A Camogli il 16 agosto per il Premio Fedeltà del cane

Il cane Pongo

 
 
 

Un idillio tra mare e terra, Camogli (GE) è un pittoresco borgo marinaro, che si affaccia sull’acqua col suo porticciolo e i bei palazzi colorati. E’ situato nella conca del Golfo Paradiso in un’estremità del promontorio di Portofino. Ma quello che lo rende particolare è che il 16 di agosto in una sua frazione, San Rocco di Camogli, abbarbicato sui monti a 221 metri, l’atmosfera diventa molto “canina”. L’aria di mare è animata da tanti abbai, guaiti, code scodinzolanti di cani “molto particolari”. C’è chi ha salvato il suo padrone da morte sicura, chi si è distinto per aver compiuto un’azione particolare, chi è un “eroe” della pet theraphy, chi ha percorso da solo chilometri e chilometri per tornare a casa, dopo essersi perso. Sono tutti cani, tutti accomunati da una particolare dimostrazione di fedeltà. L’idea del “Premio Fedeltà del Cane” di S. Rocco di Camogli è nata nel 1962” spiega Vittorio Bozzo, che è il presidente dell’Associazione per la valorizzazione turistica di San Rocco, che si occupa di

Folla per il Premio Fedeltà

organizzare questo evento. “Tutto accadde quando un cagnolino di nome “Pucci”, abbandonato dai padroni, giunse a S. Rocco e conquistò da subito il cuore dei bambini delle scuole elementari. Li aspettava, di mattino, sul piazzale della Chiesa, dove si riunivano tutti i ragazzi provenienti dalle varie parti delle colline, e li accompagnava a scuola nel sentiero pedonale della Mortola”. Ben presto Pucci divenne il beniamino dei bambini e la “mascotte” del paese. Aveva addirittura imparato a nascondere parte della merenda che gli offrivano e a conservarla come pasto serale. Accompagnava i ragazzi la mattina, li incontrava per la merenda e poi tornava al termine delle lezioni per “scortarli” di nuovo sul piazzale della Chiesa. San Rocco, che è il patrono del paese, è anche il santo protettore dei cani, così fu deciso di istituire questa festa. La leggenda racconta che San Rocco fosse solito curare gli appestati, ma, quando lui prese la peste, nessuno volle più avvicinarlo. Solo un cane si fece vicino e gli portò un pezzo di pane, tenuto nella bocca. Nelle immagini del santo si riconosce, infatti, sempre ai suoi piedi un cagnolino che tiene con la bocca un po’ di pane. Il “Premio Internazionale Fedeltà del Cane” fu assegnato per la prima volta il 16 agosto del 1962 e da allora nello stesso giorno, nel pomeriggio, sul palco montato in piazza vengono assegnati i premi “fedeltà” ai cani. “L’idea venne al Signor Crescini, un abitante di S.Rocco , che la propose al parroco ” don Giacobbe ” precisa Bozzo. Dal 1966 vengono assegnati anche i premi “bontà”, a persone che si sono distinte per rilevanti atti di bontà verso i “quattro zampe”. Dopo la premiazione il parroco dà la benedizione ai cani presenti e a tutti i partecipanti alla manifestazione.
 
 
 

Abbiamo chiesto qualche anticipazione al Dottor Bozzo.

Quando vengono decisi i vincitori?

Il mattino stesso del giorno di S. Rocco, quando si riunisce la giuria del premio, per decidere il vincitore che sarà “primus inter pares”. Il premio è costituito da una targa in metallo con il bassorilievo della chiesa e di un cane, è uguale per tutti i premiati.

Qual è il momento più bello del premio?

Quest’anno festeggiamo il cinquantenario del premio, quindi tutta la giornata è particolare: chi ama i cani lo sa. Quello che piace di più alla gente è poter vedere il cane, avvicinarlo, accarezzarlo. Quando un cane fa qualcosa di tanto particolare c’è poi sempre un momento di commozione. Inoltre mi piace dimostrare che anche cani che paiono particolarmente aggressivi, sono invece dolcissimi e affettuosi.

 
 
 

Il giornale che parlava del mitico Pucci

Ricorda un caso in particolare?

Quella di un rottweiler di nome Rocky, che tra l’altro compare anche come storia nel suo libro “Quelli che il cane” (Sperling & Kupfer, 2011). Si dice che questo tipo di cani sia molto pericoloso e aggressivo. Rocky è stato in grado di salvare la vita del suo padrone, che era caduto a terra e non riusciva a rialzarsi, l’ha aiutato, in modo che potesse raggiungere il telefono e chiamare soccorso. Rocky è salito diverse volte sul nostro palco, gli piace la gente, è molto amato dai bambini. E’ un grandissimo coccolone, è una delle nostre maggiori “star”, ma come sanno tutti gli amanti degli animali ogni cane è bravo e particolare a suo modo!

