Toscana: Val di Cecina outdoor

Foreste, sorgenti, borghi isolati, strade di campagna e i vapori di una terra dal cuore caldo. È questo lo scenario della Val di Cecina, meta esclusiva per gli amanti dell’outdoor che possono vivere esperienze immersive nella natura a piedi, in bici e cavallo.

Testo e foto di Enrico Caracciolo

“Tondo pieno” (Mauro Staccioli), località La Mestola, Volterra (PI), nella campagna di Volterra ©Enrico Caracciolo

La Val di Cecina è una storia tutta da scoprire seguendo strade e sentieri che, curva dopo curva, danzano tra colline e torrenti. Racconta il carattere di una Toscana solitaria e selvaggia, timida e romantica.

Con lo stesso spirito libero e il carattere accogliente del Cavallino di Monterufoli, simbolo di questa terra. Su queste colline che sentono il respiro del Mediterraneo e raggiungono con lo sguardo il profilo tagliente delle Apuane, ti assale l’emozione di scoprire i segreti di un territorio che invita al viaggio lento.

Capiterà più volte di fermarsi, guardarsi intorno e sentire sulla pelle i brividi di luoghi tanto belli quanto sconosciuti. Ci sono viaggi che regalano sconfinati silenzi e infiniti orizzonti e questo fazzoletto di Toscana è il paradiso per chi ama viaggiare muovendosi senza perdere mai il contatto con madre natura: a piedi, in bici, a cavallo.

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In bici nella Val di Cecina, Pomarance (PI), Toscana ©Enrico Caracciolo

Turisti slow, escursionisti e sportivi trovano qui un enorme parco dove la natura e l’uomo hanno disegnato un paesaggio integro che genera spontaneamente un forte desiderio di scoperta. Siamo fuori dalle rotte convenzionali del turismo e qui la Toscana si trasforma in una terra incognita. Un vero e proprio paradiso per l’outdoor.

Un viaggio nel cuore della Val di Cecina significa anche vivere una paesaggio umano di grande valore dove tutto è ancora a misura d’uomo.

La quotidianità di paesi come Pomarance, Montecatini Val di Cecina, Monteverdi Marittimo è fatta di una straordinaria normalità. La spesa non si fa al centro commerciale ma si va dal macellaio, al forno e al negozio di alimentari dove ogni incontro è una storia da ascoltare.

In un mondo che corre a velocità supersonica consumando tutto, qui si recupera l’equilibrio fra tempo e spazio al cospetto di una bellezza che ispira un profondo senso di sostenibilità.

I borghi

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La Rocca Sillana di Pomarance (PI), Toscana ©Enrico Caracciolo

Pomarance è un borgo affacciato su un pezzo d’Italia che si rivela con discrezione, accarezzando un paesaggio che sfiora la perfezione.

Dal crinale della collina di Pomarance si toccano con lo sguardo le pietre di Volterra e dell’austera e solitaria Rocca Sillana, sentinella millenaria che veglia su un paesaggio di grandissimo pregio con la foresta di Berignone, le valli del Pavone e del Cecina a due passi dal borgo medievale di San Dalmazio e gli splendidi ruderi della Pieve di San Giovanni di cui rimane solo una meravigliosa facciata immersa nel cielo.

Micciano e Libbiano sono i borghi che affidano i loro segreti alla foresta di Monterufoli, polmone verde di quasi cinquemila ettari con boschi di lecci e querce, regno di cinghiali e carbonai.

Antiche radici

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Il Forno di Montegemoli, Pomarance (PI), Toscana ©Enrico Caracciolo

Villaggi per poche anime, isole raggiunte da strade improbabili che sfidano a braccio di ferro la forza di gravità. Montegemoli invece è la piccola “capitale” di un distretto rurale e di produzioni tipiche del territorio che raccontano un piccolo mondo antico fatto di poderi, pastori e contadini testimoni di valori identitari che resistono come fortezze al disvalore dell’omologazione.

Montecerboli conserva tutto il fascino del Medioevo. È un piccolissimo borgo affacciato sulla Valle del Diavolo dove ogni porta potrebbe essere quella che fa pensare “un giorno verrei a vivere qui”.

