Nel giro di qualche anno il pasticciotto è diventato il simbolo food del Salento, esportato in tutto il mondo. Si tratta di un semplice dolce di pastafrolla e crema pasticcera, nato come tanti altri per caso. Se ne contendono la paternità Galatina e Lecce, ma nei borghi di Specchia e Nardò ci sono pasticcerie da provare assolutamente. E mentre si degusta il pasticciotto gli occhi spaziano sul bianco-oro della pietra e del barocco salentino.

Un monumento di dolce: in piazza a Galatina davvero c’era un’istallazione, un po’ controversa, dedicata al pasticciotto. Lo scorso primo giugno si è tenuta la terza edizione del Pasticciotto day, e per la prima volta è stato un evento. In piazza Mazzini, a Lecce, un laboratorio live ha sfornato ininterrottamente le dolci paste fino a notte e presentato altre 16 delizie salentine tutte dolci meno una, il rustico.
Specchia e il pasticciotto

E’ il Salento del primo interno, nell’aria si sente il profumo del mare, anche se le prime spiagge sono a una decina di chilometri. Le maestose chiese in pietra leccese, ricche di fregi e statue, fanno rimanere con il naso all’insù.
A incominciare da Specchia, uno dei borghi più belli d’Italia. Il centro storico con i suoi vicoli e i balconi fioriti, gli artigiani e le piazze con le chiese (in quella di Sant’Anna si trova un bellissimo affresco del XII secolo semi nascosto), il convento dei Francescani, e uno dei frantoi ipogei meglio conservati e più interessanti della zona. Imponente il Palazzo Risoli, da cui godere di una splendida vista fino al mare dalla terrazza. Costruito su un antico castello medievale, oggi ospita alcune suite, un bel locale al piano terra e l’Ufficio del turismo.

Ma la sosta a Specchia non può prescindere dalla pasticceria le Mille Voglie, dove assaggiare il mitico pasticciotto del maestro pasticcere Giuseppe Zippo. Ho avuto l’onore di provare a realizzarne uno, con tanto di iniziale, e ottenere così il diploma di “Pasticciottiera”. Esperienza da rifare assolutamente a casa con le formine ovali che gentilmente ci hanno regalato!

Nel bel dehors della pasticceria ecco il mio primo caffè leccese, con ghiaccio e latte di mardorla. Buono anche il caffè in ghiaccio, accompagnato dal pasticciotto caldo, appena sfornato. Il meglio del sapore da questo semplice dolce lo si ottiene infatti nella prima ora e mezza dalla cottura. Dopo è sempre buono, ma perde qualcosa della magnifica fragranza. Giuseppe Zippo è famoso anche per i suoi panettoni, con cui ha vinto numerosi premi.
Il pasticciotto classico, è solo con crema pasticcera, ma di varianti ne sono nate tante nel corso degli anni. Può essere farcito con crema al cacao, marmellata, crema gianduia, crema di pistacchio, crema di limone. O le special edition come Don Leonardo con ganache al pistacchio di Sicilia e delicata crema, la pasta frolla è al mandarino di Ciaciulli, creazione dell’eclettico Giuseppe Zippo, Presidente dell’Associazione Pasticceri Salentini, o con qualsiasi tipo di ripieno anche salato.

Ma il must rimane la ricetta tradizionale. Per la pasta frolla: farina “00”, zucchero, strutto, uova, bicarbonato d’ammonio e bacche di vaniglia. Mentre per la crema pasticcera: latte intero, zucchero, tuorlo d’uovo, farina “00” e bacche di vaniglia.
Nardò e un pezzo di Piemonte

Lasciata Specchia per Nardò, altro paese tipicamente barocco-salentino, una chicca, la Pasticceria Piemontese. I proprietari negli anni 70 da Torino sono tornati al paese portando alcuni segreti della pasticceria mignon e ricette di origine francese, come la Paris-Brest e le paste con chantilly, ma il pasticciotto è notevole anche qui.

