Slovenia: Idrija, una perla tutelata dall’Unesco

I fiori all’occhiello della deliziosa cittadina sono il merletto lavorato a mano, l’ex miniera di mercurio e gli žlikrofi, i tipici ravioli idriesi a mezzaluna. Sono tante le cose da vedere nel centro storico e nei dintorni

Idrija, è una cittadina affascinante e misteriosa, ricolma di storia e cultura. È adagiata lungo la stretta vallata del fiume Idrijca, nella Slovenia nord occidentale, dove il mondo prealpino incontra quello carsico. Una piccola perla ad una sessantina di chilometri da Lubiana e da Gorizia e 90 da Trieste.

Due sono le peculiarità che l’hanno resa famosa in Europa e nel mondo: l’estrazione del mercurio ed il merletto fatto a mano col tombolo. A queste secondo i buongustai bisogna aggiungerne una terza: gli “Idrijski žlikrofi”, i tipici ravioli idriesi con un ripieno molto gustoso. Da queste parti si dice che gli “žlikrofi” sono “come la vita” e per farne una pietanza squisita bisogna amalgamare nel migliore dei modi i vari semplici ingredienti.

Idrija, piccola e deliziosa

Il centro cittadino  si è sviluppato attorno a quattro piazze: Mestni Trg quella principale; Ahacijev Trg, la più antica  dedicata a Sant’Acazio, il patrono dei minatori, Scopolijev Trg che porta il nome dell’illustre studioso di scienze naturali Janez Anton Scopoli che è stato anche il primo medico dei minatori di Idrija e Aumeški Trg.  

La visita può iniziare  da Mestni Trg, dominata dal Municipio in stile Liberty, costruito nel 1898 e  dalla prestigiosa Scuola di merletto, che da quasi 150 anni, precisamente dal 1876, si occupa dell’insegnamento, della conservazione e dello sviluppo del “klekljanje idrijske čipke, l’arte del merletto a mano, inserita dall’Unesco  nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Proseguendo si arriva al Centro Visitatori del Geoparco, un interessante percorso interattivo che collega la ricchezza del patrimonio geologico, naturale e culturale con l’offerta alberghiera, l’artigianato locale e le altre peculiarità turistiche e gastronomiche della regione.

Idrija ed il mercurio scoperto quasi per caso

La sua fortuna è da associare al mercurio, che anticamente era chiamato “argento vivo” in ragione del colore. Secondo una vecchia leggenda venne scoperto quasi per caso da uno škafar, un fabbricante di vasche e mastelli in legno.  Costui era solito  immergere i contenitori appena completati nel ruscello dietro casa, per constatarne la tenuta. Una volta se li ritrovò ricolmi di un liquido scintillante argentato e denso a tal punto che un pezzo di ferro galleggiava come fosse legno. Aveva scoperto il mercurio ed in  poco tempo la vita di Idrija prese a ruotare attorno all’estrazione di questo prezioso metallo.

La miniera di Idrija è patrimonio Unesco

La miniera – che l’Unesco ha inserito nell’elenco dei beni di valore universale –  iniziò l’attività nell’ultimo decennio del ‘400 e continuò a ritmo incessante per 500 anni.

In pochissimo tempo si ampliò fino a diventare la seconda miniera di mercurio più grande del mondo (seconda soltanto a quella di Almadén in Spagna) con poco meno di 13 milioni tonnellate di minerale estratto.

Un reticolo di 700 chilometri di gallerie  e di livelli collegati gli uni agli altri da scale di legno che si inabissano per 400 metri nel sottosuolo della cittadina slovena.

Da Antonijev rov alle viscere della terra

E’ visitabile solo in minima parte e sempre con una guida. Sono previsti vari tour giornalieri della durata di un’ora e mezza, che diventano più frequenti nel periodo estivo (in luglio ad agosto addirittura sei, il primo alle 10 e l’ultimo alle 16 ) sempre al prezzo di 15 euro. All’entrata viene fornito il casco protettivo e la giacca a vento in quanto all’interno delle gallerie la temperatura è di circa 10-11°C.

i entra da Antonijev rov, la Galleria di Antonio, che si trova in Kosovelova ulica all’interno del Šelštev, il palazzo dove avveniva l’adunata quotidiana dei minatori. Qui si viene accolti  da un grande cartello con la scritta “Srečno” che in sloveno significa “buona fortuna”. Quella che si auguravano i minatori, ogni mattina, prima di entrare in miniera per un turno di lavoro, massacrante, nelle viscere della terra.

Appena entrati si debbono seguire i binari di una bassa galleria fino alla Cappella s.v.Troijca (della Santa Trinità) con le statue di Sant’Acazio e Santa Barbara, i Santi  che gli “knapi” (i minatori) andavano a ringraziare per un nuovo giorno di vita.   

 Perkmandlc, il leggendario folletto della miniera

Da qui si inizia a scendere  nelle viscere della miniera, per andare alla scoperta di un mondo senza luce, circondati da rocce che trasudano mercurio e con tutti quei rumori in sottofondo che un tempo scandivano la quotidianità dei minatori.

Quasi al termine del percorso compare anche Perkmandlc, il leggendario folletto della miniera con il suo berretto rosso e la giubba verde che sembra quasi indicare la strada giusta per l’uscita.