Oggi la terra pomarancina ospita persone che con genio, cuore e mani riescono a produrre eccellenze importanti: dall’agnello pomarancino al pane di Montegemoli, passando per l’olio extravergine d’oliva, i vini, un esclusivo aceto di mele e ancora legumi, cereali e grani antichi biodinamici.

Natura straordinaria

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Monteverdi Marittimo (PI), Toscana ©Enrico Caracciolo

La terra di Pomarance arriva lontano e la strada della geotermia che insegue la luce dell’ovest raggiunge Serrazzano e Lustignano, nidi d’aquila che vivono di storia, grandi spazi e il fascino di un isolamento che racconta una Toscana intima e silenziosa.

Verso occidente si percepisce aria di selvaggia Maremma a Monteverdi Marittimo, dove si apre la porta verso la costa e la Val di Cornia.

Da queste colline lo sguardo viaggia lontano, come i sogni, fino all’isola di Montecristo. Un territorio integro disegnato dai corsi d’acqua dei fiumi Sterza e Massera che si inoltrano in boschi di lecci, castagni, querce da sughero e una vitale macchia mediterranea.

La riserva naturale di Monterufoli-Caselli è un mondo incantato dove si cammina alla scoperta di magnifiche cascate e importanti tracce di archeologia industriale. Qui si respira la storia.

Atmosfere del passato

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Le vie circolari del Borgo di Canneto, Monteverdi (PI), Toscana ©Enrico Caracciolo

Monteverdi Marittimo è un piccolo mondo fatto di vie “circolari” che abbracciano il borgo e “rughe” che si intrufolano con scalette, gradoni, archi e angusti passaggi nel suo cuore più intimo, che conserva nella chiesa di Sant’Andrea una Madonna col Bambino di Francesco di Valdambrino (XV secolo) e nella Cappella del Santissimo Sacramento il bellissimo Cristo nero, un crocifisso ligneo del XIV-XV secolo che rimane sempre coperto se si esclude la processione che si tiene ogni tre anni all’inizio di settembre in occasione delle Feste Triennali.

Atmosfere medievali anche a Canneto, capolavoro di urbanistica e architettura medievale costruito su uno sperone di roccia. Due strade, una piazzetta, due porte d’ingesso, la Pieve di San Lorenzo e case-torri fortificate che costituiscono le mura di cinta.

Poco lontano il vento sussurra echi di mistero fra i monumentali ruderi dell’antichissima Abbazia di San Pietro in Palazzuolo, scultura di pietra che racconta la forza dell’uomo e della natura.

La strada che arriva a Castelnuovo di Val di Cecina si dimena con curve e controcurve, scivola nel cuore di valli segrete, si arrampica verso le spalle boscose di un paesaggio perfetto.

Il borgo si aggrappa alla collina che digrada con decisione verso la Valle del Pavone e regala un piccolo trekking urbano che svela uno dei centri storici più scenografici alternando vicoli, scale, passaggi nascosti a piazzette, cortili e balconate con vista mozzafiato sul bosco delle Carline e il fondovalle.

Non distante Sasso Pisano, immerso tra fumarole, putizze e sorgenti calde è il punto di partenza per importanti visite archeologiche verso l’Antiquarium e il complesso sacro-termale “Il Bagnone”, di origini etrusche un tempo alimentato da sorgenti naturali.

Volterra e Montecatini Val di Cecina

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In bici sulle Balze di , Volterra (PI), Toscana ©Enrico Caracciolo

La Val di Cecina diventa ampia e solare nei pressi di Volterra e Montecatini Val di Cecina. Chiara come l’alabastro, forte e resistente come le sue mura etrusche e medievali, fragile come i terreni franosi che scolpiscono le famose balze, precipizi accarezzati dalla luce dell’ovest, l’antica Velathri, è un ponte verso il futuro.

L’anima etrusca della città racconta la contemporaneità di un popolo visionario che cinque secoli prima di Cristo sfiorava gli equilibri e i valori sociali del terzo millennio. La grande bellezza della città di vento e di macigno naviga sulle onde di terra di Val d’Era e Val di Cecina.

Piazze e botteghe, strade e creste tra Volterra e Montecatini Val di Cecina sono i segni d’arte di un paesaggio da vivere fra terra e cielo. Montecatini si aggrappa intorno alla sua grande torre e le antiche mura.

