Trekking a 5 stelle sulle Ande

Cuzco, Machu Picchu, Cordigliera di Vilcabamba. Nomi e luoghi da leggenda per una delle regioni più impervie del Perù dove si nascosero gli ultimi Inca. Le cui orme ripercorrono i nostri inviati.

Il trekking del Salkantay attraversa le zone più affascinanti e impervie del Perù, collegando la valle del fiume Apurimac al santuario di Machu Picchu, lungo quella che era  l’antica strada dei lama che conduceva verso la Selva. Enrique Umbert, un imprenditore appassionato di outdoor, che d’inverno frequenta i fuoripista delle Alpi e in mountain-bike ha percorso  l’intero  sentiero di Compostela, ne resta affascinato e decide di costruire lungo il percorso dei rifugi molto speciali, per accogliere con un’ospitalità raffinata gli escursionisti al termine di ogni tappa. Sei giorni di cammino attraverso monti e vallate, la pampa di erba bassa, i boschi e le lagune, superando un passo a 4650 metri di quota, proprio sotto alla piramide bianca del Nevado Salkantay (6270 m). Con una varietà di paesaggi che non ha uguali, dove si alternano ghiacciai e orchidee. Ogni sera la tappa si conclude in un eco-lodge, progettato con concetti di bio architettura, due dei quali si raggiungono solo a piedi. Una contraddizione ? Tutt’altro. Una proposta attenta all’ambiente e ai valori sociali condotta a fianco della ONG Yanapana. Maturata nel 2000 quando Enrique, insieme a un amico austriaco oggi partner del progetto Mountain Lodge of Peru, percorse per la prima volta l’itinerario rimanendo colpito dalla sua bellezza. Oggi  ha deciso di mettere il suo know-how di imprenditrore al servizio dei contadini di Mollepata e di valorizzare l’area creando nuova coscienza del lavoro che rispetta l’uomo e la natura. Tanto per cominciare  ha raddoppiato la paga ai portatori (spesso sfruttati dalle agenzie). Nei lodge ha messo a dirigere le donne per contrastare – ci spiega  – la  cultura  maschilista,  ha avviato corsi di formazione, cooperative di lavoro e colture biologiche di cui i lodge MLP sono i principali clienti. Organizza il reciclaggio totale dei rifiuti e spera, in breve tempo, di arrivare alla completa autonomia energetica  dei lodge (attualmente alimentati a gas) potenziando l’installazione di pannelli solari e di piccole centrali idroelettriche. Perché chi l’ha detto che un escursionista stanco, non possa godersi alla fine della giornata il caldo tepore di un rifugio? Soprattutto se questo è eco-compatibile. E guardare il tramonto che scende al di là della  grande vetrata, mentre Pilar gli offre una tazza di tè (o di mate di coca ) accompagnata da una fetta di torta. Nel frattempo qualcuno ha già provveduto a riporre il suo zaino nella camera e l’accappatoio è  pronto per la jacoozi. Nasce così il primo trekking quattro stelle delle Ande, inaugurato da Mountain Lodge of  Peru nel giugno del 2007, che  la rivista americana National Geographic ha definito tra i 20 percorsi più belli del mondo.

Le tappe:

1 giorno – la puna. Mollepata – Soray Pampa, dislivello in salita: 150 m. Quote: partenza 3650 m, arrivo 3800 m. Tempo 2 ore.

Punto di partenza è Mollepata, un villaggio a 2800 metri di quota nella  scenografica valle del fiume Apurimac, che in quechua significa il “dio parlante”. Lo  si raggiunge in auto da Cusco in poco meno di tre ore. Da qui una strada carrozzabile bianca sale verso Soray Pampa dove è situato il primo lodge. Ci si ferma prima dell’imbocco della valle, per raggiungere il lodge con una passeggiata di circa due ore che segue la linea di un acquedotto. Tagliando a mezza costa il bosco fino all’apertura della piana d’erba bassa percorsa da rivoli d’acqua, in fondo alla quale si ergono le sagome  innevate del Nevado Humantay (5900 m) e Salkantay (6264 m), che si osservano anche dalla finestra del lodge.

2 giorno – la laguna. Soray Pampa – Laguna Humantay – Soray Pampa, dislivello in salita: 400 m. Quote: partenza e arrivo 3800 m, punto più alto 4200 m. Tempo 2 ore.

L’acclimatazione richiede un giorno di “sosta” a Soray Pampa prima di affrontare il passo. E‘ l’occasione per compiere un’escursione alla laguna che si trova sotto alla parete sud del Nevado Humantay. Poco oltre il lodge, superato il torrente, il sentiero affronta un costone ripido sulla sinistra, salendo a zig-zag. L’aria sottile  mette per la prima volta alla prova con l’alta quota. L’affascinante conca azzurra che raccoglie l’acqua del ghiacciaio merita la fatica e, in discesa, ci offre una bella veduta dall’alto di Soray Pampa.

