Montagne del Ticino tra misteri, biodiversità, antiche fortezze

Biodiversità è la parola che racchiude una scommessa sul futuro del pianeta. Per comprenderne davvero essenza e significato, occorre incontrarla, toccarla con mano. Sulle Alpi dell’Alto Ticino ci sono luoghi dove l’uomo può sentirsi parte di un meraviglioso ingranaggio naturale.

Alto Ticino: trekking in un habitat complesso con una grande biodiversità

La pendenza che si intuisce dalla base della funicolare Ritom – Piora a Piotta pare sfidare le leggi di gravità. L’inclinazione raggiunge l’87,8%, eppure potete salire con fiducia sulla cabina fatta a gradoni trainata da un solido cavo d’acciaio. Dal 1921 ogni estate puntualmente conduce i passeggeri ad un piccolo eden scavalcando in pochi minuti un dislivello di 800 metri.

Teleferica del Ritom, una pendenza vertiginosa, fra le più ripide del mondo

La Svizzera dai paesaggi alpini maestosi e scenografici trova qui sull’Alpe Piora una declinazione piena di suggestioni, significati, valori e, ovviamente, bellezza. L’altopiano ticinese, a 2000 metri di altitudine, nel cuore della Val Leventina, porta sud del Gottardo, presenta infatti un’incredibile patrimonio di specie naturali e oltre venti laghi di montagna, uno dei quali così misterioso da attirare studiosi da tutto il mondo.

Scorci che incantano

Anche l’occhio poco allenato comprende dopo poco di trovarsi in un luogo speciale. La muraglia imponente della diga sul Lago Ritom intimidisce. Tuttavia basta aggirarla e inoltrarsi lungo il sentiero didattico del versante destro per ammirare la grande varietà di vegetazione, anche con l’aiuto di cartelli esplicativi, e scorci pittoreschi sulle acque limpide. Poi, sbucando nei prati dolcemente degradanti dell’Alpe, la magnifica corona di monti e la loro evidente diversità geologica. Insieme alla posizione protetta e al clima, un fattore che rende possibile un’enorme biodiversità montana.

Un ambiente unico

L’abbassamento del livello delle acque per i lavori alla diga del Ritom mostra le sabbie dolomiche

Le specie vegetali sono oltre 1200, con alcune autentiche rarità, come la felce più piccola esistente, piante carnivore d’altura, licheni letali. Un repertorio smisurato che viene studiato insieme alle altre componenti ambientali presso il Centro Biologia Alpina, attivo sull’Alpe Piora dal 1993.

Il Centro ospita corsi pratici di microbiologia ambientale, tenuti dalle Università di Ginevra e Zurigo e altre Università, in collaborazione con diversi atenei europei e il nostro CNR. Strutturato con aule didattiche e foresteria, accoglie naturalmente ricercatori, insegnanti e studenti, ma anche un pubblico più vasto; svolge inoltre lavori di laboratorio, seminari, workshops e conferenze.

Una vita dedicata allo studio della biodiversità dell’Alpe Piora per il carismatico microbiologo Raffaele Peduzzi

Vera anima del Centro e suo promotore è il microbiologo Raffaele Peduzzi. Ci riceve per un breve incontro e nel suo sorriso cordiale; nelle sue parole, semplici ed efficaci, quest’uomo di oltre ottant’anni dalla bella barba bianca in abiti montanari ci trasmette tutta la passione per lo studio di un micro mondo unico, fragile e prezioso.

Il Lago di Cadagno

Il raro fenomeno della “meromissi” caratterizza le acque del Lago di Cadagno

Un angolo da proteggere e conservare per il bene della Terra e delle future generazioni. Il suo gioiello scientifico è però il misterioso Lago di Cadagno, che vediamo scintillare al sole sotto di noi, mentre il più piccolo Lago Tom è occultato dai crinali più a nord.

Si tratta di un bacino naturale pescosissimo composto da tre strati d’acqua che non si mescolano mai tra loro. Lo strato inferiore viene alimentato da sorgenti situate sul fondale del lago ad alta concentrazione di sali di zolfo da rocce dolomitiche. Per questo motivo è più pesante e rimane privo di ossigeno.

