Viaggiatrici nell’Ottocento. Emily Lowe e le Donne indifese in Sicilia (3)

L'Etna in eruzione

 

 

 

 

 Nel 1857 in Inghilterra viene votato il Divorce Act in favore del divorzio. La legge contiene anche disposizioni importanti, sebbene ancora insufficienti, sul diritto di proprietà delle donne. Saranno necessarie molte battaglie (Acts del 1870, del 1882 e del 1893) perché le donne, sposate o divorziate, possano amministrare liberamente i propri beni. Nello stesso anno della legge sul divorzio, una donna, inglese, emancipata, audace fino ad essere spericolata, Emily Lowe raggiunge, in compagnia della madre, la Calabria e la Sicilia, quell’isola “beloved of all the gods” (“amata da tutti gli dei”) che avrebbe soddisfatto tutte le sue aspettative romantiche. Il resoconto del viaggio, dal titolo Unprotected Females in Sicily, Calabria and on the Top of Mount Aetna, (Donne indifese in Sicilia, Calabria e sulla cima del monte Etna) verrà pubblicato inizialmente in forma anonima una volta tornate in Inghilterra. Imbarcatesi a Livorno, dopo una breve tappa nella città di Napoli,  approdano a Palermo che visitano con vivo interesse, vagando a lungo per le sue strade e i suoi vicoli e osservando edifici civili e religiosi sebbene “non sia agevole girare per quelle vie, assillate come sono dai vetturini che ci implorano di montare sui loro calessi per compiere un giro turistico. 

 

 

Palermo. Catacombe dei Cappuccini

Della città, comunque, riescono a vedere ogni attrattiva, persino le catacombe dei Cappuccini dove il 2 novembre è consuetudine per i parenti cambiare i vestiti dei propri defunti se li reputano vecchi e logori: “come vi sentireste voi” – scrive Emily – “alla vista di 10,000 scheletri sudici appesi per il collo in nicchie a volta?” ma subito dopo: non siate troppo severi coi Siciliani, tutti i popoli hanno i loro costumi barbarici. Il tono dei racconti è vivace e spiritoso, i suoi appunti, così densi di protagonismo, si rivelano autentico diario di una straordinaria esperienza femminile intrisa di tutte le impressioni e le sensazioni della viaggiatrice. “Fino a quando fummo dentro la carrozza”, racconta la Lowe dopo aver noleggiato il mezzo di trasporto che le avrebbe condotte nelle zone interne dell’isola, “nessuno credeva che saremmo partite, dato che viaggiare in Sicilia è alquanto insolito; solo il viso di un abitante del luogo potrebbe esprimere lo sgomento verso donne che girano senza essere accompagnate!!! […] Questo è il massimo dell’orrore, dato che una scorta è altrettanto indispensabile del denaro, per una signora italiana tanto sfortunata da essere obbligata a viaggiare venti miglia, e un accenno all’ascensione all’Etna li portava ad un eccesso di «impossibile!» e quella incoraggiante espressione ci accompagnò fino ai piedi della montagna”.

 

  

Le Madonie

Quindi partono per Agrigento ma non seguono il tradizionale  itinerario che passa per Castellammare, Alcamo, Marsala, Castelvetrano e Selinunte. Preferiscono avventurarsi per il centro della Sicilia attraversando le impervie Madonie fino a Caltanissetta e spingendosi quindi a sud fino a Canicattì. Per gli spostamenti le due donne utilizzano per lo più la carrozza della posta, “abbastanza comoda e piuttosto efficiente”, anche se non mancano disagi a causa delle strade dissestate che creano fastidiosi contrattempi e le scomode sistemazioni nelle miserabili locande, se non peggio, “hovels, topaie” in cui spesso le due viaggiatrici sono costrette ad alloggiare, smarrendo, a volte, il gusto del viaggio attraverso il più bello, selvaggio e romantico paese che si possa immaginare.
 

