e la Forcella Col di Mezzo a 2.315 metri. Il percorso è lungo meno di 10 km e presenta un dislivello di 468 metri.

Informazioni utili:

Consorzio Turistico Tre Cime Dolomiti

Si può telefonare al numero +39 0435 99603 oppure consultare il sito.

Testo di Gabriele Laganà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com