Lo strato d’acqua superiore alimentato da acque di ruscellamento da rocce granitiche scarsamente saline è molto ricco di ossigeno: una condizione ideale per i pesci. Lo strato più interessante, però, è quello centrale. Qui, a una profondità di 11-13 metri, vive un batterio dello zolfo davvero particolare, di un colore rosso chiaro. Questo strato impedisce di fatto il rimescolamento delle acque. Un fenomeno rarissimo, perciò molto studiato dai ricercatori, detto meromissi.

Erbe, fiori e altura

L’aria impregnata di essenze floreali dona ai prosciutti un’aroma speciale. Le mucche producono con le erbe dei prati un latte straordinario per il formaggio Piora DOP

Accademici a parte, la Val Piora è particolarmente apprezzata dagli amanti degli sport all’aperto; ciclisti, escursionisti, sciatori e pescatori possono divertirsi e rilassarsi immersi nella natura più viva, con molti sentieri ben segnati e percorsi di varia lunghezza. Fiori e piante sono poi un elemento prezioso per le produzioni di alta montagna.

Dal latte delle mucche libere al pascolo si ricava un formaggio a pasta morbida dai sentori di campo. Mungitura, lavorazione e stagionatura si fanno nei locali ricavati in due antiche barchesse del 500 ristrutturate. La tradizione è svizzera, ma la mano oggi è italiana.

Dal giovane casaro, trentino, ai pastori del Bergamasco, ai mungitori, del Bresciano, c’è un pezzo di tricolore in tutta la filiera. Insieme a burro e altri latticini il formaggio di Piora DOP è in vendita nel piccolo spaccio: un po’ caro per le nostre tasche, ma una rarità degna delle nicchie più recondite di Slow Food. Lo stesso dicasi per il prosciutto crudo (della Rapelli SA), messo a dimora nelle cantine di affinamento all’aria carica di essenze dell’Alpe, per acquisire un sapore inimitabile.

Un vulcano, forse

Il Lago di Tremorgio sembra adagiato in un antico cratere

Si cambia versante della Val Leventina, non si cambia fascinazione per i territori montani del Ticino e per la loro estrema biodiversità. Poco a sud di Piotta è un’altra funivia, un po’ meno estrema, a portarci dalla base di Rodi Fiesso nell’area del Lago Tremorgio a quota 1850 metri.

In fondo a una conca dal perimetro circolare stanno le acque blu e cobalto del lago. Pare di sovrastare un cratere lunare ornato da boschi e creste imponenti, mentre una cascata di fioriture multicolori degrada tra i larici alle rive. Se non fossimo di cuore coriaceo, davvero ci sarebbe di che emozionarsi.

Un pianoro da cartolina

L’Alpe del Capolongo, tra prati, nevai, corone di cime

Così, presi dalla voglia di scoperta, ci inoltriamo lungo il sentiero geoturistico che partendo dalla baita ristorante arriva all’Alpe del Campolongo, quota 2100 metri (un altro sentiero, più agevole, scende invece al lago e lo cinge). Punti panoramici per catturare mirabili scorci alpestri e cartelli informativi su peculiarità dell’habitat e geologiche si incontrano nel tragitto, che sbuca in un pianoro da cartolina.

Un ruscello lucente, alti nevai, rocce affioranti fra il verde acceso del prato e una distesa di petali variopinti. Sullo sfondo, vette di scuro granito, fra cui il Pizzo Prèvat, e candidi speroni di dolomia. A parte i tralicci dell’alta tensione che ahimè lo intersecano per scavallare due valichi, un alpeggio incantato.

Un’escursione per tutti

Alla Capanna Tremorgio si recuperano facilmente le forze dopo una bella escursione

Solo natura e silenzio, rotto a intervalli dal fischio acuto della marmotta. Se si vuole proseguire, bastano circa 45 minuti per raggiungere il Lago di Leìt, e altri 45 un poco più impegnativi per contemplare il Lago Varozziera, piccolo smeraldo a quota 2400 metri.