Nardò, a mezz’ora di strada da Lecce, con i suoi 30 mila abitanti è una città da godere passeggiando. La centrale piazza Salandra rapisce per la bellezza, e accoglie con la Cattedrale Maria Santissima Assunta e la Chiesa di San Domenico. Con un po’ più di tempo da vedere anche Il Castello di Nardò e il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio.
Galatina, il pasticciotto è nato qui

Le volte affrescate della chiesa di Santa Caterina a Galatina lasciano stupefatti. E’ uno dei più noti monumenti romanici pugliesi con i dipinti della scuola senese e influenze giottesche. Raccontano la storia della Santa, le Genesi, l’Apocalisse e… il pasticciotto pare sia nato qui.
Nel 1745, alla Pasticceria Ascalone, uscito per caso dalle mani di Nicola Ascalone, che per utilizzare gli avanzi della classica crostata fece delle piccole paste ripiene di pasta pasticceria. Oggi diremmo un dolce di recupero, “un pasticcio” secondo lui, ma apprezzatissimo da Don Silvestro, il parroco del paese.
Da allora è diventato un dolce tipico; fino a qualche anno fa confinato in Salento, oggi lo si trova nel mondo. Ma l’originale e buonissimo si trova soltanto in pochi posti, qui come nell’altra pasticceria di Galatina, Eros. Da Eros preparano il Tipicciotto con farine di grani antichi adatti anche a chi ha intolleranze, con basso contenuto di glutine, solo il 6%. Buonissimi pure i loro rustici: li conoscete? Pasta sfoglia, besciamella, pomodoro e mozzarella.

La Pasticceria Eros produce anche un’altra specialità: l’Africano, un biscotto molto antico, una speciale meringa fatta però con i tuorli d’uovo e zucchero, due soli ingredienti, senza lieviti, lattosio e glutine, altamente energetico. Genesi del nome? Un tempo i due ingredienti erano costosi e difficili da reperire e i dolci venivano fatti solo per occasioni speciali, chiamati anche Dita degli apostoli.
Su “Africano” circolano due teorie. La prima è legata alle occupazioni dei soldati italiani nel Corno d’Africa, perchè si dice venisse dato in dotazione alle truppe per l’alto valore energetico al posto del cioccolato. Secondo l’altra teoria, il nome sarebbe stato dato per il colore simile alla sabbia del deserto.

A passeggio per Galatina
E con un pasticciotto caldo è bello passeggiare per il centro storico di Galatina, con La Torre dell’Orologio, il curioso monumento de La Lampada senza luce che nasconde un piccolo segreto. E poi la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e Santa Maria Novella oltre alla già citata Basilica di Santa Caterina d’Alessandria

Lecce. Barocco e romanico
Non si può prescindere dal capoluogo salentino con i suoi trionfi del barocco leccese, il bianco accecante contro il blu del cielo terso, un esempio la bellissima basilica di Santa Croce. E una sorpresa il sistema di illuminazione che crea hot spot fra i maggiori punti di interesse, come in un racconto fatto di luci.

La “città chiesa” come viene definita Lecce per l’alto numero di monumenti sacri, si offre al visitatore in tutta la sua bellezza con la Piazza Sant’Oronzo e l’Anfiteatro Romano; Piazza Duomo e la cattadrale. Da apprezzare ancora di più se raccontate da un’esperta di Leccecclesia.
Per il castello Carlo V e la passeggiata sulle mura fortificate ideale una visita guidata con l’associazione Attraverso il Castello, fino alle Porte San Biagio e Napoli. Piacevole scoperta è il Museo Sigismondo Castromediano, dove l’ellittica area museale interna ospita collezioni pregevoli e reperti della cultura messapica insieme a mostre temporanee di arte contemporanea. Da non perdere una visita all’hotel BN ex banco di Napoli, e oggi residenza di charme con bellissima terrazza dove godersi un tramonto infuocato.