Ed infatti dopo poche decine di passi  si trova la ripida scala, scavata nella roccia, che riporta davanti alla cappella della Santa Trinità e da lì all’uscita.

Nel  museo civico mostre legate a mercurio e merletto

Per avere uno “spaccato” della vita in miniera è indispensabile visitare il Museo Civico che si trova nell’imponente Castello di Gewerkenegg che dall’alto di Prelovčeva ulica  domina il centro storico di Idrija.

Il maniero era usato come sede amministrativa della miniera cittadina e per immagazzinare le preziose scorte di mercurio in attesa di essere spedite in ogni parte del mondo.

Quando si entra nel cortile si rimane piacevolmente sorpresi dagli affreschi che impreziosiscono la facciata. Sono due le mostre assolutamente da visitare. La prima riguarda i “Cinque secoli della miniera di mercurio e della città di Idrija”. Inaugurata nel 1995, intende rappresentare in modo esauriente, chiaro ed avvincente i cinque secoli della miniera cittadina.

La seconda, invece riguarda  “Il merletto di Idrija, un storia scritta con il filo”. È collocata al secondo piano del Castello e contiene  oltre 8.000 oggetti.  Le otto sezioni tematiche danno merito alle generazioni di merlettaie che con il loro duro lavoro hanno contribuito a scrivere la storia del merletto di Idrija. Una interessante attrazione è rappresentata dalla grande tovaglia interamente creata a tombolo, larga 1,8 metri e lunga tre metri. Un prodotto eccezionale, completo di 24 tovaglioli di lino con bordo di pizzo cucito, che doveva essere donata alla moglie di Tito. Sebbene tale opera d’arte non le sia mai stata consegnata e non abbia mai adornato un tavolo negli ambienti pubblici o privati dell’allora presidente jugoslavo, è nota al pubblico come la “Tovaglia di Jovanka”.

I dintorni di Idrija: il Lago Selvaggio

Per chi è alla ricerca di vacanze tranquille a stretto contatto con la natura, i dintorni di Idrija sono un paradiso. Una chicca è il Lago Selvaggio (Divje Jezero) che si trova  a circa tre chilometri dalla città lungo la strada Idriskij Log. Il laghetto di origine carsica è inserito  nel patrimonio naturale sloveno ed è aperto alle visite come un museo a “cielo aperto”. Il “Lago selvaggio” fa parte del Krajinski park Zgornja Idrijca, un parco di 4.230 ettari per la maggior costituiti da superficie collinosa coperta da boschi.

Idrija e la cucina

La cucina idriese è un crocevia di gustose sorprese. Pur con innegabili influenze mediterranee e mitteleuropee è legata in particolar modo al territorio ed alle tradizioni.  Molti dei piatti che oggi fanno bella mostra nei menu dei ristoranti del territorio, affondano le radici nella cucina povera, quella delle famiglie dei minatori, le cui pietanze giornaliere erano preparate essenzialmente con gli ingredienti forniti dall’orto dietro casa.

Idrijski žlikrofi hanno la forma del cappello di Napoleone

La perla gastronomica di Idrija è rappresentata dagli “žlikrofi”, fagottini di pasta sfoglia con ripieno di patate, cipolla, lardo speziato (zaseka) o pancetta affumicata tritata, erba cipollina (šnitleh), pepe nero e maggiorana. Tradizionalmente vengono conditi con la bakalca, che è un sugo, molto gustoso, a base di stufato di montone e verdure. Una delle particolarità che li contraddistingue ancora oggi è che sono tutti fatti a mano.

La loro forma a mezzaluna sembra riportare al cappello di Napoleone. Infatti una leggenda locale narra che furono preparati per la prima volta in occasione della visita ad Idrija del condottiero transalpino. Per rendergli omaggio vennero creati dei ravioli che si ispiravano al suo famoso “petit chapeau” a forma di bicorno che Napoleone indossava sempre per distinguersi da generali ed ufficiali del suo esercito.

Žlikrofi ed il festival

Agli žlikrofi è anche dedicato un seguitissimo festival. L’edizione 2023 è in programma il 19 agosto al Parco Mejca dove sarà possibile assaggiare una trentina di varianti di questi gustosi ravioletti che la Ue nel 2010 ha iscritto nel Registro delle specialità tradizionali garantite e tutelate a livello europeo.

Il Tortino Rezi ed altre specialità idriesi

L’offerta culinaria propone anche lo smukavc, una minestra con cavolo e patate. L’ocvirkovca e la zeljševka sono altre specialità idriesi: due roulade di pasta soffice e morbida, la prima ripiena di “ocvirki”’ (carne di maiale fritta) e la seconda di erba cipollina.

Si possono assaggiare anche  gli štruklji di Fara, rotoli di pasta ripieni di ricotta e cotti al forno e per dessert il  “Tortino Rezi” che racchiude tutti gli elementi più caratteristici di Idrija: le sfumature rossastre ricordano i colori del suo mondo sotterraneo ricco di cinabro, mentre il merletto di zucchero, sopra la glassatura di cioccolato, ne mette in risalto il lato più morbido e sofisticato. Una vera leccornia, assolutamente da assaggiare.

Ulteriori info: www.visit-idrija.si/it

Articolo di Tiziano Argazzi. Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com.

STYLE CSS VIDEO