La giornata Porte aperte del Fai, fondazione straordinaria che restaura, gestisce e mantiene vive le bellezze del nostro paese più le amiche sempre curiose e disponibili sono il giusto mix per una domenica fuori porta, destinazione Vaprio d’Adda. Prima meta i giardini di villa Melzi edificata nel 1482 su un progetto di Leonardo da Vinci che
aveva conosciuto a Milano Giovanni Melzi, allora consigliere ducale alla corte degli Sforza. Leonardo fu ospite della famiglia in svariate occasioni e qui ha conosciuto Francesco, il figlio di Gerolamo Melzi, che divenuto il suo allievo prediletto, ha seguito il Maestro in Francia fino alla sua morte ed è stato l’erede di tutti i suoi scritti e disegni. Durante il soggiorno a Vaprio, Leonardo si è dedicato a studi sulle acque, sulla navigabilità dell’Adda che scorre giusto ai piedi della villa, eseguito dipinti e schizzi. Non visitabile al suo interno, la dimora riprende la forma classica delle grandi ville del Rinascimento. Dai giardini terrazzati si gode di uno scorcio panoramico che non ha bisogno di aggettivi, il fiume, il parallelo canale della Martesana, la via sull’acqua per persone e merci, trasportava i materiali ferrosi dalle Valli Camonica, Trompia e Seriana fino a Milano, allora fucina d’Europa. In lontananza, proprio sull’argine del fiume si scorge la Casa del custode delle acque, che doveva riscuotere i dazi per il passaggio e mantenere funzionante il sistema delle acque tra naviglio e fiume. Per raggiungere a piedi l’altra villa in programma, quella di Castelbarco si scopre che a Vaprio, lungo l’ Adda, si snodano senza soluzione di continuità una serie di ville nobiliari, una più bella dell’altra , La Villa Pizzi-Guidoboni e la Villa Monti-Robecchi per esempio, entrambe del XVII° secolo ed entrambe con giardino storico a picco sul canale. Originariamente monastero, della splendida Villa di Delizia Castelbarco, (così venivano chiamate
queste dimore cinquecentesche in provincia di Milano, che abbinano il recupero delle parti storiche a nuovi spazi, eredi naturali dei casini di caccia e che diventano una sorta di museo privato, caverne di Alì Babà degli aristocratici proprietari amatori d’arte e collezionisti che vogliono stupire ed allietare gli ospiti), ora di una società privata che la mette a disposizione per congressi, feste e matrimoni, abbiamo visitato gli incredibili Sotterranei, realizzati nei primi decenni dell’800. 5 sale a tema: la sala romana, la sala del mare, quella rinascimentale, la sala egizia e quella etrusca. Davvero stupefacente il tappeto di mosaici di sassi di fiume e conchiglie che riveste pavimenti, soffitti e pareti. Sosta ristoratrice in osteria per gnocchetti al gorgonzola e noci e via a pochissimi chilometri di distanza per Crespi d’Adda, dall’autostrada Milano-Bergamo uscita a Capriate. Il villaggio Crespi, realizzazione esemplare in stile Liberty conservatosi integro fino ad oggi, patrimonio Unesco dal 1995, è un luogo che già conosco e che adoro, bella scoperta per le amiche. E’ la più importante testimonianza in Italia del fenomeno dei villaggi operai (penso a quelli visitati in Germania ed a quelli concepiti dal Bauhaus in particolare). Nella povertà e nello sfruttamento, nella mancanza di servizi e di tutela sociale, nella difficile realtà dei malsani quartieri operai che la rivoluzione industriale ha drammaticamente comportato specie
agli inizi, il villaggio Crespi, costruito a fine ‘800 rappresenta un’eccezione, una città giardino a misura d’uomo al confine tra mondo rurale e mondo industriale, un autentico modello di ideale città operaia voluta dal fondatore, il lungimirante imprenditore Benigno Crespi. E’ un microcosmo pressoché autarchico dove la vita dei dipendenti e delle famiglie ruota intorno alla fabbrica di tessitura, ora non più in funzione. Al villaggio Crespi si può tranquillamente nascere e morire perché c’è tutto: parco per le passeggiate, scuola, piscina, ospedale, docce, lavatoi, albergo, cimitero, le villette dei dipendenti con orto e giardino, quelle ben più grandi dei dirigenti in fondo al villaggio. Da buon imprenditore il Signor Crespi vede e controlla tutto, per questo c’è il suo eclettico castello dimora all’ingresso, proprio sulle rive dell’Adda e il suo Mausoleo nel cimitero all’altra estremità del villaggio.
Testo e foto Sarah Nathan