TURCHIA Istanbul, tempi moderni

Le cinque del pomeriggio, l’ora migliore per salire sulla secolare Torre Galata, nella parte nord del Corno d’oro. In un istante dai minareti s’innalzano i richiami alla preghiera. Tante voci provenienti da direzioni diverse nell’aria si fondono in un’unica melodia. Dall’alto spiccano i profili delle navi alla fonda mentre il sole colora tutto del colore del fuoco. E i giovani si accalcano nei localini trendy intorno alla torre, tra boutique di giovani stilisti turchi, boutique hotel e vetrine di designer all’avanguardia.

 

Istanbul, capitale culturale della Turchia, è vitale e allegra, una metropoli che sta cambiando a ritmi vertiginosi. Pulita, ordinata e molto colta, riesce a sorprendere anche il viaggiatore più avvezzo. E’ l’unica al mondo a cavallo tra due continenti: l’Europa e l’Asia. Il suo fascino è legato al fatto di essere a metà tra Oriente e Occidente, dove le acque del Mar Nero si mescolano con quelle del Mar di Marmara. Tanti sono i nomi che ha avuto: Fenice, Bisanzio, Costantinopoli ed infine Istanbul. Nell’arco dei tempi ha sempre saputo ricostruirsi e rinascere. Per le strade, trafficate a ogni ora del giorno e della notte, si respira un’atmosfera antica, come a Roma o ad Atene, antiche metropoli che per secoli sono state capitali. Intrigante e maliarda Istanbul lascia spazio sia alle gloriose vestigia del passato come alle aspirazioni di modernità. Vanta un cocktail di architetture e di stili irripetibile. Qualche giorno è indispensabile per scoprirne i tesori: la Basilica di S. Sofia, apice dell’architettura bizantina, fu sede patriarcale, moschea e oggi museo. Di fronte si erge con sicumera la Moschea Blu, dal colore che domina nel temp o, l’unica con sei minareti, fatto salvo per quella della Ka’ba alla Mecca che ne ha sette. Colonne, pareti e archi sono coperti dalle pregiate maioliche di Iznik, l’antica Nicea, su tonalità che sfumano dal blu al verde. La luce che filtra dalle finestrelle, circa 260, creano l’atmosfera suggestiva della grande sala della preghiera. Dell’antico ippodromo, da cui di solito partono tutte le visite della città, rimane assai poco a parte l’obelisco di Teodosio, la colonna serpentina in bronzo e quella di Costantino, per i turchi mantiene un grande valore simbolico forse maggiore di quello che i turisti gli riconoscono. Nel palazzo di Topkapi, un vero labirinto di corti, costruzioni, giardini che per 400 anni è stato la residenza ufficiale del sultano con tanto di Harem per le mogli, le concubine e le schiave e centro del potere dell’impero ottomano, si ammirano i famosi tesori e le reliquie di Maometto, ma un vera scossa elettrica si prova scendendo gli scalini della cisterna sotterranea Yerebatan Sarayi, realizzata come le altre nel periodo bizantino per assicurare l’acqua in caso di assedio. Un enorme sala di 140 metri per 70 di larghezza con un soffitto a volte sorretto da 336 colonne provenienti da templi precristiani, magistralmente illuminate da una calda luce rossastra. Un tempo si visitava in barca, oggi una passerella raggiunge il fondo dell’enorme struttura dove spiccano i due blocchi in marmo a bassorilievi con teste di medusa rovesciate portate qui dal tempio di Apollo a Didyma. Un’ onirica discesa agli inferi, ripresa nel film Dalla Russia con amore, con James Bond. Un altro giorno vola via per la visita alla collina degli innamorati e al Gran Bazar – il più grande mercato coperto del mondo – un labirinto di vicoli che si estende per più di 200.000 metri quadrati nel centro città. Sono oltre 3000 botteghe che vendono di tutto, dalle spezie ai gioielli. Oltre a una passeggiata nei quartiere di Beyoglu e Ortakoy, immancabile un giro con il battello sul Bosforo, il fiume che divide Istanbul in due parti. Vale una visita uno degli hamman storici, per un bagno turco ad hoc. Provare per credere.

Testo di Ornella d’Alessio     Foto di Giovanni Tagini

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