Luogo di antica vocazione mineraria già in epoca etrusca è legato alle antiche miniere di Rame di Caporciano, le più grandi d’Europa e attive fino all’inizio del secolo scorso. Qui è nata e ha preso il nome la società Montecatini, una delle maggiori industrie europee, confluita poi nella Montedison.

La storia è documentata nel Museo delle Miniere che – con il parco di archeologia industriale e il borgo minerario – offre a visitatori di ogni età l’occasione di un affascinante viaggio nelle viscere della terra fra pozzi e gallerie, per conoscere le tecnologie estrattive e le storie dei minatori.

Le aree naturali protette

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Il percorso della vecchia ferrovia lignifera, fra i torrenti Sterza e Ritasso, Riserva naturale di Monterufoli-Caselli, Monteverdi Marittimo ©Enrico Caracciolo

Il carattere di profonda wilderness che convive con la discreta presenza dell’uomo è l’elemento identitario di questo territorio che offre grandi spazi e magnifiche esperienze agli amanti della natura. La Riserva naturale di Monterufoli-Caselli è la più estesa della Toscana e costituisce un capolavoro di biodiversità ambientale.

Foresta mediterranea, macchie sempreverdi, ambienti torrentizi e le “rocce verdi” (i caratteristici rilievi ofiolitici) sono l’ambiente che ospita orchidee selvatiche, una fauna molto ricca di ungulati (cinghiale, capriolo, daino e muflone), uccelli, insetti, rettili e anfibi.

Antichi segni dell’uomo sono le carbonaie e le tracce di estrazione nelle miniere di rame sul torrente Linari o di lignite a Villetta. È in questa zona, e precisamente nei pressi di Poggio Castiglione e del podere Monterufolino, che si trovano le cave del prezioso Calcedonio di Volterra, pietra ornamentale che nel Cinquecento veniva lavorata presso l’Opificio delle pietre dure di Firenze.

Da non perdere le escursioni alle cascate del fiume Sterza e il Sentiero Natura della vecchia ferrovia. La Foresta di Berignone è un polmone verde caratterizzato dagli ambienti fluviali dei torrenti Fosci, Sellate, Pavone e il fiume Cecina.

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Castello dei Vescovi (La Torraccia), Riserva Naturale di Berignone, Pomarance (PI), Val di Cecina, Toscana ©Enrico Caracciolo

Lepri, cinghiali, istrici, donnole, faine, tassi e mufloni popolano la riserva naturale che è anche la “casa” di tanti rapaci e una tappa per molti uccelli migratori. In passato boscaioli e carbonai procuravano qui le riserve di legname per attivare le caldaie di evaporazione delle saline di Volterra.

I ruderi della Torraccia (o Castello dei Vescovi) raccontano di un passato importante quando i vescovi di Volterra vi amministravano la giustizia e coniavano moneta. Il lungo declino della fortezza inizia nell’ultimo anno del XIV secolo, quando fu occupato dalle truppe senesi.

La Riserva naturale di Montenero tra le colline dell’Alta Valdera, nei pressi di Volterra, si estende sulle pendici settentrionali di Monte Nero (508 m), impervio rilievo posto alle spalle della famosa Villa di Ulignano. L’impatto visivo regala un’improvvisa isola boscata con squarci di ambienti rupestri fra le vaste aree agricole delle morbide colline circostanti: la zona è riconosciuta dall’Europa come Zona Speciale di Conservazione

Infoutili

Valdicecina Outdoor per tutti

Tutte le possibilità per scoprire la Val di Cecina a piedi, in bici e a cavallo sono ben descritte sul sito e app www.valdicecinaoutdoor.it: i tracciati sono scaricabili con mappe, altimetrie, descrizioni e tracce GPX e KML. Tutti i percorsi si possono affrontare in autonomia e si differenziano per livello di difficoltà da facili a impegnativi.

Valdicecina Outdoor è anche il punto di riferimento più indicato per organizzare escursioni guidate e individuare i contatti utili per muoversi sul territorio. Turisti, escursionisti e sportivi hanno così la chiave giusta per esplorare e vivere questo meraviglioso territorio.

Contatti utili per le Riserve Naturali:

www.valdicecinaoutdoor.it (sito e app), Facebook e Instagram: valdicecinaoutdoor.

Ufficio Turistico di Pomarance: tel. 0588.62089, ufficioturistico@comune.pomarance.pi.it