Curiosità: in Vico del Theutra, nel centro storico di Lecce, all’angolo con via Federico D’Aragona un piccolo volto di donna è scolpito sul palazzo tra le due strade. Pare sia stato voluto da un ragazzo che aveva perso la sua amata.
Cosa mangiare oltre al Pasticciotto
Passeggiando per l’elegante centro di Lecce ci si imbatte in un curioso locale, il Frisella Point. Qui si va oltre il concetto di cibo: la frisella è cultura, e il locale propone degustazioni raccogliendo dalla tradizione, con incursioni contemporanee. Nella tranquilla piazzetta si possono assaggiare friselle integrali, alla curcuma, ai grani antichi, in un viaggio sensoriale attraverso folklore e tradizioni. Sara Costantino, architetto e food designer, ha creato un punto di ristorazione culturale con annesso un negozio dove acquistare il meglio dei prodotti salentini.

Il mare è vicino, come rinunciarci? A dodici chilometri c’è la marina di città, San Cataldo. Un buon punto di appoggio sono i bagni Lido York, per un assaggio delle spiagge tra le più belle d’Italia disseminate lungo il territorio costiero. Una vacanza nei dintorni della città saprà dunque unire relax e cultura come poche altre destinazioni in Italia.

Per mangiare: in Salento si mangia bene ovunque, difficile dare indicazioni. Ma il ristorante Semiserio, a Lecce, merita una menzione per la posizione centrale, begli interni, piacevole spazio esterno, servizio solerte, e il menù che copre tutta la tradizione salentina. Anche se decidete di mangiarci più volte riuscirete a conoscere e scoprire la maggior dei piatti locali, con ingredienti di qualità e cucinati al meglio dallo chef Gigi Perrrone. Ad iniziare dai buonissimi taralli fatti in casa e, fra tutti, i piatti le cozze gratinate e il dentice all’acqua pazza. Il nome Semiserio non gli si addice particolarmente: qui la cucina è cosa serissima. Bandita la banalità, ma non la tradizione.

Per dormire un buon indirizzo può essere il rinnovato hotel Mercure President Lecce, comodo e confortevole, 150 camere e spazi anche per eventi. L’Hotel è la nona struttura di Greenblu Hotels & Resort.
Il Pasticiotto day alla sua terza edizione
Il Pastiocciotto day è nato da un’idea di Agrogepaciok nel giugno del 2020, con l’intento di dare il via alla ripresa delle attività del territorio, incentivarne la promozione, e porre simbolicamente fine alla fase critica legata alla pandemia. In collaborazione con Associazione Pasticceri Salentini di Confartigianato Imprese Lecce, Fipe Confcommercio Lecce, Fiepet Confesercenti Lecce e con il patrocinio della Camera di Commercio di Lecce, si è tenuto il 1° giugno scorso l’ evento dedicato al dolce simbolo della tradizione dolciaria salentina, ormai riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale, capace di attrarre turisti da ogni parte del mondo.

Pasticciotto day 2022 è stato per la prima volta un vero e proprio evento fieristico in Piazza Mazzini a Lecce, con un laboratorio live e la preparazione in diretta di pasticciotti. Sfornati caldi e venduti a € 1,50, l’incasso è stato interamente devoluto a favore di “FONDAZIONE VERONESI – per il progresso delle scienze”. Ai senza tetto della città sono stati distribuiti i pasticciotti dalle mani dei volontari di Angeli di Quartiere e della Comunità di Sant’Egidio.
Intorno alla grande piazza 16 banchetti hanno presentato altre tipicità salentine. Oltre al pasticciotto, mustaccioli, marzapane, africani o dita degli apostoli, pesce o agnello di pasta di mandorle, bocche di dama, cartellate, cuddhura, spumone, cupeta, fruttone, dolcetti di pasta di mandorla, purcedduzzi, zeppola, pistofatru, dolcetto della sposa, rustico e bucconotto gallipolino.
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Info: viaggiareinpuglia.it
Testo Teresa Scacchi, foto Teresa Scacchi e Francesco Fiumarola|Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
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