Allontanandosi dalla bellezza di plastica dei resort a cinque stelle che impacchettano la costa in un lusso artificiale e omologato, si scopre una Khao Lak più vera, più viva. Non servono cartine geografiche per trovarla: informazioni domandate qua e là e un po’ di fortuna sono sufficienti per conoscere luoghi semplici, perfetti. Se dalla via centrale della cittadina si prende una traversa qualunque in direzione mare e si cammina lungo una via di ristorantini, centri per massaggi, negozi di abbigliamento e ottici, in una manciata di minuti ci si ritrova su una spiaggia libera, che non compare sulle mappe locali e proprio per questo è più interessante. Gruppi di thailandesi vengono a riposarsi qui, all’ombra di alcune palme. Parcheggiano i motorini su un piazzale e camminano sulla sabbia guardando un piccolo faro bianco. Proprio accanto, affacciato su questa pacifica tranquillità, un piccolo bar ristorante “for all” con tavolini in legno invita a mangiare bene per essere sereni e offre “good food” e “good price” per vivere in salute e di buon umore. È il punto ristoro del Green Beach Resort, una struttura spartana e accogliente segnalata sulle guide, ma ancora immune dall’esagerazione stellata. Perchè non servono troppi comfort: come dice un cartello all’ingresso, “happiness is all around here”.