Dormire, stuzzicare, cenare, esplorare una città che non finisce mai di stupire e proporre novità.
testo di Massimo Terracina

Rotterdam è la seconda città dell’Olanda e si raggiunge con facilità. Da Schiphol, l’aeroporto arancione per eccellenza, c’è un comodissimo treno che parte dalla piattaforma appena fuori dagli arrivi e in 26 minuti ti catapulta nella realtà della città portuale più grande d’Europa.
Alla stazione il Tourist information center vi spiegherà tutto e le eccellenti linee di trasporto pubblico faranno il resto.
E’ qui che può iniziare un piacevole weekend lungo, soprattutto se il sole bacia i tetti delle case, ricostruite dopo i bombardamenti bellici (ci sono voluti tre anni per portare via le macerie), con un assetto che colloca Rotterdam, soprattutto con le opere di rinnovamento in corso, tra le città che maggiormente puntano a valorizzare i rooftop dei quali è ricca: ben 18.5 kmq di superfici vivibili ed in attesa solo di essere utilizzate.
Nel Nieuwe Instituut, Leon van Geest, direttore dei rooftopdays, racconta come la città stia puntando a valorizzare i tetti che la caratterizzano, con progetti avveniristici e multifunzionali: sport, feste, scuole, coltivazioni, giardini e anche villaggi pensili.
Alcune funzioni si traslano dalla strada ai tetti, dalla raccolta dell’acqua piovana per generare energia, a veri e propri itinerari che li collegano. Il tutto raccolto nei prossimi rooftopdays e rooftopwalk previsti a giugno.
C’è tanto da scoprire a Rotterdam, e un week end potrebbe non bastare. Vediamo cosa fare in questa vivace città.
Un’offerta culturale ampia e articolata

La skyline di Rotterdam si arricchisce di una nuova stella: è il Depot, una grande “tazza” argentata, coperta da 1664 pannelli riflettenti e a specchio. Si trova proprio di fronte al Museum Boijmans Van Beuningen.
Quaranta metri di altezza e 60 di diametro che contengono oltre 151mila opere. Si affaccia, da una parte, anche sul famoso Rem flag, dipinto nel 2001 sull’asfalto con i colori delle bandiere europee simulando un codice a barre, da AMO, studio di architettura con sede in città.
E’ il magazzino dove vengono conservati pezzi d’arte proveniente da tutto il mondo, ed è aperto ai visitatori (quasi centomila in 4 mesi) che possono ammirare le opere di proprietà pubblica unendosi a dei tour guidati.
Un’esperienza da fare, e potrebbe capitarvi, è quella in compagnia del curatore italiano d’arte moderna, Francesco Stocchi, dal 2012 in forza all’istituzione. Stupefacente. Indosserete un camice bianco e sarete portati nelle stanze blindate al cospetto di straordinari capolavori. Museumpark, 24.
Vi piace la fotografia? Allora dovete visitare la Galleria d’Onore del Nederlands Fotomuseum, aperta di recente. Espone 100 fotografie, tutte immagini di alto valore per il loro significato sociale e artistico, che raccontano la storia della fotografia in Olanda (1841-2021).
Una sala di 2mila metri quadri è stata aggiunta al museo appositamente per la Galleria. Le foto provengono da diverse collezioni: Nederlands Fotomuseum e importanti prestiti del Rijksmuseum, del Museum Boijmans van Beuningen, dell’Amsterdam Museum, dell’Amsterdam City Archives e delle collezioni private degli stessi artisti.
Troverete un’unica cornice vuota, e non si tratta di un errore: simboleggia quella fotografia che, consciamente o meno, è stata scartata o trascurata o sconosciuta o non (ancora) apprezzata. Wilhelminakade 332.
Anche l’architettura urbana è cultura e un tour per le vie della città mostra aspetti interessanti. La partenza dalla Grote Kerk (Sint-Laurenskerk), dopo avere reso omaggio alla statua di Erasmo da Rotterdam, porta a visitare il mercato coperto Marktall e quello all’aperto, di fronte. Passeggiare fra le corsie ed entrare nell’edificio pieno di banchi alimentari è un’esperienza da fare.

