Più impegnativa la prima, più soft la seconda ma entrambe con scorci panoramici davvero stupendi.

Le piste ciclabili

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©Roberto De Pellegrin

Tanti itinerari da percorrere preferibilmente in sella a una mountain bike (ma qualsiasi bici va bene), in versione classica o a pedalata assistita, per immergersi fra paesaggi incredibili.

Se si è appassionati delle due ruote una tappa in Alpago è praticamente d’obbligo.

Itinerari per tutti i gusti

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©Roberto De Pellegrin

Spiega Ennio Saviane, componente del direttivo del Associazione di Promozione Turistica di Alpago-Cansiglio, che delle bici coi pneumatici tacchettati è istruttore (con brevetto rilasciatogli dall’Accademia Nazionale di Mountain Bike di Milano): “Il nostro territorio si presta decisamente bene alle attività outdoor, in particolare a sport adrenalinici come scialpinismo, kitesurf, parapendio e ovviamente mountain bike, la mia specialità”.

“Al cicloturismo mi ero avvicinato già anni fa ma all’epoca non c’era ancora la giusta mentalità per svolgere in quell’ambito la professione di guida: i turisti non avevano l’abitudine di farsi accompagnare da qualcuno nei bike tour alla scoperta del territorio – prosegue Saviane che collabora anche con la sezione CAI di Belluno – Ora invece le cose sono cambiate e in Alpago arrivano in molti con le due ruote: famiglie con bambini, coppie e sportivi che chiedono di essere guidati negli itinerari alpagotti per immergersi fra le bellezze del paesaggio e per scoprire storia e gastronomia locale”.

Da almeno una quindicina di anni, il cuore dell’Alpago ospita importanti gare di mountain bike, tappe di campionato italiano e internazionale.

Quest’anno il Giro d’Italia è transitato nella Foresta del Cansiglio, patrimonio naturale, storico e culturale di una bellezza unica, con alti faggi alla cui ombra crescono felci, ellebori verdi, anemoni dei boschi e acetoselle.

Ci sono poi distese di abeti rossi e fioriture stagionali come quelle dei crochi e delle genziane. “Pedalare nella Foresta del Cansiglio, a un’altitudine costante di mille metri, è una delle esperienze in bici che consiglio a tutti: bellissima in estate poiché permette di rimanere sempre al fresco e all’ombra, è a dir poco strepitosa in autunno con l’incantevole foliage degli alberi e il bramito dei cervi durante la stagione degli amori. Attraversare questi boschi è come fare un aerosol ai profumi di abete e muschio!”, spiega Saviane.

Quest’ultimo ricorda che “un altro itinerario da non perdere assolutamente è quello attorno al Lago di Santa Croce, al confine con la provincia di Treviso. In primavera si può percorrere la ciclabile che corre lungo parte del lago per poi proseguire sulla strada statale: la vista è sempre incantevole e nel tragitto si attraversa una zona naturalistica di grande interesse, l’Oasi Sbarai“.

“Altrettanto suggestivo- prosegue– è il percorso che da Tambre d’Alpago, ai piedi del Monte Cavallo, porta sino a Pieve, che di Alpago è una frazione: un itinerario di una ventina di km (circa il doppio se si fa l’anello), in quota, che si trasforma da paesaggio coltivato a campi e con malghe a distese di boschi di faggio. Ecco, chi decide di visitare il nostro territorio in bici dovrebbe iniziare da queste escursioni”.

Due ruote classiche o e-bike? In Alpago c’è ampia scelta anche se la conformazione di paesaggio e territorio invita (per facilità) a utilizzare la bici a pedalata assistita, ancor più quando si scelgono sterrate impegnative.

“La nostra terra è sinonimo di relax e buona gastronomia: per godersi il panorama è sufficiente un giro di 20-30 km, una passeggiata on bike su strada compatta dove non c’è traffico o in mezzo alla natura. Non deve essere per forza un percorso impegnativo con dislivelli e ostacoli naturali. Per chi desidera invece adrenalina ed emozioni forti nessun problema: non c’è che l’imbarazzo della scelta nel nostro territorio”, conclude Saviane.

Due ruote a tavola

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Un tagliere di salumi e formaggi tipici, Alpago ©Lucio Rossi

Pedalare mette… fame! Parlando di gastronomia, la Conca dell’Alpago, che conta suppergiù diecimila anime, vanta ben due ristoranti stellati: la Locanda San Lorenzo, a Puos d’Alpago, dove la carne di agnello (allevato nei territori alpagotti) è protagonista del menù, e il Ristorante Dolada, in località Plois a Pieve di Alpago (appena sotto il Rifugio Dolada), dove selvaggina, funghi e pesci d’acqua dolce sono cucinati in maniera eccelsa.

Che sia un tracciato soft o di quelli a tutta adrenalina, dopo aver percorso chilometri in sella alla bici, in questo angolo di Veneto ci si siede volentieri a tavola per assaporarne le bontà enogastronomiche.

“Saliscendi e dislivelli della nostra terra mettono appetito!”, sorride Ennio che, per agevolare la diffusione delle attività a due ruote nel territorio, ricorda anche l’importanza dei servizi messi a disposizione da enti, tour operator specializzati e alberghi a cicloturisti e ciclisti: dal trasporto dei bagagli da una località all’altra, alle bike room in cui parcheggiare le due ruote e metterne in ricarica, se necessario, le batterie.

Infoutili: sul sito dell’Associazione di promozione turistica Alpago Cansiglio potrete trovare tutte le informazioni per pianificare il vostro prossimo soggiorno nella conca dell’Alpago.

Testo Sonja Vietto Ramus foto di Roberto De Pellegrin|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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