Mauritius, un paradiso alla portata di tutti


Un paradiso naturale. Una piccola isola nell’Oceano Atlantico a novecento chilometri dalla costa malgascia. La punta di un’enorme catena montuosa sommersa di origine vulcanica. Mauritius sfolgora di colori abbaglianti e regala emozioni intense.

Mark Twain fu talmente affascinato da questa terra da scrivere: “ Si ha l’impressione che sia stata creata prima Mauritius e poi il Paradiso. E che Dio copiò il Paradiso da Mauritius”. Già guardando in giù dal finestrino dell’aereo, si capisce che Mauritius è un’esplosione di colori che incanta. Un mare turchese, a tratti verde smeraldo, circonda l’isola del Dodo, il buffo uccello estinto da secoli che, a causa delle sue ali troppo corte per scappare, fu catturato e mangiato dai primi colonizzatori olandesi. Le spiagge bianche sono sovrastate da rocce vulcaniche, le spettacolari macchie colorate di hibiscus, bungavillee, ninfee giganti e frangipane, di cui si possono ammirare splendidi esemplari nel Giardino Botanico di Pamplemousses, decorano l’isola deliziosamente. Una Mauritius che inebria con i profumi di vaniglia e cannella, con la semplicità della gente, con panorami che fanno sgranare gli occhi. Un luogo capace di regalare sensazioni forti e di scaldare il cuore.

In questo giardino galleggiante sperduto nell’Oceano Indiano si respira l’aria in cui hanno incrociato i loro destini pirati, poeti, negrieri, viaggiatori incantati e donne fatali. La poesia di Charles Baudelaire è segnata da questa atmosfera esotica. Joseph Conrad si è innamorato di una donna misteriosa che ha ispirato uno dei suoi capolavori in cui descrive l’isola come “una perla che distilla grande dolcezza sul mondo”. Il riferimento letterario è alle distese di canna da zucchero che ancor sopravvivono e da cui, a Chamarel, si estrae dell’ottimo rhum che si può assaggiare mentre si visitano le famose “terre rosse di Chamarel” . Ma il mito dell’isola, prima di tutti lo ha creato Bernardin de Saint-Pierre con la romanticissima love story di “Paul e Virginie“, storia di un amore impossibile che ha fatto piangere schiere di lettori, fra cui anche lo stoico Napoleone.

Tutto questo affiora esplorando i 1865 kmq dell’isola. Trecentotrenta chilometri di litorale che gli arabi avevano chiamati Dina Arobin, isola desolata, ma che prima gli olandesi, poi i francesi e infine gli inglesi hanno scoperto e colonizzato in una miscellanea di razze e religioni che oggi convivono nella massima serenità e tranquillità. Indù, creoli, musulmani, franco-mauriziani, anglo-mauriziani, tamil, buddisti e cinesi convivono pacificamente, come dimostra l’alto numero di luoghi di culto che esistono sull’isola: 270 templi indù, 173 chiese cattoliche, 110 moschee, tre pagode. Spettacolari i riti di espiazione delle comunità Tamil che camminano sui carboni ardenti e salgono sulla scala delle spade, i cui pioli sono taglienti come lame affilate.

L’isola di Mauritius (e non “le Mauritius“) offre ai turisti una vacanza fondata sul mare, un vero sogno per tutti: non occorre essere esperti sub, basta una maschera e un boccaglio per fare snorkelling e andare alla scoperta, scortati da variopinti pesci, di questo Tropico del sogno, di giardini di corallo in cui dominano i colori lilla e azzurro. Ma oltre al mare c’è di più da vedere: la romantica casa coloniale Eureka, oggi museo, dove Baudelaire si innamorò di una bella creola che però lo respinse. Il giardino botanico di Pamplemousses con oltre cinquecento specie fra cui rarissima talpot palm che fiorisce solo una volta dopo quaranta anni di vita e poi muore. il centro di Trou aux biches, la tana delle cerve, dove un tempo venivano ad abbeverarsi le cerve. Il brulicante e coloratissimo mercato di Port Louis con cataste variopinte di frutta e spezie, foglie di piante con cui gli erboristi preparano le infusioni, empori di stoffe locali. La statua di Paul e Virginie, nel giardino del municipio a Curepipe, e il lago Grand Bassin dove gli indù vanno a rendere omaggio a Shiva. E, infine, ogni sera è prevista la replica di uno spettacolo gratuito in cui tutti possono sedersi in prima fila: protagonista è il sole che tramonta in un cielo attraversato da lampi arancioni, fra lunghe strisce di vapori rosa, fucsia e viola.

Testo e fotografie di Lucio Rossi | | RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE

Sfoglia il magazineVai alle info utili


Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.