 

  

Agrigento. La valle dei templi

Visitata la Valle dei Templi e la moderna Girgenti, tornano indietro fino ad Enna, città che però non visitano, e a dicembre sono a Catania. “Dall’una alle quattro è l’ora della siesta […]. Gli abitanti riposano, i tendoni sono stati tirati giù per coprire i tanti bazar e le porte dei negozi sbarrate. Regna tutto intorno un silenzio pompeiano rotto solamente dal rombo di un veicolo simile al boato di un terremoto. Un assonnato facchino porta le nostre sacche  all’Aetna Hotel dove, dopo aver salito tre rampe di scale fatiscenti, ogni dubbio circa l’esistenza delle Furie è stato completamente fugato dalla comparsa di tre padrone di casa che, svegliatesi dal loro sonno, ci hanno accolto con le loro svolazzanti, arruffate e spaventose capigliature. Siamo state accompagnate in un alloggio, il peggiore che avessimo mai avuto fino a quel momento, per il quale hanno chiesto il doppio del prezzo iniziale e rapidamente hanno sistemato un letto con le loro orribili  unghie lunghe, lasciandoci ai nostri tormenti”. Impossibilitate a salire sull’Etna a causa del maltempo, si consolano girovagando per la città. Visitano la cattedrale, il museo Biscari, il convento dei Benedettini:“i signori hanno il permesso di ammirare l’interno del monastero che si dice sia un posto molto confortevole, le signore invece non possono, ahimè, entrare e devono accontentarsi di dare un’occhiata fugace in giardino dove i monaci mostrano orgogliosi un flusso scuro di lava sopra una roccia, che durante la potente eruzione del vulcano fu sul punto di travolgere l’aranceto e la vigna del giardino. Ma, quando la lava giunse, con tutto il suo considerevole e straordinario corpo bollente, fu restia a infastidire questi ometti, si divise ed eresse un muro circolare intorno all’aranceto e alla vigna”.

 

  

Palermo. La cattedrale

 L’apice dell’emozione però è l’ascensione all’Etna, “sentii che era arrivato il momento in cui due delle meraviglie della terra, un vulcano innevato e la curiosità di una donna, si mettono alla prova, l’uno contro l’altra”. La scalata lungo le pendici del vulcano è dura. A metà tragitto sono costrette per la neve a lasciare i muli e proseguire a piedi. Solo Emily continua nell’impresa, sua madre resta ad aspettarla nella Casa degli Inglesi. Quale meravigliosa sensazione raggiungere il cratere della montagna! “L’Etna è una piramide che domina tutta la natura e tutto l’orizzonte intorno, i miseri esseri sulla sua sommità sono sospesi in aria e si limitano a tenersi in equilibrio con la loro povera coppia di piedi sulla cenere mobile, mentre tutta la Sicilia aspetta di ricevere le loro ossa quando, storditi per la caduta, rotolano sotto. […]. Il terreno anche se instabile è piacevolmente caldo sotto i nostri piedi, se non ci restiamo troppo a lungo. Qua e là il fumo che proviene dalle fessure della terra gialla sulfurea, chiamata «Papone del Cratere» e che dà una sensazione terribile di precarietà sottostante. […]. Ascolta, un suono! Dev’essere l’incudine di Vulcano”. Successiva meta è Siracusa, di cui le due donne visitano senza soverchie emozioni i siti classici, la cattedrale, quindi il ritorno “a Catania, un bellissimo viaggio di tre ore”, per proseguire fino a Messina.

 

  

Catania

È il 24 dicembre. Se la città appare ad Emily “bella e pulita”, giudizio comune alla letteratura di viaggio, le considerazioni originali vengono tutte dall’osservazione della passeggiata degli abitanti del posto: “la nobiltà è povera, fatta eccezione per una o due famiglie”. Poco dopo, le due viaggiatrici attraversano lo Stretto fino a Reggio, lasciando l’isola. Singolare è l’annotazione di Emily, “addio Sicilia! Isola che possiedi tutto, non godi di nulla. […]. Sei gioiello d’oro sul grugno di un maiale”, riferendosi ai Borboni, criticati dai viaggiatori Inglesi per il loro governo arretrato e illiberale. La memoria di questo viaggio è affidata ad “Unprotected Females” che testimonia che all’autrice non importa veramente di riportare ai connazionali la realtà delle cose viste oppure offrire la documentazione letteraria di immagini urbane e monumentali. Ciò che il lettore coglie nelle pagine di questo spassoso muliebre journal è qualcosa di più vitale. È il racconto delle emozioni degli incontri, della curiosità per la gente siciliana e i suoi costumi, le sue superstizioni e la sua vivacità. Sono le curiose scene di vita quotidiana che la Lowe riporta fedelmente mentre attraversa “tutta l’isola in ogni direzione, non solo in perfetta sicurezza ma con completa soddisfazione. Perché colui che non ammette i molti e vari incanti del viaggio in Sicilia è di difficile contentatura”.

 

Testo di Giovanna Scatena    Foto di archivio

 

Della stessa autrice:

  

Viaggiatrici nell’Ottocento. Una premessa (1)

Viaggiatrici nell’Ottocento. Consigli per signore di Lillias Campbell Davidson (2)

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.