Dal latino Strate Burgum, la Città delle strade, prende il nome Strasburgo, capitale dell’Alsazia. Ha il porto fluviale più importante di Francia e proprio il fiume che l’attraversa la rende maggiormente attraente ai miei occhi. Fondata più di 2000 anni fa, Strasburgo ha sempre mantenuto un ruolo importante: fu sede della battaglia tra romani ed alemanni, nel medioevo divenne un’importante centro commerciale grazie alla sua posizione strategica, per decenni rimasta al centro della disputa sulla sua appartenenza tra Francia e Germania, cambiò nazionalità ben 4 volte. Attualmente è sede permanente del Parlamento Europeo. Al di là dei dati storici, Strasburgo è una città che colpisce per l’ordine e la bellezza delle sue strade .Maestosa la Cattedrale di Notre Dame, un vero gioiello la Maison Kammerzell, vecchia sede di un facoltoso commerciante ora trasformata in un bellissimo ristorante, con ricche decorazioni e intagli nella facciata in legno; ma il quartiere che più
preferisco è la Petite France. In passato era abitata da mugnai, conciatori e pescatori; si snoda lungo deliziosi canali attraversati dai famosi “Ponti coperti”, che hanno mantenuto il nome malgrado abbiamo perso da tempo la loro copertura. Divertente è fare un giro sul battello passando attraverso le chiuse, assistendo alle manovre per inondare i canali. Proprio a Petite France c’è La Grande Ecluse (Grande chiusa) che, in caso di necessità, permetteva di inondare tutta la parte sud della città. La cosa migliore che si possa fare è vagare senza meta, ammirando i mulini, le case che sembrano sempre dipinte di fresco, i fiori sui balconi e fermarsi ad assaggiare qualche specialità. Di piccoli ristoranti tipici ce n’è molti e non è difficile trovarne uno dove mangiare bene; quello che ho scelto io aveva un’entrata un po’ defilata rispetto alle vie più frequentate, ma di fianco a un mulino e con la vista sul canale. Foie gras accompagnato da pane nero e cubetti di gelatina al Traminer aromatico, Tarte Flambèe e una bottiglia di Gewurztraminer hanno allietato una già perfetta giornata. L’altra sera ho realizzato una versione casalinga e gradevolissima della Tarte Flambèe; è una sorta di pizza che anticamente si faceva prima del pane, cotta con il fuoco acceso con i rami più piccoli, in genere quelli molto profumati di pino. E’ chiamata “flambèe” perché il fuoco bruciacchiava leggermente sia gli ingredienti della farcitura che i bordi di pasta. Anche oggi viene cotta nel forno a legna….ma noi ci accontentiamo di uno forno di casa molto caldo.
Tarte Flambèe
Ingredienti per la pasta: 400 gr farina 00, lievito di birra, sale, acqua
ingredienti farcitura: Creme fraîche, cipolla, pancetta a cubetti
Impastare la farina con il lievito, il sale e l’acqua sufficiente ad ottenere una pasta liscia ed elastica; far lievitare fino a che non è raddoppiata di volume. La Creme fraîche è un formaggio bianco tipico francese, nel caso non riusciste a reperirla potete utilizzare la panna lasciata qualche ora a cagliare con del succo di limone…è ottima! Tagliare a fette sottili le cipolle, farle rosolare con la pancetta e tenerle da parte. Preriscaldare il forno al massimo della temperatura; tirare la pasta in una sfoglia piuttosto sottile, mettetela in una teglia preferibilmente rotonda, farcite con la Creme fraîche, le cipolle, la pancetta ed infornate fino ad una perfetta doratura della Tarte. Servire preferibilmente su un piatto di legno, per mantenerne il calore.
Testo e foto: Federica Giuliani
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