Un ciliegio tira l’altro

“Se al mondo non esistessero fiori di ciliegio sarebbe tranquillo il cuore a primavera.”

Ariwara No Narihira (825-880)

Tokyo - Shijuku park
Tokyo - Shijuku park

La tovaglia, piegata con cura, scivola fuori dalla borsa e si posa sul prato dove con altrettanta cura viene distesa  e coperta da una serie di tazzine, bricchi, tovaglioli, teiere sistemate in bell’ordine. Gli occhi attenti delle allieve, inginocchiate intorno,  scrutano i gesti semplici e solenni dell’anziana insegnante senza perderne uno. La cerimonia del tè ha inizio. Una ritualità antica in cui la forma vale il contenuto, l’azione suggerisce una filosofia, la banalità dell’atto un pensiero forte. Al di sopra questa scena, sospesa nel tempo, spalanca il suo ombrello rosa pallido un’incantevole sakura (prunus serrulata) , ciliegio da fiore tra i milioni che avvolgono i parchi e i viali giapponesi di tenui nuvole profumate. In Giappone la fioritura dei ciliegi è un fatto di estrema importanza. Tanto che le è stato dedicato un verbo, hanami, che significa “gita-all’inizio-della-primavera-per-ammirare-i-ciliegi-in-fiore”, e un’attenzione quotidiana nelle previsioni del tempo. Ogni meteo, in stagione, aggiorna sull’avanzamento della fioritura dei sakura, che inizia nel sud del Paese, a Okinawa, addirittura in gennaio,  prosegue nell’Honsu in marzo – aprile e termina in maggio nelle più fredde regioni del nord, come Hokkaido. Se poi la tv fosse rotta e le edicola chiuse, il sito http://gojapan.about.com/cs/cherryblossoms/l/blsakurazensen.htm fornisce la sakura zensen cioè la linea di fioritura dei ciliegi, con le date previste per la schiusa dei boccioli e l’archivio storico delle

Il castello di Kanazawa - I giardini Kenrokuen
Il castello di Kanazawa - I giardini Kenrokuen

passate fioriture. L’usanza dell’hanami risale al periodo Nara (VIII secolo). Poichè la fioritura dei ciliegi coincideva con l’inizio della stagione della semina del riso e della ripresa delle attività nei campi, ai piedi di quest’albero venivano preparate offerte alle divinità locali e i contadini bevevano sake in onore degli dei. Un secolo più tardi, la corte imperiale di Kyoto vi introdusse la preparazione di piatti sofisticati e le bevute di sake raffinati pur mantenendola legata alla contemplazione dei fiori e alla composizione di poesie. Da allora il sakura è un simbolo della bellezza effimera, una metafora della vita: bella, luminosa, ma anche fragile e passeggera poiché i fiori durano una settimana soltanto. Se in tempi antichi l’hanami era un passatempo per aristocratici, che dalle passeggiate traevano ispirazione per i loro poemi, oggi e’ uno dei più sentiti e popolari, tempo di festival e di picnic, di canti e di allegria, di barbecue all’aperto i cui fumi annientano il delicato profumo dei sakura.  E’ un rito che muove migliaia di turisti, preoccupati di indovinare il giorno esatto in cui i fiori si apriranno, per programmare le loro vacanze, fidandosi dei modelli utilizzati per le previsioni dal Servizio Meteorologico giapponese. Ovvio che, quando quest’ultimo sbaglia, si scateni uno psicodramma collettivo, con turisti e tour operator obbligati a riprogrammare i loro viaggi e l’unica consolazione delle scuse ufficiali per l’errata previsione, come quelle espresse in diretta televisiva da Mr. Kashiwagi Keiichi, capo della sezione per il sakura senzen,  nel 2007. Coniugando poesia e tecnologia, con la precisione che li identifica, i giapponesi si preparano a questo periodo di festa consultando il sito http://gojapan.about.com/cs/cherryblossoms/a/sakurafestival.htm, che passa in rassegna tutti gli eventi e,  per non lasciare nulla all’improvvisazione, http://gojapan.about.com/library/map/bljapanchzzzzerryblossommap.htm, in cui una cartina interattiva raccomanda gli spot, suddivisi per regione, a più alta densità di sakura fioriti. A Tokyo, si

Il castello di Matsumoto
Il castello di Matsumoto

trovano il parco di Ueno, con ben 1500 ciliegi, Chidorigafuchi nei pressi del Palazzo Imperiale, dove si affittano barche per navigare nei canali ammirando i ciliegi e il parco Sumida, sulla riva del fiume, nei pressi di Asakusa. Vicino alla capitale si trova l’albero di Hinoharu che, con 1800 anni, è il ciliegio più antico di tutto il Giappone. A Yokohama ci sono il parco Kaminoyama nei pressi di Minato Mirai e il Sankeien, dove si trovano anche edifici antichi. A Kamakura, il Dankazura, vialetto che porta al Santuario di Tsurugaoka Hachimangu, dove i fiori di ciliegio formano un arco. Kyoto è famoso per il parco di Maruyama, affollato dei suoi 6000 alberi in fiore intorno al suo immenso ciliegio piangente, il Cammino dei Filosofi, in riva al canale tra il padiglione d’Argento e il Tempio di Nanzen-ji, per il Santuario di Heian-jinja, con i suoi ciliegi piangenti sulle rive del lago, Arashiyama, dove i ciliegi vanno dalla riva del fiume fino ai piedi delle montagne, per il fiume di Kamo-gawa che attraversa la città, il Santuario di Hirano-jinja, con le sue numerose varietà di ciliegio e le sue illuminazioni notturne. A Osaka, il parco del castello di Osaka. Ma il luogo di hanami più famoso e spettacolare si trova vicino a Nara: il Monte Yoshino, dal quale si possono ammirare secondo la tradizione, 100.000 alberi di ciliegio in un solo colpo d’occhio. Come ogni festa, pur non perdendo il fascino di una tradizione millenaria, anche l’hanami è diventato un business. E mentre gli occhi inseguono rapiti i fiori che si stagliano contro il cielo blu carico, abbassandoli si incontrano più prosaiche bancarelle di dongo (dolci a forma di biglia a base di farine di riso) e altre delizie culinarie, negozi di accessori in tema “floreale”, dagli ombrellini parasole alle cover dei cellulari e paradossali mascherine anti-smog.

Testo e foto : Federico Klausner

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