Si prosegue in direzione del fiume Neue Maas, passando sotto le case cubiche, un complesso di abitazioni progettate negli anni ’70, edilizia futuribile. Se poi siete in un tour guidato, potreste anche salire per vedere il tutto dall’alto e comprendere ancora di più il concetto di rooftop che sta entusiasmando Rotterdam, guardando in basso dal primo grattacielo europeo di ben 43 metri di altezza: Het Witte Huis (la Casa Bianca) all’angolo fra Geldersekade e Vjnhaven.
Per completare il giro prendete un water taxi ad una delle 44 fermate sulla Mosa, e fatevi portare magari al capolinea, a fianco dell’hotel New York, imperdibile costruzione del 1901, già sede della Holland American line, oggi albergo di grande storia e charme, incastonato fra costruzioni modernissime del Kop van Zuid, il quartiere sulla riva sud della Nieuwe Maas, di fronte al centro antico.
Dormire a Rotterdam, tante alternative

Vi sono diversi hotel che propongono soluzioni legate anche alla fantasia. Il Supernova hotel si definisce per nomadi globali. E’ l’interessante e razionale ristrutturazione di un austero complesso abitativo che ha dato vita ad una struttura gestita da giovani sempre sorridenti, un caratteristico boutique hotel, animato da blocchi di colore, che fanno riferimento alle molte culture che il Rotterdam Kruiskade (il quartiere di Rotterdam dove si trova l’hotel) rappresenta.
Ognuna delle 38, tra camere e suite, dalla vocazione minimal, ha una caratteristica che la rende unica: un balcone, un affaccio, un arredo. Piacevole il breakfast servito affacciati sulla piazzetta interna rispetto alla strada. ‘s-Gravendijkwal, 68
Se cercate una sistemazione inconsueta, l’Hotel not Hotel fa per voi. Già l’entrata, su Schaatsbaan, attraverso il lounge bar Jesùs Malverde, dal sapore messicano, è un bel prologo. Poi “le camere sono tutte da vedere” ci spiega Bruno Bont, uno dei proprietari.
Il nome dell’hotel rende perfettamente l’idea: è un luogo decisamente originale dove le camere sono nascoste. Alcuni artisti contemporanei hanno infatti creato opere dietro le quali si celano le stanze.
Un esempio? Una piscina verticale sulla parete (senz’acqua, ovviamente), opera di Jelle Mastenbroek, ne cela ben quattro. Una quinta di un pueblo spagnolo nasconde altre camere.
Si sale e si giunge a un lungo corridoio, detto il piano rosso, la cui parete è una lunghissima libreria, che nasconde altre stanze cui si accede attraverso una porta la quale, appena richiusa, torna nella linearità della libreria. Un altro Hotel not Hotel, si trova anche ad Amsterdam. Da provare.

In un palazzo che risale al 1867, si incontra il luogo ideale per un soggiorno estetico e romantico, un raffinato mix fra oriente e Scandinavia. L’Hotel âme è stato nominato per un riconoscimento nella categoria miglior nuovo hotel con meno di 50 camere. Marleen e Ling Wang e Angel e Manfung Cheung-Kwok sono gli ideatori e i realizzatori di questo progetto davvero interessante.
Quattordici le stanze, confortevoli, di design ispirato anche nei minimi dettagli, mantenute come quando W.A.Merry, progettista e costruttore, realizzò i cinque piani dell’edificio neoclassico in Eendrachtsweg al civico 19, con soffitti alti e ornamenti in stile liberty, ampie finestre, camini, boiserie e colonne in ghisa.
Nel corso degli anni ha avuto molte destinazioni d’uso, rimase vuoto per qualche tempo fino poi a diventare l’attuale Hotel âme. Al piano rialzato, nell’atrio di ingresso, da visitare il lifestyle concept shop, a lato della cafeteria, dove sarà possibile incontrare Angel, una delle fondatrici.
Finalmente a tavola!

Qualche consiglio per un tour gastronomico non guasta mai, in particolare quando si parla di Rotterdam, dove la scena culinaria è in costante evoluzione.
Proprio nella zona dove sorge l’Hotel New York, in quello che era uno dei porti più antichi del fiume e oggi zona in rapida espansione, dove i vecchi magazzini merci vengono sostituiti da moderni e avveniristici palazzi, c’è una delle più belle novità gastronomiche della città: il ristorante Putaine, aperto recentemente, è uno dei nuovi posti cool in città.
Terzo ristorante della coppia Michael Schook ed Eva Eekman occupa metà del pian terreno di una curiosa costruzione flottante, il più grande ufficio sostenibile al mondo: il FOR (Floating Office Rotterdam).
Putaine, il cui nome ricorda il mestiere più vecchio del mondo, ben diffuso in tempi remoti nelle città portuali, anche qui a Katendrecht, è un raffinato ristorante à la carte che serve piatti stagionali dai sapori accattivanti e prodotti di alta qualità.
Cucina a vista, batterie di cuochi indaffarati e l’ambiente sui toni del nero e del rosa/rosso, con accenni di azzurro: un tour del ristorante è già un’esperienza in sé. Circondato dall’acqua si affaccia anche su una piscina ricavata da una intelaiatura di legno che la circonda e sfrutta l’acqua, pulita, del fiume come la jacuzzi, indicata nei periodi estivi.

