Un viaggio da Portorose a Lasko, con tappe a Pirano e Lubiana. Per scoprire la Slovenia, la sua storia, la sua cultura e i suoi sapori, oltre le acque termali.
Testo di Anna Maria De Luca foto di Marco Carulli

La partenza non può che essere strategica: da Portorose, incastonata nel Golfo di Trieste, a pochi chilometri dal confine croato e dalla famosa città di Umago, e quindi meta ideale anche per tutti coloro che stanno trascorrendo le vacanze in Croazia.
Partiremo da qui per raccontare la Slovenia “non solo terme”, ma anche storia e cultura, immergendoci nel segreto della pienezza del gusto.
Portorose, tra acqua e sale

Portorose vive nella sua quotidianità il lascito di un evento storico che ne cambiò il destino: l’arrivo dei monaci benedettini che, scoperte le proprietà delle sue acque, fondarono qui il monastero di San Lorenzo, luogo dedicato alle cure per i dolori reumatici.
E’ così che Portorose, originariamente Portus Sanctae Mariae de Rosa, piccola frazione di Pirano, poco meno di tremila abitanti, iniziò a diventare destinazione termale di livello internazionale. In Slovenia, le terme fanno parte di un’antica tradizione che affonda le radici sin dai tempi dei romani (secondo alcune testimonianze le terme di Dolenjske Toplice furono uno dei primi centri ad aprire al turismo termale nel 1228) e che continua oggi a fare la ricchezza del territorio.
Il turismo di Portorose si è cosi sviluppato attorno al termalismo marino: alberghi, terrazze, ristoranti, terme, spiagge e piscine di ogni sorta hanno fatto dell’acqua vissuta come relax e divertimento il must sloveno intorno al quale ruotano la medicina estetica e anti-aging, la talassoterapia, l’ayurveda, trattamenti e massaggi, fitness.
Spettacolare la piscina del Grand Hotel Portorož, sormontata da una luminosa cupola in vetro.

Una volta rilassati nella mente e nel corpo, vi consigliamo di andare a scoprire l’antico monastero di San Bernardino, del XV secolo, trasformato dall’esercito austriaco nel XIX secolo in una fortezza a difesa del golfo: sono ancora visibili il campanile, il presbiterio della chiesa e i muri di sostegno con gli archi.
Per gli amanti dell’arte, una passeggiata presso il promontorio di Sezza – dove si aprirà una meravigliosa vista sul golfo di Portorose – vi porterà dentro una raccolta di sculture in pietra cominciata nel 1961 grazie agli artisti sloveni Jakob Savinšek e Janez Lenassi e che ora conta più di 130 opere di autori di oltre 30 Paesi: si chiama “Forma Viva“.
Da vedere anche i Magazzini del Sale (Magazen Grando e Monfort), dove i salinai conservavano appunto il sale e che oggi sono diventati spazio per mostre ed eventi.
L’eccellenza qui è infatti il fior di sale, utilizzato in cucina e nella cosmesi. Per vivere questa esperienza in modo davvero unico, andate alla Thalasso Spa Lepa Vida, centro termale a cielo aperto che nella spa usa fango salino, acqua marina, salamoia e la preziosa acqua madre, raccolta sul fondo dei bacini di sale. Attenzione: per garantire il relax, il centro permette l’ingresso a non più di 50 persone.
E ora un po’ di fame vi sarà venuta, no? Potreste allora andare a trovare Tomaž Bevčič, chef e patron del suo Rizibizi, segnalato dalla Guida Michelin, per la sua cucina di mare ispirata alla tradizione dei suoi nonni.

Il locale si trova in pieno centro, sulla passeggiata lungomare di Portorož ed è una esperienza gastronomica a tuttotondo: piatti raffinati serviti su splendidi piatti di cristallo, menù degustazione con tartufo istriano e un’ampia lista di vini con più di 300 etichette.
Oppure potete spostarvi nell’entroterra da Na Burji, la trattoria di Oriella e Marco: il locale prende il nome dalla bora e infatti qui trovate solo prodotti tradizionali istriani, coltivati nel giardino di casa o dei vicini. Non c’è un menù: la proposta dipende dal piatto del giorno.
Oriella e Marco hanno ricevuto il Distintivo di Eccellenza per il Turismo 2022 “per l’attività pluriennale e il contributo visibile alla visibilità dell’offerta culinaria nella destinazione, nonché per il contributo significativo allo sviluppo dell’offerta turistica e gastronomica tradizionale dell’agro piranese”.
Tutto ruota attorno al grande camino aperto dove bolle la pentola in rame con dentro minestrone o polenta e dove si grigliano pesci, bistecche alla fiorentina e salsicce artigianali. Qua troverete sempre pane fatto in casa, ma anche l’agnello, il capretto o il polpo sotto la campana (cottura col coperchio sotto la brace). Ovviamente, i piatti vengono accompagnati da tartufi freschi, asparagi selvatici, funghi o altri frutti di stagione.

