Galleggiano nell’Oceano Indiano intorno al Madagascar, colorate come coriandoli di un infinto carnevale, pervase da allegria e gioia di vivere. Merito di una natura generosa, di un clima mite e di un profumo dolcissimo che fanno delle Isole della Vaniglia un luogo incantato.
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Le Isole della Vaniglia
Un nome evocativo di sapori dolci, profumi intensi e gioia per gli occhi. Perché prima di produrre il goloso baccello, che aromatizza i nostri dolci e ha fama di spezia altamente afrodisiaca, la vaniglia è una splendida orchidea gialla. E’ per questa serie di qualità straordinarie, che ben si sposano anche al paesaggio e all’atmosfera dei luoghi, che un gruppo di isole – Madagascar, Mauritius, Seychelles, Mayotte, Réunion e Isole Comore – ha adottato tale brand per una campagna promozionale congiunta. Tra di esse abbiamo scelto di portarvi a Réunion e Mauritius, simili per dimensioni, a sud est del Madagascar, distanti meno di 200 km una dall’altra, entrambe servite da Air Mauritius con partenza da Parigi. Ecco a voi The Vanilla twins, le gemelle Vaniglia.
Réunion
Per dirla con un famoso cantante Se bastasse una canzone a descrivere un luogo così incantevole, la canzone più popolare e quasi inno del Paese, Ça sent la banane, ne dipinge perfettamente l’atmosfera:
“Je t’écris de bien loin, de mon île créole, mon petit copain, de la métropole. Tu dis que là-bas, l’hiver et le froid te font rêver de mon pays. Alors viens donc ici..Ça sent la banane, la vanille et le cumin, le sucre de canne, la mangue et le tamari. Sais-tu qu’au mois de janvier, les fleurs sont magnifiques car chez nous c’estl’été sous les tropiques. Tandis que la neige couvre ton jardin, ici le soleil a déjà mûri le raisin.”
“Ti scrivo da molto lontano, dalla mia isola creola, mio caro amore della città. Tu dici che lì l’inverno e il freddo ti fanno sognare il mio paese allora vieni qua…C’è odore di banana, vaniglia e cumino, di zucchero di canna, mango e tamarindo. Ma lo sai che a gennaio i fiori sono magnifici, perché qui c’è l’estate tropicale? E che mentre la neve copre il tuo giardino qui il sole ha già maturato l’uva?”
I versi non descrivono però tutte le peculiarità di questa terra, isola posata sulla cima di un’imponente montagna sommersa di quasi 7500 metri, 4500 dei quali sommersi. Gli altri 3000 costituiscono le vette di Réunion, le più alte dell’Oceano Indiano, scolpite in spettacolari “Pitons, Cirques et Remparts” – picchi vulcanici, circhi di montagne e falesie -che hanno suggerito la richiesta di inclusione nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Una natura che gli abitanti sono impegnati a proteggere con l’istituzione di un Parco Nazionale che copre il 40% del territorio e di una Riserva Naturale Nazionale Marina che include l’80% delle barriere coralline e con la creazione dei “Villages Créoles”impegnati in un programma di qualità responsabile.Va da sé che una tale conformazione orografica influenzi il clima che a Réunion differisce da altre isole tropicali. Per esempio nell’umidità media piuttosto bassa (60-70%) rispetto alla latitudine o che sulle montagne si abbiano temperature rigide con anche saltuarie spruzzate di neve sul Piton de neiges, antico vulcano spento e cima più alta.
Sotto le cime aromi di frutta: litchees, ananas, banane, frutti della passione, caffè. E poi il profumo di vaniglia invade le valli e le scarse pianure. Un piacere che agli abitanti costa molta fatica, dato che sfortunatamente mancano gli insetti che impollinano lo splendido quanto effimero fiore, 2 giorni la sua vita, e l’operazione viene fatta manualmente all’alba al ritmo di 1500 impollinazioni al giorno, nei mesi che vanno da settembre a dicembre. Più in là il profumo di vaniglia sfuma in quello di salsedine creando fragranze sorprendenti che avvolgono le spiagge, meno famose e meno bianche di quelle di Mauritius, ma anche infinitamente meno affollate. Al di là del suo apparente aspetto esotico, sottolineato anche dalla multietnicità dei tratti degli abitanti, e delle sue musiche come il Segà e il Maloya, nate tra gli schiavi africani delle piantagioni, Rèunion è un pezzo di Francia a tutti gli effetti, dato che fa parte dei Dipartimenti d’Oltre Mare francesi. Con tutti i vantaggi che ne derivano: è sufficiente la carta di identità, la moneta è l’euro, la lingua è il francese e francesi tengono a definirsi, con una punta di orgoglio, tutti i residenti.
Mauritius
Un pezzo di Asia naufragato in Africa e arenato al largo del Madagascar: colori, profumi e paesaggi che richiamano il continente cui appartiene, tratti somatici cinesi, indiani e creoli di gente che ha scoperto l’alchimia di una pacifica, tollerante e caotica armonia. Ne risentono il paesaggio urbano, costellato di edifici di culto delle più disparate religioni, la lingua, curioso mix di inglese, francese e creolo, ma anche cinese, arabo e indiano, e soprattutto la cucina, dove trovano spazio piatti di tradizione asiatica o araba declinati con la frutta e le spezie locali. Mauritius abbraccia tutti. Non si spiega altrimenti come mai tanti occidentali l’abbiano scelta come buen ritiro per gli anni della pensione. Mauritius è un’immensa distesa verde ondeggiante di canne da zucchero che ricoprono il 90% del terreno coltivabile circondata dall’azzurro del mare. Più in alto c’è la foresta carica di profumi di spezie – chiodi di garofano, cannella e pepe – e di frutta: lychees, mango e guava, che svanisce nelle alture di Curepipe , dove il panorama cambia ancora. Contadine creole raccolgono il tè nelle estese piantagioni, tra laghi, fiumi, torrenti e cascate. La costa offre le famose spiagge bianche alternate a spettacolari scogliere nere sferzate dalle onde dell’oceano, come il Pont Naturel , o anse protette ombreggiate da alberi di casuarina. Il parco naturale delle Gole della Riviera ospita molte specie di animali liberi, tra cui cerbiatti, cervi, cinghiali e scimmie, che furono importati dall’isola di Java dagli olandesi.
Testo di Federico Klausner Foto Naiade
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