Tempo per rilassarsi, tempo per sognare, tempo per riflettere. Alla scoperta di una delle più esclusive e intatte eco-isole dell’arcipelago delle Seychelles che emerge dalle acque dell’Oceano Indiano. Regno di tartarughe centenarie e alberi di takamaka. Un luogo unico, fuori dal mondo. Dove la tutela e la salvaguardia dell’ambiente ben si coniugano con lusso e privacy.
“Brutus ha la pellaccia dura”, racconta Martijn Brouwer , “Qui a North Island è la tartaruga più anziana”, continua il direttore del North Island Lodge, unica struttura ricettiva sull’isola, “ha sicuramente superato il traguardo dei 150 anni, ed è facile riconoscerlo tra gli altri esemplari proprio per la brutta ferita che ha sulla corazza”. Brutus vive sull’isola insieme a decine di altre tartarughe giganti. Trascorre, “lento” e indisturbato, un’esistenza tranquilla e spensierata. E non è difficile immaginare perché, considerando quanto sia incantevole questo luogo. Anche le enormi testuggini di mare scelgono, sempre più numerose, i riparati lembi di sabbia che bordano il perimetro dell’isola per depositare le uova. Ogni anno tornano, inspiegabilmente, nel punto dove sono nate, quasi avessero un
GPS interiore che le guida dritto dritto a “casa” dopo aver nuotato, seguendo le forti correnti oceaniche, in gelide acque lontane percorrendo migliaia di chilometri. Ritornano a casa, in questo incontaminato angolo del Pianeta. Un luogo speciale, unico, fuori dal mondo e dal tempo, dove la natura ancora domina, incontrastata, avvolgente, jurassica. North Island è una delle più esclusive e intatte eco-isole dell’arcipelago delle Seychelles, i 115 scogli e isolotti granitici che affiorano
dall’Oceano Indiano appena al di sotto della linea dell’Equatore, a nord del Madagascar. Battuti dagli Alisei, tutti sorprendentemente diversi l’uno dall’altra e in parte ancora disabitati, costituiscono un santuario di biodiversità straordinario, dichiarato per il 50 per cento Parco naturale protetto. E della salvaguardia delle specie e dell’ambiente North Island ha fatto un imperativo assoluto. In passato l’isola venne deturpata dalla dannosa presenza di animali introdotti dagli europei nell’Ottocento, quando con le loro navi cariche di merci, ma anche di gatti e
topi, navigando verso Oriente, approdarono qui per sfruttarne le risorse naturali. Gli “intrusi”, animali ed esseri umani, ne distrussero irrimediabilmente l’equilibrio: i primi nutrendosi delle uova di uccelli rari e tartarughe, i secondi introducendo coltivazioni “aggressive” come quella del cocco che, impoverendo progressivamente il terreno, impedivano la crescita spontanea delle specie vegetali autoctone. Negli anni Settanta l’isola fu abbandonata e rimase a lungo in profondo stato di decadimento. A
vederla oggi si stenta a crederlo. Il primo pensiero che affiora alla mente osservandola mentre ci si avvicina in elicottero o venendo dal mare, è che il paradiso in terra esiste davvero. Davanti agli occhi si apre una corona di palme folte e verdissime, rigogliosi alberi endemici, distese di sabbia fine bagnata da un mare indomito dalle mille sfumature dell’azzurro. Una volta sulla terraferma, ci si rende presto conto che preservare, tutelare e curare l’ecosistema e il suo delicato equilibrio, qui sono
parole colme di significato e consapevolezza. Tanta bellezza è frutto del faticoso sforzo per il recupero dello stato originario dell’isola, durato anni e promosso da Wilderness Safaris, compagnia per la conservazione dell’ambiente con base in Sudafrica, in collaborazione con il governo seychellese e l’Island Conservation Society. Un impegno che ha inoltre permesso a North Island di entrare nel prestigioso circuito degli Ecoluxury Retreats of the World, una serie di strutture internazionali selezionate sulla
base dei più rigidi canoni del turismo ecosostenibile. Grazie alla decennale opera di deforestazione e derattizzazione, costata milioni di dollari, con il passare del tempo le tartarughe sono tornate a nidificare sulle spiagge isolate dell’isola, rare specie di uccelli ormai scomparse sono tornate spontaneamente a librarsi nel cielo, piante endemiche ormai estinte hanno ricominciato a crescere. Il rispetto e l’attenzione per la natura si traduce anche nella presenza, non invasiva, dell’uomo sull’isola.
Per realizzare le undici favolose ville indipendenti e gli spazi comuni del North Island Lodge, infatti, non è stato tagliato nemmeno un arbusto, ma utilizzati materiali di recupero, pini marittimi, palissandro, teak, bamboo, ylang ylang, provenienti da India, Bali e Sudafrica, il caratteristico granito seychellese e agli alberi endemici di takamaka, ammalati e già morti, e infine recuperati i ruderi delle vecchie piantagioni di cocco. In questo autentico “laboratorio naturalistico all’aperto” i pochi fortunati ospiti hanno la
possibilità di avvicinare le tartarughe giganti, partecipare ai programmi di salvaguardia ambientale, praticare sport e immergersi nei fondali marini senza costi aggiuntivi. Senza tuttavia rinunciare alla privacy e all’intimità di un paradisiaco soggiorno cinque stelle nel segno del barefoot luxury, il lusso a piedi nudi e all’insegna del motto “Any menu, any venue, any time”, ossia, “tutto quello che vuoi, come e quando lo vuoi”. Deliziati dai sapori e dai profumi delle specialità creole, con tocchi di cucina francese, italiana, giapponese, spagnola e inglese, preparati
da Makhi, creativo chef sudafricano. Assistiti, 24 ore su 24, da servizievoli e discreti maggiordomi privati, impegnati a realizzare ogni loro desiderio, mentre trascorrono il tempo divisi tra il vasto giardino e la spiaggia privata di ciascuna delle ville, ampie 400 metri quadrati. A disegnare il progetto architettonico, Silvio Rech e Lasley Cerstens che, con i loro due figli, vissero sull’isola per seguirne i lavori di recupero. E per le favolose “camere” del North Island Lodge hanno scelto sontuose camere da letto, spaziose zone lounge, jacuzzi all’aperto e grandi verande, dallo stile semplice ed essenziale e dai colori tenui, caldi ed avvolgenti come l’abbraccio della natura dell’isola.
Testo di Elisabetta Canoro Foto North Island Resort ed Elisabetta Canoro
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