Volete imparare a riconoscere il pesce fresco e non ci siete mai riusciti? Avete ora una occasione irripetibile: i workshop sulla degustazione del pesce fresco organizzati dall’accademia dei sapori Fonda. Basta andare al Fonda Fish Garden di Sezza per un interessante viaggio attraverso la storia e l’approccio sostenibile dell’allevamento ittico nella loro fattoria marina.
Assaggerete cosi filetti di pesce crudo di diverse età, da uno a dieci giorni, per scoprire le differenze di gusto e la consistenza del pesce e finirete l’esperienza con il voto per il vostro pesce prescelto.
Pirano, gioiello di Venezia

E arriviamo ora a Pirano, per scoprirne il carattere medievale nel suo tessuto urbano compatto. Fondata, come Venezia, dagli abitanti di Aquileia, in fuga di fronte agli Unni, Pirano è circondata dalle mura che respinsero sia i pirati che i genovesi.
Sette torri di difesa con i merli ghibellini rendono ancora oggi presente quel tempo e sottolineano la maestosità della cinta muraria: all’esterno appaiono come una possente fortezza, mentre dalla parte interna sono senza finiture, rendendo cosi visibili le piattaforme di legno con le scale.
Salite sul colle Punta, sopra il borgo più antico della città: qui già nel X secolo fu costruita una fortezza, dove i cittadini si rifugiavano in caso di pericolo. Fate una passeggiata nel centro storico, tra i palazzi costruiti nell’epoca del suo massimo splendore,tra il 1283 e il 1797.
Il turismo qui iniziò durante l’Impero Asburgico, il resto della storia è già noto: italiana nel 1918, fu poi annessa, nel 1945, alla Jugoslavia di Tito.

La piazza Giuseppe Tartini (virtuoso e musicista, che qui nacque nel 1692, misterioso autore del Trillo del Diavolo) è il fulcro della vita cittadina: qui sembra di essere nella Venezia settecentesca, con sullo sfondo il campanile della Chiesa di San Giorgio, copia ridotta di quello di San Marco, e le sue numerose chiese (Madonna della Salute, Santo Stefano, Madonna della Neve, San Pietro, San Rocco, San Francesco), tra le abitazioni pastello.
Interessante da vedere è il Museo del Mare di Palazzo Gabrielli, nel suo edificio neoclassico. Pirano è molto turistica, quindi per mangiare bene vi consigliamo l’Hotel Piran: si trova di fronte al mare e propone una cucina di pesce semplice e curata, ricette della tradizione.

Ricordate che il sale di Pirano (in sloveno Piranska sol) è definito prodotto alimentare tipico a livello europeo e viene dalle saline più settentrionali dell’Adriatico, a Sicciole, che nel 1993, quale prima zona umida della Slovenia, sono state incluse nell’elenco delle località tutelate dalla convenzione di Ramsar.
Sarebbe dunque una buona idea andare a visitarle dato che le saline di Sicciole sono l’ambiente umido di maggiore estensione della Slovenia (650 ettari): un intreccio di ecosistemi marini, di acqua dolce e di terraferma talmente prezioso da essere proclamato dal Governo, nel 2001, parco naturale (mentre l’area del museo delle saline è stata proclamata monumento culturale d’importanza nazionale). Oggi le saline sono la località nazionale più importante dal punto di vista ornitologico.
Lubiana, la Città del Drago

Ed eccoci dunque a Lubiana. La prima cosa che notiamo è che Lubiana è una delle poche capitali che ha nella sua piazza principale non un monumento dedicato a un re o a un condottiero ma ad un poeta, France Prešeren. Già questo indica l’anima della città: con la sua eleganza asburgica ma in tonalità mediterranee, Lubiana è il polo culturale, scientifico, economico e politico della Slovenia.
I suoi palazzi di Governo si trovano all’incrocio tra la cultura tedesca, quella slava e quella latina, come è evidente dal centro storico che allinea architetture moderne ad altre in stile barocco ma anche Art Nouveau.
Capitale mondiale del libro nel 2010, Capitale verde europea nel 2016, capitale dello Smart Tourism (sezione sostenibilità) nel 2019 e Capitale Europea della Gastronomia (con la sua regione) nel 2021, Lubiana ha 16 ettari di pedonalizzazione, teatri, parchi, un festival estivo internazionale, un ben organizzato circuito museale.