3 giorno – la montagna. Soray Pampa (3800 m) – Soray Pass (4650 m) – Wayracmachay (3800 m), dislivello in salita: 800 m. Tempo: 7 ore.

E’ la tappa più impegnativa del trekking. Si parte presto al mattino per affrontare il valico di Soray, con sulle spalle solo uno zaino leggero. Il resto del bagaglio lo porteranno i cavalli. La mulattiera, ben tracciata, sale dolcemente prima con larghi tornanti poi con curve più serrate. Era una delle vie più frequentate per collegare i villaggi del distretto di Santa Teresa, sul versante amazzonico. Richiede circa quattro ore  raggiungere il  valico tra le due montagne, segnalato da una moltitudine di ometti di pietra (apacheta in lingua quechua). I profili dei due giganti di granito accompagnano anche la discesa sull’altro versante. Man mano che si scende s’incontrano massi erratici ricoperti da  licheni arancioni. Fino a raggiungere l’amena radura di Wayracmachay dove è situato il più austero e pittoresco  dei lodge MLP, su di una naturale terrazza sospesa sull’orlo della foresta, con alle spalle i giacciai e di fronte  l’Amazzonia.

4 giorno – la selva. Wayracmachay – Collpapampa, dislivello in salita: 80 m. Quote: partenza 3800 m, arrivo 2800 m. Tempo: 4 ore. 

“Là dove abita il vento”, questo vuol dire in lingua quechua Wayracmachay. Da qui comincia la discesa verso la selva. Erbe e rocce vengono sostituite da una vegetazione umida, sempre più fitta. Grappoli di campanule, bromeliacee, felci e le prime  orchideee. Il sentiero diventa un corridoio in mezzo al verde che concede qualche apertura. La gola sprofonda in basso, incisa dalle acque del torrente. E’ una tappa mite, riposante, carica degli odori della selva. Verso la fine della discesa incontra qualche capanna di indios. Il lodge di Collpapampa si affaccia su una complicata morfologia di valli e pendii solcati dall’acqua. E’ situato su un panoramico belvedere nel punto dove s’incontrano tre fiumi.

5 giorno – il fiume. Collpapampa (2800 m) – Lucmabamba (2100 m). Dislivello in salita: 250 metri. Tempo:  6-7 ore.

Il crocevia dei torrenti che si gettano nel rio Santa Teresa si trova a mezz’ora di cammino dal lodge. Un susseguirsi di saliscendi, tra  ponti, cascate e una sorgente termale,  conduce alla riva settentrionale del  fiume  che, dopo 30 km, sfocia  nel rio Urubamba, quello di Machu Picchu.  Il sentiero segue per circa 15 km  la riva dell’impetuoso corso d’acqua. Fino a incontrare la strada bianca dove le macchine di MLP attendono gli escursionisti per condurli al lodge di Lucmabamba. 10 km di strada carrozzabile che attraversa villaggi e piantagioni di caffè. Il lodge è lontano dalla strada. Si trova  a 20 minuti di cammino lungo un sentiero lastricato dal tempo dell’Inca, in una suggestiva cornice tropicale dove le vetrate sono solo un fragile diaframma che  separa dalla selva.

6 giorno – L’Inca. Lucmabamba (2100 m) – Machu Picchu/Aguas Calientes (2100 m). Dislivello in salita: 600 m. Tempo 5-6 ore.

Il caldo umido si fa sentire, prima di uscire dal lodge bisogna cospargersi di unguento contro i micidiali moscerini. Il sentiero Inca prosegue verso la cima coperta di vegetazione del monte Llactapata (2700 m), tagliando la grande ansa del rio Santa Teresa. E’ la via più breve per arrivare a Machu Picchu. Gruppi di pappagalli verdi prendono il volo spaventati dal nostro arrivo. Ai bordi del sentiero cresce l’agave e occhieggiano le grandi orchidee color fucsia. Appena superata la cima (circa 2,30 ore), si apre il belvedere coi resti di un tambo inca, mentre numerose altre costruzioni sono ancora sepolte dalla vegetazione. Machu Picchu è lì. La sella tra le cuspidi di Huayna Picchu e Machu Picchu si distingue perfettamente dall’altra parte della valle. Vicina in linea d’aria, ci vorrebbero le ali del condor per raggiungerla. Il sentiero, invece, scende  un  pendio  molto ripido che porta alla stazione idroelettrica, dove con un breve tratto di ferrovia (10 km) si raggiunge  Aguas Calientes, provenendo dalla direzione opposta al treno di Cusco.

Testo: Giulia Castelli Gattinara             Foto: Mario Verin

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