La Sardegna sotterranea: viaggio nelle grotte del Sulcis Inglesiente

Colonne scolpite nella roccia dalla forza del mare, scenografiche stalattiti e stalagmiti, reperti archeologici antichissimi: il Sulcis Iglesiente, nella costa sud-occidentale della Sardegna è ricca di cavità da scoprire.

Oltre 500 grotte carsiche di varie dimensioni stanno nascoste sotto il verde della macchia mediterranea, per la gioia di speleologi e appassionati di archeologia.

Grazie a una sorprendente varietà morfologica, il Sulcis Iglesiente è una delle zone più affascinanti della Sardegna, capace di combinare un  mare limpidissimo con la montagna selvaggia e boscosa e importanti siti archeologici.
Ecco un itinerario imperdibile, per scoprire un aspetto misterioso di questa terra così antica.

Grotta di Su Mannau – Fluminimaggiore
A pochi chilometri da Fluminimaggiore, in prossimità della valle di Antas, tra le montagne calcaree, la grotta di Su Mannau è la più lunga del Sulcis Iglesiente. Si snoda per 8 km tra lunghe gallerie, sale ampie e spettacolari pozzi nati dallo scorrimento delle acque del rio Rapido e del rio Placido. La prima sala (detta Archeologica) fu frequentata fin dal primo millennio a.C. dalle genti che vivevano nelle valli vicine, probabilmente per praticare il culto delle acque, che le numerose lucerne ritrovate in questi ambienti confermano essere celebrato fino all’epoca romana.

Grotta di Santa Barbara – Iglesias
Scoperta nel 1952 all’interno della miniera di San Giovanni (Gonnesa), la grotta di Santa Barbara ha un’età stimata in 500 milioni di anni ed è tra le più importanti della Sardegna. È costituita da una grande sala alta oltre 25 metri costeggiata da imponenti colonne. Le pareti sono ricoperte da uno strato di cristalli tabulari di barite, mentre le stalattiti e le stalagmiti sono ricoperte di aragonite. Non ci sono sbocchi esterni e per entrare bisogna passare attraverso una galleria mineraria a bordo di un trenino elettrico.

Grotta di San Giovanni – Domusnovas
A poca distanza dal paese medievale Domusnovas, sorge la grotta di San Giovanni, un eccezionale fenomeno carsico che con i suoi 850 metri rappresenta una delle più lunghe gallerie naturali d’Europa, chiamata così per la presenza di una cappella interna dedicata al santo. Formatasi probabilmente per un cedimento dell’enorme massa calcarea del monte Acqua, è l’unica cavità naturale in Italia a essere interamente percorsa da una strada carrozzabile. La lunga strada asfaltata che la attraversa porta alla zona montana, ma oggi è chiusa al traffico per preservarne le condizioni ambientali.

Grotta di Is Zuddas – Santadi
La grotta di Is Zuddas, nel Monte Meana, è conosciuta per le magnifiche sale che si articolano nelle rocce dolomitiche di circa 530 milioni di anni fa. Ogni sala è diversa con imponenti stalattiti, stalagmiti, colate, cannule, colonne a forma di canne d’organo e anche le rare eccentriche di aragonite, caratteristica principale della grotta, che la rendono unica al mondo. Di grande effetto è la cavità più interna, detta “Sala del teatro”, perché sembra un anfiteatro naturale scavato nella roccia dall’acqua nel corso di milioni di anni.

Complesso di Cuccuru Tiria – Iglesias
Per i più esperti, accompagnati dai gruppi speleologici locali, è molto interessante il sistema ipogeico di Cuccuru Tiria e del Torpado nel massiccio calcareo del Marganai, ad Iglesias, dove un itinerario attraverso le gallerie conduce alla scoperta di una vera e propria necropoli del periodo nuragico e prenuragico, di cui sono visibili numerosi reperti. Sempre riservate agli speleologi sono la grotta Su Bacculu, a Narcao, che si sviluppa per quasi un chilometro, e la voragine di Monte Onixeddu, presso la miniera omonima, nel territorio di Gonnesa.

Testo di Giorgia Boitano