Anche l’esperienza gastronomica è di livello: assaggi ben miscelati suggeriti sulla distanza di cinque portate e nuovo menù a ogni cambio di stagione.
Nel nord Europa è molto in uso utilizzare i ristoranti/cafeterie delle istituzioni culturali. Si può gustare un ottimo lunch al Nieuwe Instituut, il tempio del design e dell’innovazione, situato a lato del Depot, nel quartiere Museumkwartier.
In un’atmosfera informale, (visitate il bagno, è un’opera d’arte) propone piatti biologici con vista sul laghetto. Inoltre qui si organizzano mostre, ricerche, conferenze e pubblicazioni su “paesaggio e interni”, ”cose” e “materiali”.
Nelle vicinanze si trovano infatti il Museo dell’Architettura, del Design e della Cultura Digitale, la Collezione nazionale di architettura e urbanistica olandese, l’Agenzia per l’Architettura, il Design e la Cultura Digitale Ricerca e Sviluppo.
Al sesto piano del Depot, dal novembre dello scorso anno, al centro della foresta ripiantata sul tetto, c’è il ristorante Renilde, 120 posti a sedere e lo spazio eventi, Coert.
Il concetto di ristorazione è stato ideato da Concrete e garantisce il servizio ai visitatori su tutta l’arco della giornata. Tastings e cucina ricercata sono stati ideati con ispirazioni varie. Simpatico un dessert che pare un quadro di Piet Mondrian!

Un altro indirizzo da tenere a mente è quello del DoDo Cafe, a Korte Kruiskade, vicino alla stazione ferroviaria principale. Ha una ambientazione davvero accattivante, con le ampie vetrate che soddisfano gli occhi, come il menù con il palato.
Presenta un’offerta un po’ stravagante, ma di qualità, con piatti provenienti da tutto il mondo. L’ampio spazio interno è diviso in diversi stili anni ’30 ma, attenzione, dosate con cura la comanda perché potreste trovarvi la tavola così piena da non riuscire ad appoggiare nemmeno il bicchiere.
Nel pieno del quartiere degli affari, con l’affaccio sulla Hofpleinfountain, sul municipio e sulla skyline il Rooftop Fontein il cui menu passa per i sapori dell’umami abbinati a vini specifici per esaltarne il sapore.
Si trova al decimo piano dei vecchi uffici della Shell Oil company, sulla Hofplein al 19, con il suo magnifico terrazzo con vista su Market Hall, Laurenskerk, Coolsingel e Willemsbrug.
L’edificio, rimasto vuoto per molto tempo ha ora in Ron de Jong, noto ristoratore locale, l’ispiratore del menu fisso a sorpresa di cinque portate, preparate dallo chef Ronald Koolmees. A scelta di pesce, carne o vegetariano.
Voglia di stuzzicare fuori orario?

Aperitivi, caffè, merende. Anche queste, se camminate per la città, e il clima invoglia a farlo, sono importanti pause ristoratrici. Quindi altri due consigli ve li diamo con piacere.
Al nuovo OX ci arriverete scendendo per la buia scala di un androne anonimo, come ai tempi del ’29 durante il proibizionismo, nella clandestinità. Ma appena arrivati in questo ambiente dark scoprirete che è uno dei luoghi più celebrati, fra le nuove aperture del 2022.
Signature drinks basati sullo zodiaco cinese a firma di Jacopo, bar tender umbro e giramondo, e una cucina cinese reinterpretata che propone dumplings deliziosi e piatti interessanti, è servita ai pochi tavoli nell’ambiente intimo e a lume di candela, con un ottimo servizio e grande qualità. Meglio prenotare. Schiekade 185.
Un caffè un po’ “particolare”? La ex stazione di polizia sulla Nieuwe Binnenweg, la strada più lunga dei Paesi Bassi è un esperimento sociale interessante. A Heilige Boontjes, un signore dall’aspetto sospetto ti accoglie. E’ l’ispiratore di questa idea, del luogo dove si aiutano i ragazzi difficili a trovare una via d’uscita. Lui è un ex crook, uno che è stato veramente in galera.
All’ultimo piano, dove erano le sei celle di detenzione provvisoria, è stata aperta una Penthouse Prison convertendo le anguste stanze in chambre d’hote, un po’ particolari di certo, con letti moderni per il massimo comfort. Il brivido di una notte in cella è garantito senza, però, le controindicazioni penali! Eendrachtsplein 3.
Adesso, però, gambe in spalla che vi tocca camminare!
Testo di Massimo Terracina|Riproduzione riservata Latitudeslife.com
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