Da vedere: la Cattedrale barocca di San Nicola e il suo interno in marmo rosa, la Biblioteca Nazionale e Universitaria (il suo motto: «Non conta tanto il sapere, ma ciò che farai col sapere»), con la sua scalinata in marmo scuro dalle 32 colonne; il Triplice Ponte che sembra progettato da Escher (mentre invece è di Plečnik), il romantico Parco Tivoli di 510 ettari, il quartiere creativo (e alternativo) di Metelkova Cesta, l’affascinante Museo Etnografico Sloveno per scoprire i temi dell’identità e dell’incontro tra culture.
Le migliori prospettive su Lubiana si colgono dalle due rive del Ljubljanica, puntellate a decine e decine di caffè e ristoranti. Arrivate fino allo Hradeckega Most: qui la capitale diventa villaggio bohémien e troverete che molte case hanno il proprio orto privato. Un suggerimento per dove dormire? Al Grand Hotel Union, scelto da artisti e politici ma anche dal Dalai Lama, con una atmosfera orientale nell’ambiente della piscina che si trova all’ultimo piano.

Vi chiederete sicuramente cosa ci fanno tutti questi draghi a Lubiana? E’ il simbolo della città, presente anche sullo stemma e sulla bandiera. Per ammirarlo bene potete andare sul ponte dei Draghi, costruito tra il 1900 e il 1901, da Jurij Zaninović.
Nella simbologia locale, il drago (o Lindwurm, creatura mezzo serpente e mezzo drago) è legato alla vicina città austriaca di Klagenfurt, che è stata per secoli il grande centro spirituale sloveno e che ha infatti un blasone molto simile a quello di Lubiana, dato che le leggende si sono tradotte nelle due città in termini di araldica.
Laško, le terme e il maniero

Ed eccoci infine a Laško, nella Slovenia orientale, tra piccoli centri (pochi), foreste (ovunque) e castelli che punteggiano il panorama. A dominare la scena qui è il Thermana Laško, con le sue sorprendenti soluzioni architettoniche e le sue originalità come la passeggiata tra i punti energetici del parco, individuati dal celebre radioestesista Jože Munih: sette, per un benefico passaggio di energia attraverso i sette chakra.
La piscina termale del Thermana Laško è una delle più grandi d’Europa: 2200 metri quadrati, con spazi interni ed esterni, tre Whirlpool, ed una offerta molto accurata di trattamenti wellness alla birra e alla canapa, massaggi, trattamenti ayurvedici (coordinati dall’equipe Veda del Kerala), massaggi thailandesi, trattamento Pantha Rei, maderoterapia, pacchetti di rimodellamento e anche wellness per bambini.

E dopo aver passato qualche ora di relax in acqua, cosa ne direste di una passeggiata fino al più grande castello medievale della Slovenia? Andiamo dunque nell’antico maniero di Celje. Come si vede dalle foto, la fortezza è ottimamente conservata e, dalla sua collina, continua a dominare tutte le vie di comunicazione verso il centro di Celje.
Risale alla seconda metà del XII secolo ed è nota ai più come la dimora dei conti di Celje, la dinastia più influente in Slovenia. Ricca di leggende (che vengono rievocate con esperienze interattive), diventa in estate la sede per i programmi di “Storia viva”, in collaborazione con associazioni culturali e storiche di tutta la Slovenia, ma anche per concerti e matrimoni in stile medievale.
Su tutti, aleggia Barbara, figlia di Herman II, che, per matrimonio, divenne regina ungherese, tedesca e ceca. Tollerante in tema religioso, appassionata di alchimia e astrologia, fu sovrana amata e controversa. Per scoprirne la storia non c’è modo migliore che vivere per qualche ora nel suo castello.
Testo di Anna Maria De Luca foto di Marco Carulli|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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