Ci può dare qualche anticipazione per il premio di quest’anno?

In realtà tutte le informazioni sono “top secret” fino alla decisione finale, visto che c’è sempre molta attesa da parte dei proprietari e dei media. Tuttavia le posso raccontare la storia di uno dei due premi “Bontà“, perché la si conosce da tempo attraverso i giornali. Si tratta di un cane e di un marinaio. Il cane si chiamava Athos, proprio come uno dei quattro moschettieri, assomigliava un po’ a un boxer, anche se era un cane “fantasia”. Era un “cane da nave”, uno di quegli animali che vivono sulle navi da trasporto con container insieme all’equipaggio. Percorreva la linea di navigazione Messina e animò gli uomini a bordo con il suo affetto e la sua giocosità per molti anni. Poi un giorno la nave si incagliò nel porto di Alessandria, il mare era molto brutto e decisero di evacuare tutti. Quando il rimorchiatore prese a bordo i membri dell’equipaggio anche Athos salì, ma poi a mano a mano che si allontanavano divenne sempre più irrequieto, perché lo stavano portando lontano dalla sua nave, che per lui era come la sua casa. Allora, d’improvviso, si buttò in mare tra le onde alte, nel tentativo di raggiungerla. Subito dopo un marinaio, il cuoco, lo seguì rischiando la propria stessa vita per salvarlo. Purtroppo non riuscì a raggiungerlo e il cane morì. Sappiamo che di sicuro verrà il capitano della nave a ritirare il premio, perché il marinaio probabilmente navigherà in questo periodo. Su quasi tutte le navi della linea di navigazione Messina c’è un cane, che spesso prendono dal canile, per questo ci sembrava che fosse importante dare anche rilevanza a questa storia. Soprattutto per ricordare anche il povero Athos, che ha deciso di sacrificarsi e di andare a fondo con la sua nave.

Può dire altro di cani che saranno presenti?

Ci sarà Sar, un cane del Soccorso Alpino di Rapallo, un pastore belga di 10 anni, che ha fatto molti salvataggi, lo mandano perfino nella neve, ha trovato di recente proprio una persona che si era persa. E’ abile anche nei posti più disagiati.

 
 
 

Il giornale che parlava del mitico Pucci

Camogli e San Rocco sono in festa in questa giornata?

Camogli è un bellissimo posto di mare e di vacanza. In modo speciale in questa giornata è contagiata da una grande euforia. Il punto d’incontro è in piazza a San Rocco, dove abbiamo anche una statua alta un metro di un cane con scritto sopra “Alla fedeltà”. E’ un bastardino. In questo modo ricordiamo durante tutto l’anno, e non solo in questo giorno, la fedeltà che il cane dimostra, sempre, e in ogni circostanza, all’uomo.

Qualche evento quest’anno?

Un rito che si ripete da qualche anno e che coinvolge i bambini è “Un cane per Amico”. Chiediamo ai ragazzi di raccontare con disegni storie di cani e esponiamo i disegni. E’ molto divertente, perché si vede di tutto: cani che si buttano col paracadute, che si lanciano dall’aereo… Una volta c’era addirittura un cane nella forma della Statua della Libertà! E’ incredibile ammirare come questi animali sollecitino la fantasia dei più “piccoli”.

Lei ha cani?

In realtà ho avuto cani di famiglia in passato, ma al momento sono stato “conquistato” da un gatto… Si tratta di una gatta selvatica che pensiamo sia abbastanza anziana, anche se di origine sconosciuta. In realtà: è la gatta più brutta di S. Rocco! Naturalmente sto scherzando, ma intendo dire che non ha un aspetto bellissimo: ha un colore tipo da “rossonera”, con macchie strane e imprecisate. L’abbiamo nutrita dandole da mangiare per tre anni, poi una sera c’era un temporale fuori e zoppicava… Ci siamo preoccupati non stesse bene e allora l’abbiamo fatta entrare in casa. Le dico solo che da allora dorme sempre in casa, qualche volta, quando ha caldo, sullo zerbino. Addirittura quando andiamo in vacanza, abbiamo un cugina che se ne prende cura e le porta da mangiare. Quindi è ormai, a tutti gli effetti, un membro della famiglia!
 
 
Testoe foto di Alessandra Mattanza