La street art al museo
Può la street art essere rinchiusa negli spazi di un museo? La polemica è emersa recentemente in Italia in seguito ad una mostra organizzata dall’istituzione culturale Genius Bononiae, in parte realizzata staccando dai muri le opere di alcuni writers famosi, tra i quali l’italiano Blu. Quest’ultimo, segnalato da The Guardian nel 2011 come uno dei migliori street artists contemporanei, ha reagito cancellando le proprie opere dagli edifici di Bologna. Può essere quindi che causerà un dibattito anche la nuova mostra dal titolo “Guerra, capitalismo e libertà” che inaugurerà a Roma a Palazzo Cipolla il 24 maggio 2016.
“War, capitalism and liberty”
Ideata e promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, la mostra raccoglie numerose opere di Banksy, lo street artist inglese di fama mondiale. I lavori sono tutti provenienti da collezioni private internazionali e quindi non “rubati” alla strada. È la prima volta che così tante opere dell’artista vengono esposte in un museo. Grazie alle opere presenti nelle sale, tra cui dipinti originali, stampe, sculture ed oggetti rari, molti dei quali mai stati presentati in un’esibizione, si possono approfondire i temi trattati dall’artista, che sono poi quelli del titolo della mostra. Dalla serigrafia di tre scimmie che dichiarano ‘Laugh Now But One Day I’ll Be in Charge’ (Ridete adesso ma un giorno saremo noi a comandare), alla coppia di bambini circondata da armi, ‘Kids on Guns’: con un corpus di circa 150 opere (comprese 50 copertine di dischi), la mostra mette in luce l’elemento di denuncia sociale che ispira la vena artistica di Banksy.
Tra provocazione ed anonimato
Consacrato come idolo delle nuove generazioni, grazie all’avvento di internet che permette di condividere ogni tipo di informazione ed immagine, Banksy tuttavia è riuscito finora a rimanere nell’anonimato. Assente ufficialmente dai social media e non legato ad alcuna galleria, si pensa che l’artista sia nato a Bristol nel 1974. Attivo dalla fine degli anni ’90, lo street artist ha usato vari tipi di supporto, dalla pittura su tela, alle serigrafie e sculture, alle grandi installazioni. Per necessità di realizzare opere di grandi dimensioni in poco tempo, egli ha unito il graffiti writing allo stencil, creando così un proprio unico stile. I suoi disegni realizzati con la bomboletta sono illegali, ma ogni volta che ne compare uno nuovo, la notizia finisce sui giornali. La sua ecletticità si dimostra nella scelta dei progetti a cui ha lavorato finora: egli spazia dai murales, tra cui il più recente è The Son of a Migrant from Syria’ (‘Il Figlio di un Emigrante dalla Siria’), raffigurazione cinica di Steve Jobs, alla realizzazzione di copertine di dischi, tra cui quella di Think Tank, penultimo album dei Blur. Ciò che accomuna sempre i suoi lavori è la presenza di un commento satirico nei confronti di problematiche sociali e politiche che si ispira anche al luogo in cui realizza le sue opere. Un esempio sono le nove immagini che ha dipinto lungo la striscia di Gaza, sul versante palestinese. Di Londra ha spesso denunciato nei suoi murales la sua anima avida e capitalista. Uno degli ultimi lavori che ha impegnato Banksy è stata l’apertura di Dismaland, un parco a tema da lui rinominato ‘Besument park’, ossia il contrario del classico parco divertimenti, dove i visitatori sono accolti da uno staff mesto e poco collaborativo. All’interno del parco, Banksy ha curato una mostra che riuniva artisti di grande rilievo, tra cui Damien Hirst e Alex Void. Il ruolo di attivista di Banksy si dimostra anche recentemente nella scelta di trasferire le strutture di Dismaland a Calais per ospitare i rifugiati. “Guerra, capitalismo e libertà” è quindi l’occasione per approfondire tematiche politiche e sociali attuali e per conoscere meglio un artista, andando oltre al celebre murales della bambina che tiene in mano un palloncino rosso e che ormai spopola su ogni bancarella di souvenirs per turisti.
“Guerra, capitalismo e libertà”, 24 maggio-4 settembre 2016, Palazzo Cipolla, Via del Corso, 320-Roma
di Ottavia Zanetta |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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