Lungo il Brahmaputra: le etnie tribali di Assam

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Guwahati India, è la porta di accesso in Assam lungo la strada che, costeggiando le rive del fiume Brahmaputra, conduce in Arunachal Pradesh al confine sino-tibetano-birmano.

L’etimologia del nome Assam è incerta; secondo alcuni sarebbe derivato dal sanscrito Asama “senza pari”. L’Assam  divenne parte dell’India britannica dopo che la British East India Company occupò la regione in seguito alla prima guerra anglo-birmana del 1824-1826.
L’Assam è circondato da sette stati membri della confederazione indiana, che morfologicamente assomigliano a una proboscide d’elefante a cavallo del Bangladesh. Geograficamente l’Assam e questi Stati sono collegati al resto dell’India da una sottile striscia di terra lunga 22 chilometri, chiamata corridoio di Siliguri o “collo di pollo”.

Arunachal in sanscrito significa “terra delle montagne baciate dal sole nascente”, perché per la sua posizione geografica è la prima in India a salutare l’alba; mentre Pradesh significa semplicemente “Stato”. I suoi territori montuosi, seguenti la linea di MacMahon adottata unilateralmente dall’India come confine nel 1950, furono amministrati dalla North East Frontier Agency fino al 1972, quando divennero un territorio dell’Unione Indiana, poi proclamato Stato dell’Arunachal Pradesh nel dicembre del 1986. Ad oggi la questione della sovranità sulla regione non è ancora risolta e i cinesi chiamano la regione contesa Zangnan (Tibet meridionale).

In questi territori dell’Assam e dell’Arunachal Pradesh vivono molte minoranze etniche, preservate dall’isolamento nelle valli himalayane e nelle limitrofe foreste birmane di confine, che pur appartenendo geograficamente all’India presentano un mix di tratti somatici affini al ceppo mongolo e tibeto-birmano, con occhi a mandorla e carnagione chiara. Vivono ancora oggi uno stile di vita in stretto rapporto con gli elementi naturali in uno degli ultimi paradisi asiatici, che si può visitare tra montagne verdi pieni di foreste e bambù, terrazze coltivate a riso baciate dal sole, lungo gli affluenti himalayani del Brahmaputra, fiume lunghissimo, che come un sacro mandala nasce nel cuore dell’Asia più sacra.

minoranze_etniche_assamUna serie di interminabili tornanti stradali consente l’avvicinamento prima a Bomdila e poi alla Tawang Valley. In quest’area a predominante culto buddista, a circa 95 km dal confine cinese/tibetano, vivono i Monpas.
Sono di discendenza mongola, emigrati dal Bhutan e del Tibet in tempi diversi, vivono separati dal loro ramo di origine tibetano a causa della delineazione da parte dei coloni britannici della linea di confine MacMahon con la Cina, che ha compreso il loro territorio in quello indiano. I Monpas, come molti altri popoli autoctoni dell’Himalaya orientale, credevano nella primitiva religione animistica dei Bon prima della conversione al buddismo tibetano, ma a differenza delle altre tribù sono stati completamente assorbiti nella loro nuova religione lasciando dietro di sé solo alcuni elementi della loro vecchia religione.

Gli uomini vestono il Chuba tibetano e portano un cappello fatto con pelo di Yak, stile rasta, e un lungo coltello a tracolla. Le donne portano in testa una specie di piccola acconciatura fatta di peli di yak, con 5 o 6 treccine di capelli rigide, disposte a raggiera in maniera uniforme e ornate da nappine. Al collo indossano collane formate da grosse pietre color turchese e coralli, con un ciondolo al centro e ornamenti in argento.
Il popolo dei Monpas è noto per le loro creazioni artistiche, che comprendono pittura dei Thangka, fabbricazione di tappeti, tessitura, intaglio del legno e la particolare abilità nel fare carta dall’albero sukso.

A causa del clima freddo dell’Himalaya, i Monpas, come la maggior parte delle altre tribù buddiste, costruiscono la casa di pietra e legno, con pavimenti in tavole, spesso accompagnato con porte e finestre finemente intagliate; il tetto è invece realizzato con stuoia di bambù per mantenere la loro casa calda durante la stagione invernale. Per evitare l’erosione del suolo piantano colture sui pendii collinari, rendendoli terrazzati, coltivandovi riso, mais, frumento, orzo, miglio, grano saraceno, peperoni, zucca e fagioli son, e allevando oltre agli animali domestici, come maiali e pecore, anche gli yak, bovini di origine himalayana dal folto pelo.

Nella valle, imponente su di una irta collina da cui si gode un ottimo panorama sulla valle del Chu Valley, svetta il Tawang Gompa anche chiamato “Galden Namgyal Lhatse” che fu fondato dal Merak Lama Lodre Gyamtso nel 1860-61 DC.
Questo é il secondo più grande monastero dell’Asia e ospita circa 700 monaci, anche se attualmente vi risiedono solo 300 lama. Sicuramente consigliato partecipare ad una “Puja”, la funzione religiosa di rito buddista, che vi viene celebrata quotidianamente.
safari_kazirangaLa discesa in direzione delle pianure dell’Assam tra un susseguirsi di gole, cascate e l’attraversamento del maestoso Brahmaputra, è un piacevole diversivo per visitare le coltivazioni di te, per cui lo Stato è famoso, alcuni villaggi di Mishing People, dove immigrati dalle zone periferiche dell’Arunachal sono diventati stanziali diventando allevatori e contadini, e soprattutto il Kaziranga Park, dove è possibile fare un interessante Elephant Safari. In questo parco, dichiarato nel 1985 patrimonio mondiale dell’Unesco, oltre alla tigre vive il rinoceronte asiatico a un solo corno e l’alba è l’ora ideale per osservarlo, quando la nebbia del mattino si dissolve alla luce del sole che sorge sulla palude. Le praterie umide del Kaziranga costituiscono il suo habitat ideale. Un game drive in jeep oppure un emozionante safari a dorso di elefante è il modo migliore per esplorare la natura selvaggia del Parco Nazionale con possibilità di avvistare molti rinoceronti, circondato da altri animali endemici: cervi, gaur, bufali d’acqua selvatici, cinghiali e una varietà incredibile di avifauna. Se si è abbastanza fortunati, si possono vedere anche le tigri indiane, diffuse in quest’area, ma di difficile avvistamento a causa dell’alta erba, che garantisce loro un eccellente mimetismo.

di Giuseppe Russo | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com