L’escursione al lago di Tremorgio e all’Alpe Campolongo è molto facile. Tante famiglie con bambini, persino in passeggino, arrivano fin qui per una totale immersione nella natura tonificante di boschi e praterie. Il viaggio vale anche solo per gustare i piatti schietti della Capanna Tremorgio (dove è possibile pernottare) fra polenta fumante, salumi e formaggi nostrani, squisite torte di mele.

Un nodo strategico per le genti d’Europa

I castelli di Bellinzona, patrimonio UNESCO, presidiavano un nodo strategico fra il nord e il sud d’Europa

Chi vuole visitare le località montane dell’Alto Ticino trova svariate possibilità di soggiorno ed una rete di trasporti pubblici fitta ed efficiente, con tante facilitazioni e offerte, soprattutto per i weekend.

Se però amate la storia e volete assaporare l’atmosfera particolare di una città svizzera permeata di reminiscenze italiche, al tempo stesso vivace e cosmopolita, scegliete Bellinzona. Il capoluogo del Canton Ticino sorge in un punto geografico cruciale tra i passi alpini del San Gottardo, del San Bernardo e del Lucomagno; costituisce allo stesso tempo un nodo strategico di passaggio verso l’Italia venendo da Nord e l’accesso alle Alpi da sud. La città si raggiunge in breve tempo da Milano e da qui in auto, treno, bus è semplice arrivare agli impianti del Ritom e di Cadagno o seguire tantissimi altri itinerari di montagna.

Le tre fortezze

Palazzi nobiliari e pregevoli palazzi nel centro di Bellinzona raccontano una storia di fiorenti commerci

Già i Romani compresero l’importanza militare di Bellinzona e vi fondarono un castrum nel I secolo d.C. In seguito furono i Duchi di Milano a farne un presidio possente, costruendo cinte murarie e ben tre fortezze: Castelgrande, Sacco Corbaro e Montebello, oggi patrimonio UNESCO.

In pieno centro storico il Castelgrande è il più antico e più solido dei castelli di Bellinzona, una struttura imponente e perfettamente conservata in cui campeggia l’inconfondibile stemma visconteo del Biscione.

Un accesso suggestivo scavato nella roccia tramite un ascensore conduce alle mura difensive, da cui si domina l’intorno a 365 gradi. All’interno c’è un piccolo museo che racconta l’origine e le vicende delle fortezze, che cedettero alla spinta delle forze confederate solo nel 1516.

Pellegrini ieri e oggi

Locali tradizionali propongono piatti del territorio e il famoso Merlot ticinese

Una piacevole discesa fra i giardini conduce nel centro di Bellinzona, tra palazzi antichi, dimore affrescate, piazze, chiese e stradine ombrose. Il pregio storico e architettonico degli edifici testimonia il ruolo di fiorente cerniera fra il nord e il sud Europa della città; qui transitavano commerci, armate, ma anche devoti e pellegrini; si poteva al tempo contare sul supporto di Commende, Chiese ed Ordini ecclesiastici, che dentro alle poderose mura garantivano protezione e ristoro.

Oggi di protezione, fortunatamente, non c’è bisogno. In compenso il ristoro è garantito da tanti locali, molti all’aperto, caffè, crotti, trattorie e ristoranti tradizionali dove ritrovare i sapori di una cucina territoriale che attinge alla Lombardia ma sa valorizzare le eccellenze della produzione locale.

Info utili

Per maggiori iformaizoni visitare il sito di Svizzera TurismoTicino Turismo

Mangiare e dormire

Un punto di riferimento per il pernottamento in zona è l’Hotel SPA Internazionale a Bellinzona. Un indirizzo sicuro in posizione comodissima, di fronte alla stazione e affacciato ad una delle vie centrali della città.

L’elegante stabile dei primi ‘del Novecento è stato completamente ristrutturato. Offre camere e suite confortevoli, moderne, spaziose e una SPA per momenti di completo relax.

Il ristorante propone piatti d’impronta mediterranea preparati con mano esperta dal cuoco di origine siciliana; inoltre è disponibile anche un’adeguata panoramica della cucina ticinese, sostenuta da una pregevole carta dei vini in cui primeggia il Merlot.

Testo e foto di Gianfranco Podestà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com