In una delle Eolie più autentiche oggi c’è la possibilità di essere ospitati nei locali sapientemente recuperati del faro che da metà Ottocento veglia sul mare. Si trova sul promontorio di Capofaro nell’isola di Salina, e la famiglia Tasca di Almerita l’ha preso in custodia facendone luogo fascinoso e privilegiato di soggiorno.
Citati già da Omero nell’Iliade, anche se erano semplici fuochi di segnalazione sulle coste, i fari da sempre suscitano ammirazione e stimolano la fantasia. Amati da artisti e letterati, sono molti gli aspetti che li rendono fonte d’ispirazione. Spesso si trovano in posizioni estreme, su scogliere a strapiombo, isolotti sferzati dal vento e dalle onde, oppure marchiano indelebilmente il profilo di una città marinara, come la Lanterna di Genova. Mostrano la temerarietà dell’avamposto, simboleggiano la luce salvifica che guida nel buio, paiono lanciare messaggi anche a noi, quando affrontiamo la solitudine delle nostre vite.
Ma da qualche tempo, complice la dismissione di tanti in favore dei più moderni radiofari, alcuni sono diventati anche strutture ricettive fuori dagli schemi. Ideali per viaggiatori solitari e romantici, in cerca di silenzio e panorami grandiosi. Quello di cui vogliamo parlare si trova sul promontorio di Capofaro, nell’isola di Salina. A vocazione agricola e marinara, si tratta di una delle isole più veraci delle Eolie.
Un faro per rigenerarsi nel cuore del Mediterraneo
Il faro dal 2017 è ricompreso nella tenuta in capo alla famiglia Tasca d’Almerita, che si è assunta il compito di un progetto di ristrutturazione e valorizzazione. Nei suggestivi spazi originariamente occupati dall’alloggio del guardiano ora sorgono sei nuove stanze completamente ripensate, ispirandosi al mare e all’estetica dell’isola. Il faro si affaccia dalla falesia sullo splendore dell’orizzonte marino eoliano, con i vulcani gemelli alle spalle.
Una tenuta entrata nella collezione Relais&Châteaux
Questi locali vanno ad aggiungersi alle ventisette camere e suite della tenuta di Capofaro Locanda & Malvasia, oggi parte della collezione Relais&Châteaux. Ciascuna diversa dall’altra, dotate di terrazza privata vista mare o giardino. Circondate da 4,5 ettari di vigneto, sono inserite in edifici candidi ingentiliti da terrazze con le classiche colonne eoliane, le bouganville e i cannicci ombrosi. Capofaro è la destinazione ideale per chi cerca relax, benessere, immersione nel mondo del vino e del lavoro in vigna.
Una dimensione isolana, per trovare il sapore di dettagli curati e su misura. La locanda offre un gustoso incontro con la cucina siciliana e la tradizione gastronomica della famiglia Tasca. Con una linea ripensata attraverso le migliori materie prime del luogo, l’artigianalità e l’estro creativo di un cuoco siciliano d’origine ma dal respiro internazionale.
A Capofaro l’oro delle Lipari, fra le vigne storiche Tasca d’Almerita
Il capitolo vino è un altro punto forte di un’esperienza a Capofaro. Si tratta infatti di una delle cinque tenute vinicole della famiglia Tasca d’Almerita e custodisce Anfiteatro, vigna storica di Malvasia. L’isola di Salina è d’origine vulcanica, ma oggi la “materia incandescente” qui si chiama, appunto, Malvasia. Un’uva dorata da cui si ricava il celebrato vino locale, secco o dolce.
Il recupero dei locali del faro ha aggiunto un ulteriore motivo d’attrazione per gli ospiti di Capofaro. La trasformazione virtuosa di un luogo di grande valore paesaggistico, storico e culturale è stata affidata a MAB Arquitectura. Il progetto di restauro architettonico e d’interior design dell’antico complesso, come accennato, ha previsto sei suite nei suggestivi spazi originariamente occupati dall’alloggio del guardiano.
Avvolti dalla potenza della natura nella semplicità del faro
Gli interni puntano all’essenzialità, quasi che a parlare debbano essere soltanto la storia del faro ottocentesco e la forza della natura: “…una natura così potente e un luogo così ricco di suggestioni, [per cui] negli interni abbiamo agito seguendo una poetica della sottrazione. Abbiamo disegnato ogni dettaglio, con grande cura ma senza aggiungere orpelli, per definire in ogni ambiente un’eleganza e un’essenzialità che restituisse l’idea di un lusso raffinato e sobrio: quello del tempo che passa lento, nella bellezza delle cose semplici.”
Testo di Gianfranco Podestà | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com