Nelle foreste siberiane con Sylvain Tesson

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Sylvain Tesson, scrittore e grande viaggiatore francese, nei primi anni 2000 trascorre pochi giorni sulle rive dell’immenso Bajkal, lago della Siberia meridionale tra i più grandi al mondo. Il paesaggio selvaggio e ghiacciato gli resta incastrato tra gli occhi e il cuore. Fa una promessa a se stesso: prima dei quarant’anni vivrà sei mesi da eremita nei boschi della Siberia, sulle rive di quella placida distesa d’acqua che sembra un mare. Certi luoghi esercitano su di noi un fascino segreto e irresistibile: sono una rivelazione improvvisa. Sembrano avere qualcosa da dirci, proprio a noi, se solo avessimo la pazienza di fermarci ad ascoltare. Siamo destinati a tornare.

È il 2010 quando Tesson, all’età di 38 anni, lascia davvero a Parigi famiglia, fidanzata, amici e lavoro per rifugiarsi in una piccola capanna di legno proprio di fronte al lago. Il villaggio abitato più vicino è a 120 chilometri, tutto intorno solo silenzio, ghiaccio e foresta. I suoi unici compagni sono libri, sigari e vodka. E i taccuini, su cui lo scrittore annota quotidianamente i suoi pensieri. La raccolta di questi scritti è diventata il libro Nelle foreste siberiane, pubblicato in Francia nel 2011 (e vincitore del Premio Médicis) e in Italia un anno più tardi.

Quello che fa Tesson non è un banale fuggire dal mondo. È un richiamo a cui ha dovuto rispondere. La vocazione del viaggiatore. “Fuga è il nome che le persone incagliate nelle secche dell’abitudine danno allo slancio vitale”, scrive un giorno sul suo diario. I sei mesi siberiani sono un’esperienza inedita di solitudine. Una solitudine fertile, ricca, gioiosa e pacifica. Paradisiaca. Tesson ha alle spalle due decenni di viaggi incredibili: un giro del mondo in bicicletta, frequentissime visite in tutta l’Asia. Ma in Siberia è diverso: non ci sono rotte o sentieri da seguire, non c’è un paesaggio che scorre accanto e ricorda che i minuti passano. Qui la natura è congelata, ma viva a modo suo. Il tempo diventa una nuova dimensione da scoprire. L’uomo è immobile, rifugiato nel caldo della tana, osservatorio privilegiato. Tesson osservando il paesaggio osserva se stesso, perché finalmente è completamente immerso in entrambi. Vivendo il passaggio dall’inverno alla primavera, vive e ascolta la sua stessa metamorfosi.

Ma quando si è lontani dal mondo, il mondo aspetta. E la vita prepara i suoi colpi di scena meglio di qualunque romanzo. Da Parigi arriva la più terribile delle notizie e nel silenzio della capanna siberiana trova spazio la disperazione più profonda. E poi la salvezza. “Nella vita si arriva sempre tardi. Il tempo non concede un’altra possibilità. La vita si gioca in un colpo solo. E io che mi sono nascosto nella foresta, lasciandomela alle spalle…”.

di Chiara Beretta | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Nelle foreste siberiane, di Sylvain Tesson.
Sellerio 2012
260 pagine
16 euro

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