Sulla punta di Cape Cod, nel Massachusetts meridionale (USA), un villaggio di pescatori si è trasformato in una nota località vacanziera. Tra dune, balene, artisti e una vivacissima comunità gay.
Solo 20 minuti di volo separano la seria, compassata Boston da Provincetown – P-town per gli amici – termine orientale estremo della US Route 6, che inizia nella lontanissima California. 20 minuti che portano dal New England in un altro mondo. Un mondo fatto di spiagge, di gite in barca che lasciano il porticciolo per l’avvistamento delle balene, di avventura sulle dune di sabbia in 4×4 e di serate in compagnia della più antica comunità artistica degli USA. E una delle cittadine più ‘liberal’ d’America, tra le prime dove si sono celebrati matrimoni gay. Ora ci si può sposare anche in altri stati dell’Unione, in Connecticut ad esempio, ma pronunciare il fatidico ‘sì’ a P-town è tutta un’altra cosa. Circa due terzi del territorio sono occupati dal Cape Cod National Seashore Park. A nord si trovano le Province Lands costituite da dune di sabbia e piccoli laghetti che si estendono dal monte Ararat ad est fino a Race Point ad ovest, lungo la Massachusetts Bay. La costa costituita dalla Cape Cod Bay si estende da Race Point fino all’estremo ovest e Wood End a sud, toccando ad est Long Point che fornisce una barriera naturale per il porto di Provincetown. La storia di Provincetown nasce con lo
sbarco dei Pilgrims dal Mayflower – i Padri Pellegrini, primi coloni inglesi – nel 1620, che si spostarono in seguito a Plymouth per le maggiori risorse ittiche offerte da questa località. Nel XX secolo P’town si guadagna la fama internazionale di cittadina d’arte e letteratura. The Provincetown Players fu un celebre teatro sperimentale che si formò agli inizi del 1900 con stretti collegamenti intellettuali e artistici con il Greenwich Village, della stessa epoca. La cittadina conserva ben otto edifici e distretti storici segnalati dal National Register of Historic Places e ancora un buon numero di compagnie teatrali. Molti letterati e drammaturghi subirono il fascino di P-town. Il più famoso è forse Eugene O’Neill, che diede un impulso determinante alla creazione del Provincetown Playhouse, un teatro in passato frequentato anche da Tennessee Williams. Si divideva tra qui, New York e Parigi. Pare fosse bisex e la piccola cittadina sulla punta del Capo era il suo luogo favorito. Lo si poteva spesso incontrare all’Atlantic
House. Nei teatri di Provincetown, poi, hanno esordito personaggi del calibro di Marlon Brando e Al Pacino. Da sempre è un luogo magico e di fuga: qui, alla fine del mondo, sulla punta estrema del Cape, la vita è oltre. Negli anni ’60 Provincetown divenne una meta di richiamo per hippy, favorita dagli alloggi a buon mercato, soprattutto durante l’inverno. Molti vi si stabilirono formando una famiglia e creando una serie di attività. La Commercial Street vide fiorire caffè, ristorantini, negozi di pellame e boutique e altre piccole imprese. Nel 1970 fu scoperta da una comunità gay che negli anni successivi creò la Provincetown Business Guild (PBG) per promuovere il turismo gay. Oggi si contano almeno 200 esercizi gestiti dalla PBG. Per questo motivo P-town è nota in Massachussets anche come “Gayborhood” ed è riconosciuta internazionalmente dalla comunità gay quale migliore destinazione estiva. Oggi la stagione turistica abbraccia anche i mesi invernali, grazie a numerosi festival ed eventi. Per chi segue con interesse la comunità gay ed il suo circuito specifico, Provincetown è certamente la destinazione da scegliere per i festeggiamenti del 4 di Luglio, tanto numerosi e organizzati durante la Circuit Week: le migliori gite in barca, elaborati eventi di ballo e famosi DJ intrattenitori dei diversi club. Lo spirito di P-town richiama tutti coloro – giovani e non più giovani- che vogliono divertirsi. Qui si
trovano anime che s’incontrano e si amano per la prima volta, e coppie non più giovani che compiono i loro quaranta, cinquanta e sessant’anni. Due padri oppure due madri che spingono una carrozzina, uomini agghindati in pelle, i bears, sportivi e culturisti, transgender e creativi. Li potrete osservare muoversi nella folla. O nei bar e ristoranti, dove è facile inquadrare omaccioni con tatuaggi, barba e baffi che si guardano teneramente. E distinte signore di mezza età con parrucca, ingioiellate e con trucco pesante, che a uno sguardo più attento si rivelano due signori… P-town accoglie tutti, senza distinzione.
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